Superbonus e beni vincolati, no dal MIBAC per le ricostruzioni con modifiche

Il Mibac sostiene che l’intervento di demolizione e ricostruzione su un immobile situato in area vincolata deve sempre essere fatto in maniera fedele. Anche nei casi in cui il fabbricato sia senza tutela diretta o incompatibile architettonicamente e esteticamente con il paesaggio in cui si trova. Vediamo perché

Nadine Venturi 20/10/21

I beni possono essere paesaggistici o culturali, ma risultano sempre distinguibili? In generale, quando si fanno degli interventi di demolizione e ricostruzione su immobili vincolati non è possibile trasformare né la sagoma, né prospetti e né il volume per il loro particolare pregio.

Rispetto alla questione aperta un po’ di tempo fa dal Consiglio superiore dei lavori, il ministero della Cultura, con un parere contenuto in una risposta a interrogazione dall’on. Piergiorgio Cortelazzo (Fi), esprime un’opinione completamente diversa dalle precedenti, andando quindi a inficiare diverse agevolazioni edilizie, tra cui il 110, il Sismabonus e l’Ecobonus.

Vediamo perché.

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Consiglio superiore lavori pubblici, differenza tra vincolo culturale e vincolo paesaggistico

In una circolare di agosto, il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva posto la differenza tra vincolo culturalevincolo paesaggistico. Infatti, sosteneva che fossero dei beni distinti e quindi soggetti a tutele difformi.

Di conseguenza, non si applicavano i vincoli sugli immobili tutelati, perché situati in aree soggette a vincolo paesaggistico, ma senza pregio architettonico, storico, artistico.

In questi casi, negli interventi di demolizione e ricostruzione, classificabili come ristrutturazioni edilizie, si rendevano possibili le modifiche anche ai prospetti, alla sagoma, al sedime e al volume preesistente.

A settembre, dopo questa circolare, l’ANCI (associazione dei comuni italiani) aveva chiesto l’intervento del Mibac, per avere un quadro normativo più completo.

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Mibac, non c’è distinzione tra beni paesaggistici e culturali

Il dubbio è dato dall’ambiguità della norma, che non differenzia gli immobili vincolati per valore architettonico, artistico, storico o quelli inseriti solo in aree con vincoli.

All’interno del Codice non è del tutto chiara l’accezione data agli immobili vincolati, per cui anche i fabbricati situati in zone con vincolo, ma senza tutela diretta o esteticamente incompatibili con il paesaggio possono essere costretti alla fedele ricostruzione in caso di demolizione e ricostruzione.

Nonostante l’interpretazione delle due forme di vincolo (paesaggistico e culturale), la posizione del dicastero guidato da Dario Franceschini è decisamente più rigida.

Nella domanda presentata dell’On. Cortellazzo viene citato l’art.10 del Dl 76/2020 che ha introdotto la demolizione e la ricostruzione con modifica di sagoma, sedime, prospetti e volume all’interno del concetto di ristrutturazione edilizia. In particolare, per i fabbricati vincolati, secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio Dlgs 42/2004, bisogna attuare in maniera fedele la demolizione e ricostruzione. Andando quindi di fatto a inficiare l’accesso al 110% e ad altri bonus.

Secondo il ministero, la normativa “comprende pertanto non solo gli edifici aventi caratteri intrinseci di pregio architettonico ma anche gli edifici, ricadenti in ambiti tutelati, che potrebbero apparire privi di pregio“.

Quindi, non vi è distinzione tra beni paesaggistici e culturali.

Secondo il parere, la tutela paesaggisticaintende preservare la conformazione dello stato dei luoghi, salvaguardando il territorio da qualsiasi trasformazione che sia esteticamente percepibile, e include, pertanto, anche gli interventi realizzati su edifici compresi in ambiti vincolati“.

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Demolizione e ricostruzione fedele su area vincolata

Quindi chi vuole intervenire su un immobile situato in area vincolata deve farlo sempre in maniera fedele. E questo anche nei casi in cui sia senza tutela diretta o incompatibile architettonicamente ed esteticamente con il paesaggio in cui si trovano.

Anche gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti non possono modificare prospetti, sagoma, sedime, caratteristiche planivolumetriche, tipologiche dell’edificio preesistente e infine incrementare la volumetria.

