Anche gli alberi (come gli edifici) necessitano di controlli e verifiche statiche

Anche gli alberi sono strutture soggette a degrado e sollecitazioni: come per l’edilizia, servono monitoraggi periodici e valutazioni tecniche per individuare anomalie e prevenire cedimenti improvvisi.

Come gli edifici esistenti, anche gli alberi richiedono periodicamente manutenzione e controlli strutturali al fine di prevenire possibili crolli e conseguenti rischi per l’incolumità pubblica: in entrambi i casi si tratta di strutture, fondate a terra (gli alberi mediante le radici), soggette a sollecitazioni e invecchiamento nel tempo, rendendo necessario il loro monitoraggio.

Il recente (e non primo) fatto di cronaca avvenuto a Venezia il 2 giugno scorso, quando un leccio è caduto all’improvviso su un gruppo di persone ferendone alcune in modo grave (per fortuna non in pericolo di vita), riaccende l’attenzione su alcuni aspetti (forse dati per scontati).

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FORMATO CARTACEO

L’influenza del rischio idrogeologico nella valutazione di infrastrutture e strutture esistenti

Viste le problematiche relative al dissesto idrogeologico a cui sono soggette le infrastrutture su tutto il territorio nazionale, il libro vuole illustrare, in modo chiaro e con esempi concreti, le tecniche di analisi relative alla sicurezza di ponti e viadotti soggetti a rischio fondazionale, idraulico, da frana e idrogeologico. Dalle analisi numeriche, riportate nel libro, si evince come, ad esempio, le frane o i fenomeni di erosione localizzata, per fondazioni in alveo, sono molto pericolosi per la stabilità globale del ponte in quanto incidono su strutture esistenti spesso dotate di scarsa robustezza. Gli interventi di mitigazione del rischio su infrastrutture esistenti, o nel caso di nuove realizzazioni, come ad esempio i tiranti applicati in testa ai cordoli di paratie, oppure il sistema di micropali in fondazione, risultano molto efficaci a contrastare, rispettivamente, le spinte del terreno e la perdita di porzioni di terreno al di sotto delle fondazioni. Il libro, pertanto, è di sicuro interesse per i tecnici del settore, in particolare per gli ingegneri strutturisti e geotecnici. FRANCESCO OLIVETOStrutturista, Geotecnico, specializzato nelle verifiche sismiche di edifici esistenti soggetti a danno inglobato. Collaboratore esterno con il Gruppo Sismica srl per la formazione continua e lo sviluppo di metodologie di calcolo di strutture in muratura e in c.a. in condizioni di danno pregresso e attuale ai fini della stima della capacità residua. Consulente Scientifico della Stacec Srl sulle tematiche relative al degrado di strutture ed infrastrutture.MATTEO FELITTIStrutturista, Ispettore Ponti e Titolare dello studio tecnico ENGINEERING & CONCRETE CONSULTING, si occupa principalmente di calcolo strutturale, dissesti statici nelle costruzioni esistenti, degrado dei materiali e di tecnologia del calcestruzzo presso importanti aziende del settore. Cultore di Scienza delle Costruzioni ICAR/08 e Docente di “Calcolo Automatico delle Strutture” presso la Facoltà di Architettura – Università degli Studi di Napoli, Federico II. Consulente Scientifico della Stacec Srl sulle tematiche relative al degrado di strutture ed infrastrutture.DANILO PELLEStrutturista, socio della società di Ingegneria Cooprogetti Soc. Coop., si occupa principalmente di progettazione infrastrutturale, geotecnica, progettazione BIM e ispezione di ponti. BIM Coordinator certificato Accredia, Ispettore di Ponti di 2° Livello certificato Accredia.”

 

Francesco Oliveto, Matteo Felitti, Danilo Pelle | Maggioli Editore 2025

L’importanza delle verifiche periodiche

Anche gli alberi si “ammalano”, con patologie che possono innescare fenomeni di degrado materico compromettendone la stabilità, soprattutto quando si tratta di piante di grosso fusto dalle masse consistenti. L’analogia col degrado del calcestruzzo e dei ferri di armatura di un edificio, per fare un esempio, non è poi così distante.

Non è stato il caso dell’episodio di Venezia – dove l’albero è caduto per la sola azione del peso proprio (circostanza di per sé già significativa riguardo lo stato di degrado e di potenziale rischio non percepito) – ma anche le sollecitazioni esterne, prevalentemente di natura ventosa, inducono sollecitazioni al limite per le resistenze di alcuni alberi, spesso in concomitanza con eventi temporaleschi estremi.

