Le indagini volte a determinare, in maniera obiettiva, le cause del degrado patologico, con particolare riferimento a quelle sperimentali in situ e laboratorio, devono seguire una precisa sequenza in grado di orientare le scelte sulle determinazioni appropriate e utili all’ottenimento di un quadro di informazioni necessario e sufficiente a ricondurre il fenomeno a precise dinamiche di decorso patologico del rivestimento.
Vediamo nel dettaglio l’ordine di esecuzione, così come descritto da Marco Manca nel volume Gli intonaci: danni, difetti e prevenzione edito da Maggioli Editore.
Nello specifico, la sequenza di diagnosi del degrado di un intonaco può essere così sviluppata.
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Determinazione eseguibili in situ
- Esame visivo (evidenze macroscopiche: quadri fessurativi, efflorescenze saline, croste, patine biologiche, distacchi esposti)
- Termografia all’infrarosso (termogrammi: flussi evaporativi, distacchi occulti, quadri fessurativi)
- Esame igrometrico (contenuto di umidità dell’intonaco e del supporto)
- Prove di adesione (determinazione della forza di adesione dell’intonaco al supporto)
- Indagine sonica:
- Diffusa – battitura diretta mediante martello (distacchi in facciata o intradossali)
- Di dettaglio – percussioni, sulla superficie intonacata, ad energia nota rilevando il ritorno sonoro mediante sensore microfonico (distacchi intradossali)
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Determinazione specialistiche eseguibili in laboratorio sui campioni di intonaco
Il campionamento degli intonaci in situ, da sottoporre a successive analisi di laboratorio, laddove previsto, deve essere eseguito successivamente e sulla base degli accertamenti in sito, e deve prevedere, essenzialmente, due tipologie di prelievi:
a) Campione rappresentativo: campione le cui caratteristiche macroscopiche (tessitura, cromatismo, ecc.) siano indicative per se stesso e per un significativo intorno della superficie intonacata ove il frammento viene prelevato;
b) Campione selettivo: campione le cui caratteristiche macroscopiche (tessitura, cromatismo, patine, incrostazioni, efflorescenze, ecc.) siano proprie di un’area circoscritta e non rappresentativa dell’intera superficie da indagare. Sulla base dello scopo dell’indagine, quindi, i campioni prelevati (secondo la UNI EN 16085:2012 – Conservazione dei beni culturali – Metodologia per il campionamento dei materiali costituenti i beni culturali – Regole generali) possono essere sottoposti ad accertamenti strumentali quali, ad esempio:
- Analisi gravimetrica (termobilancia): determinazione della percentuale di umidità presente nell’intonaco mediante misura ponderale del contenuto d’acqua
- Osservazione diretta del campione mediante stereomicroscopio: caratterizzazione macroscopica della tessitura, petrografia e mineralogia degli inerti
- Analisi stratigrafica: caratterizzazione sulla sezione lucida della stratigrafia delle malte applicate e il rilievo di fenomeni di scorrimento, distacco, prodotti secondari di reazione tra le componenti
- Diffrattometria a Raggi-X (XRD): caratterizzazione delle fasi mineralogiche presenti nel campione di intonaco comprese le eventuali fasi cristalline secondarie da reazione tra le componenti
- Cromatografica ionica: determinazione qualitativa e quantitativa della concentrazione di sali idrosolubili nel campione di intonaco o dei sali in esso depositati – efflorescenze
- Microscopia elettronica a scansione (SEM): analisi specialistica che permette di ricavare elementi sulla morfologia e struttura del campione di intonaco nonché determinare le forme cristalline delle componenti della malta (legante e inerte).
Per saperne di più, continua a leggere dal volume
Gli intonaci: danni, difetti e prevenzione
Nell’ambito dell’analisi dei guasti in edilizia, l’intonaco, per la sua funzione protettiva dell’involucro, riveste un ruolo fondamentale. Riconoscere le cause predisponenti e scatenanti il degrado a carico degli intonaci permette, sugli edifici esistenti, la progettazione di razionali ed efficaci azioni di conservazione, ripristino e risanamento; sugli edifici di nuova costruzione la progettazione di intonaci che siano compatibili con le tipologie di supporto e l’ambiente di esposizione. Le patologie a carico dell’intonaco (fessurazioni, microfessurazioni, distacchi, disgregazione, polverizzazione, ecc.) sono affrontate, nel testo, in termini di causa-effetto, analizzando casistiche che contemplano: i materiali che compongono le malte (tema attualissimo che, nel settore, propone ampi dibattiti), i supporti (conoscere il supporto per progettare l’intonaco), le variabili di cantiere e i sistemi applicativi (tradizionali/premiscelati). Il testo vuole essere una utile guida (contenente casi pratici, rimedi e soluzioni tecniche) indirizzata ai professionisti e alle imprese che, nel loro lavoro, si trovino ad affrontare la tematica intonaco in termini di comprensione del degrado e progettazione tesa al rimedio o ad evitarlo. Marco Manca Geofisico specializzato nelle applicazioni, integrate, di metodi non invasivi (esame visivo, termografia all’infrarosso, ultrasuoni, magnetometria, potenziale elettrico, georadar) per la diagnosi del degrado (materico e strutturale) degli edifici civili e monumentali. Da 20 anni consulente di industrie dedite alla produzione di leganti per l’edilizia e malte da intonaco. Docente di corsi di formazione in diagnosi dei guasti in edilizia ed efficientamento energetico degli edifici.
Marco Manca | 2022 Maggioli Editore
32.00 € 30.40 €
Foto.iStock.com/Ekaterina Markelova
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