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Lo studio fa un focus sull’analisi dei rischi e dei costi legati ai terremoti e al dissesto idrogeologico e approfondisce il tema delle politiche da mettere in atto per affrontare la fragilità storica del territorio italiano. Alla presentazione hanno preso parte la Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, il Vicepresidente Ance, Piero Petrucco e il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci.
Dall’analisi è emerso che le spese legate ai danni causati da tali fenomeni sono triplicate negli ultimi tredici anni, passando da 1 miliardo a più di 3 miliardi di euro circa all’anno.
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Considerando poi la combinazione tra terremoti e fenomeni di dissesto, che si sono verificati dal 1944 a luglio 202, la conta dei danni si aggira attorno ai 358 miliardi di euro.
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Dissesto idrogeologico: le regioni e le province più a rischio
Alluvioni, frane, erosione del suolo con conseguente danneggiamento di infrastrutture, perdite umane, danni alla salute e ovviamente danni ambientali: la conformazione del territorio, insieme ai cambiamenti climatici, possono rendere le regioni sempre più vulnerabili a eventi di questo tipo.
Gli effetti del dissesto idrogeologico sono segni evidenti che richiedono misure di prevenzione, monitoraggio e gestione.
Dal rapporto ANCE – Cresme è emerso che la regione più esposta al rischio di allagamento è l’Emilia Romagna, con oltre il 56% della superficie a pericolosità medio alta. Seguono poi Lombardia (18%), Calabria (17%), Veneto (13%) e Toscana (12%).
Per quanto riguarda le province, è Ferrara a presentare la percentuale maggiore di superficie esposta a elevato rischio di alluvione con ben un quarto del territorio esposto al rischio elevato. Poi c’è Crotone (23,6%), Venezia (23,3%), Ravenna (22,2%) e Gorizia (22%).
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- fenomeni da azioni franose, smottamenti e cedimenti
- colate detritiche e di terra
- crolli in roccia
- cedimenti per smottamenti e variazioni del livello di falda
- instabilità delle scarpate per piogge intense con aumento del livello di falda
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Valutazione della robustezza di sistemi strutturali e geotecnici
“Un testo che declina dettagliatamente un concetto che reputo alla base della progettazione strutturale” (Franco Bontempi).“Nel volume non ci si limita ad introdurre in modo semplice la problematica, ma si guida il lettore alla comprensione della risposta strutturale agli eventi inattesi attraverso esempi concreti” (Ivo Caliò)La robustezza di un sistema strutturale e geotecnico è intesa, sostanzialmente, come la capacità di prevenire o ridurre le conseguenze derivanti da un evento locale (eccezionale e/o estremo).Il testo, suddiviso in due parti distinte per un’agevole consultazione, affronta con piglio autorevole e approccio operativo il tema – ancora oggi poco conosciuto – della valutazione del comportamento strutturale attraverso gli indici di robustezza.Tra i molteplici aspetti trattati, il manuale analizza, in dettaglio, il fenomeno del collasso progressivo, le forme con cui può manifestarsi ed i relativi meccanismi di innesco e propagazione, proponendo, poi, esempi di interventi di retrofitting per ottimizzare la risposta strutturale.Inoltre, vengono riportati, in maniera esaustiva, numerose applicazioni numeriche per la stima degli indici di robustezza, con particolare riferimento alle strutture esistenti in c.a., murature e opere geotecniche.Tali casi studio, rappresentano utili strumenti operativi per lo strutturista che si occupa di tali tematiche.Matteo FelittiTitolare dello studio ENGINEERING & CONCRETE CONSULTING, si occupa principalmente di calcolo strutturale, dissesti statici nelle costruzioni esistenti, degrado dei materiali e risoluzione di contestazioni. Cultore di Scienza delle Costruzioni ICAR/08, docente Esterno di “Calcolo Automatico delle Strutture” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.Francesco OlivetoIngegnere specializzato nell’ambito strutturale e geotecnico. Collabora con Gruppo Sismica srl per la formazione e lo sviluppo di metodologie di calcolo di strutture in muratura e in c.a. in condizioni di danno pregresso e attuale ai fini della stima della capacità residua.Gli Autori, in collaborazione con STACEC Srl, hanno sviluppato e implementato, nel software FaTA Next, alcuni modelli di degrado per la valutazione degli indicatori di rischio su strutture in calcestruzzo armato con danno inglobato. Tale argomento sarà oggetto di una prossima pubblicazione.
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