Di qui l’importanza, recepita già da tempo da parte delle amministrazioni territoriali, di verificare periodicamente lo stato di salute degli alberi pubblici. Analoga attenzione merita di essere presa in considerazione anche da tutti quei proprietari privati di aree verdi per salvaguardare l’incolumità privata, ed eventulmente pubblica qualora siano aree verdi occasionalmente aperte al pubblico.

Il protocollo V.A.T.

Esistono infatti piani di controllo periodico eseguiti da personale tecnico specializzato (arboricoltori) con la finalità di valutare lo stato di salute della pianta e quindi anche la sua sicurezza. Il protocollo più utilizzato è il V.A.T. (Visual Tree Assessment), ideato nel 1994 dal Prof. Pierre Raimbault per la valutazione visiva della stabilità dell’albero, fondata su principi biomeccanici e sulle caratteristiche anatomiche dell’apparato radicale, comprendendo anche le vicende pregresse che hanno caratterizzato la vita dell’albero. Il risultato, mediante l’inserimento dei dati su apposite tabelle, è l’attribuzione di una classe di propensione al cedimento (CPC: trascurabile, bassa, moderata, elevata, estrema) che permette al proprietario o gestore dell’area di acquisire la piena coscienza degli eventuali rischi e dei possibili interventi da perseguire, atti a preservare l’incolumità pubblica.

L’analisi visiva della chioma, del tronco e puntualmente delle radici (con picozza e punteruolo per metterne alla luce limitate porzioni) consente agli arboricoltori di individuare sintomi esterni correlati a difetti o anomalie della parte interna dell’albero. Vengono rilevate le principali misure dell’albero (altezza, circonferenza, ecc…) oltre ad eseguire un’ispezione sonora con un martello, che serviranno alla compilazione di specifiche schede di diagnosi.

La prova resistograph

Gli eventuali difetti rilevati qualitativamente dall’esterno potranno essere confermati ed approfonditi con specifiche analisi strumentali. Esse sono principalmente di carattere non invasivo, come ad esempio la classica prova resistograph per individuare le variazioni di densità tra legno sano e quello decomposto, e quindi valutare la percentuale di parti sane o ammalorate di un elemento ligneo. La prova, utilizzata in edilizia anche per la valutazione delle travi lignee di solai e coperture, è eseguita mediante uno strumento che misura la resistenza alla penetrazione di un ago nel tronco. Il risultato è espresso da un grafico che specifica la forza di penetrazione lungo la stratigrafia di infissione della punta metallica all’interno del legno.

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Prova resistograph in esecuzione, courtesy Ing. Grazzini

La tomografia sonica

Un’altra prova non invasiva, utile ad approfondire la presenza di anomalie interne, è la tomografia sonica, dai principi del tutto analoghi a quella utilizzata nelle indagini sulle strutture murarie storiche. Attraverso l’immissione di onde sonore all’interno del tronco, si valuta la velocità di attraversamento: se risulta alta, significa che il materiale interno è omogeneo, se invece è bassa significa che l’onda ha subito deviazioni a causa di vuoti o difetti. La tomografia consente di esaminare agevolmente intere sezioni di tronco.

Il pulling test

Esiste altresì una vera prova di carico di trazione, chiamata pulling test, per valutare in situ la resistenza meccanica dell’albero a livello della radice. La prova consiste nell’applicare sul tronco una forza di tiro, con modalità controllata, equivalente a quella del vento. La forza è esercitata tramite un paranco o un verricello collegato alla fune fissata su una quota alta del tronco; il valore di carico è determinato da un dinamometro collegato alla fune.

Come comprensibile, si tratta di controlli e analisi di natura qualitativa che, sebbene riescano ad individuare con sufficiente ed apprezzabile precisione le anomalie interne, non possono concludersi con una valutazione priva della pur minima ma fisiologica incertezza, tant’è che si parla di “propensione al cedimento” con diversi livelli di rischio. La prova di trazione, al contrario, può offrire maggiore certezza numerica sulla reale resistenza meccanica dell’albero.

Con un processo del tutto analogo nelle finalità a quello che dovrebbe essere periodicamente svolto sulle strutture degli edifici esistenti, anche il controllo nel tempo della salute e staticità degli alberi garantisce maggiore sicurezza ai fruitori di aree verdi. Come in edilizia, la prevenzione periodica risulta lo strumento più utile a prevenire crolli dalle caratteristiche di accadimento fragile, e quindi pericolosi perché non emettono preavvisi facilmente rilevabili.

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Alessandro Grazzini

Ingegnere edile, dottore di ricerca in Ingegneria delle Strutture, è stato per diversi anni assegnista e ricercatore (a tempo determinato) presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica (DISEG) del Politecnico di Torino, dove continua a collaborare come doc…Continua a leggere

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