Un’opinione che vira in maniera opposta a quella del Consiglio superiore, come abbiamo visto sopra, che invece allentava le restrizioni solamente sugli immobili inseriti in aree con vincolo paesaggistico, ma privi di riconosciuto valore storico, artistico o architettonico.

Nella risposta si riferisce la clausola di salvaguardia agli “immobili” in generale, termine con cui si intende sia gli ambiti sottoposti a vincolo, sia gli edifici ricompresi nei medesimi ambiti.

La normativa coinvolge anche i fabbricati, situati in ambiti tutelati, che potrebbero presentarsi privi di pregio e non solo quelli con caratteri intrinseci di pregio architettonico.

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Quindi, con il concetto di tutela paesaggistica s’intende preservare la conformazione dello stato dei luoghi, salvaguardando il territorio dalle modifiche esteticamente percepibili, tra cui anche gli interventi su edifici situati in aree vincolate. Per cui viene dato valore al concetto di tutela del paesaggio, che si attribuisce alla “forma” del territorio, secondo quanto afferma la Corte costituzionale: “Il concetto di paesaggio indica, innanzitutto, la morfologia del territorio, riguarda cioè l’ambiente nel suo aspetto visivo” (Corte, cost. n. 367 del 2007).

Per cui, il limite della fedele demolizione e ricostruzione, vale non solo per gli immobili di pregio architettonico, ma anche gli edifici ricadenti in ambiti tutelati, in apparenza senza pregio.

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Qualche volume consigliato:

Il primo Manuale di progettazione per la riqualificazione energetica sugli aspetti fiscali del Superbonus 110. Indicazioni pratiche sulla progettazione dell’efficienza energetica al fine di garantire il doppio salto di classe e le performance richieste dalla normativa in materia:

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Questo e-book, invece, accompagna il tecnico-asseveratore ad approfondire il concetto e il contenuto dell’asseverazione in caso di agevolazione Superbonus:

Terza proposta, il manuale che si rivolge ai tecnici e ai progettisti per offrire un valido aiuto sia dal punto di vista procedurale che di cantiere per la gestione degli interventi edilizi in zone sottoposte a vincoli:

Interventi in zone vincolate: scelte progettuali e gestione del cantiere

In Italia esistono norme e vincoli che regolano i beni storici, il paesaggio, le zone di interesse storico (come i centri città). Spesso sono disposizioni complesse e non d’immediata comprensione. Il presente manuale si configura per il Professionista tecnico come un supporto indispensabile sia dal punto di vista procedurale che di cantiere per la gestione degli interventi edilizi in zone sottoposte a vincoli (storici, ecologici, di tutela funzionale) gravanti su aggregati edilizi, centri storici, aree esposte a rischio idrogeologico ed idraulico, aree agricole. L’opera analizza e approfondisce i “vincoli” edilizi, indicando, da un lato l’iter procedurale e la documentazione necessaria, dall’altro i metodi di progettazione e le soluzioni tecnologicamente evolute per ridurre e mitigare l’impatto sul territorio.Ampio spazio viene dedicato non solo alla gestione del cantiere per grandi opere ma anche per interventi minimi compatibili con l’Ecobous e il Sismabonus: dalle metodologie per la messa in sicurezza strutturale (stabilizzazione dei fronti, apertura di varchi, consolidamenti, ecc.) all’organizzazione del cantiere (opere provvisionali, interazione tra attrezzature e spazi, mezzi di sollevamento appropriati, scelta delle aree di cantiere) con le relative problematiche derivanti da rumore, vibrazioni e dagli eventuali interventi in falda.Ennio Casagrande ingegnere civile, svolge attività di progettazione e divulgazione nel campo dell’ingegneria sismica. Si occupa di rischio sismico per grandi industrie e di progettazione strutturale per tensostrutture e opere in muratura armata e acciaio. Docente di corsi di formazione, ha scritto svariati articoli scientifici e ha pubblicato libri riguardanti la progettazione di tensostrutture, la verifica sismica di dighe e la valutazione del rischio sismico all’interno dei luoghi di lavoro.Volumi collegati:• F. Cortesi, L. Ludovisi, V. Mariani, La progettazione strutturale su edifici esistenti, I ed. 2018• A. Mezzina, Procedure per le ristrutturazioni edilizie residenziali, 1 ed. 2017• G. Berruquier, M. Corino, Autorizzazione paesaggistica: come redigere un’istanza completa, 1 ed. 201

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Foto di copertina: iStock/Mauro_Repossini

Nadine Venturi

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