Sismabonus, ISI chiede di potenziare le agevolazioni fiscali

Dagli ingegneri sismici dell’ISI arrivano proposte per il settore residenziale e per gli immobili produttivi

Dagli ingegneri sismici è arrivata una richiesta precisa: potenziare il Sismabonus, mettendo mano a tutti gli aspetti critici che fino ad oggi hanno reso difficile l’avviamento delle detrazioni inerenti all’adeguamento sismico degli immobili. Gli ingegneri sismici dell’ISI ritengono di fondamentale importanza elaborare un report con tutti gli interventi che sono stati eseguiti grazie alle detrazioni fiscali, al fine di percepire i vantaggi forniti dal Sismabonus e da un suo possibile miglioramento. Inoltre, ISI sostiene che si debbano incrementare le agevolazioni, in special modo quelle sugli immobili produttivi poiché altrimenti non potrebbe essere conveniente l’adeguamento sismico e che si debba fare in modo che le diagnosi non seguite da interventi di adeguamento o miglioramento antisismico, siano detraibili.

Sismabonus, proposte ISI per il settore residenziale

Gli ingegneri sismici hanno elaborato diverse proposte per diffondere il Sismabonus nel settore residenziale. Tra queste troviamo:

– Fornire la facoltà ai soggetti incapienti (quei contribuenti che rientrano nella “no tax area”, quindi esenti dall’imposizione Irpef) di cedere il credito di imposta relativo all’Ecobonus, agli intermediari finanziari e alle banche;
– Incrementare la platea degli immobili per cui risulta possibile usufruire del sismabonus nei casi di “demolizione e ricostruzione senza aumento di volumetrie” a quelli localizzati nelle zone 2 (ad alta pericolosità) ed in zona 3 (dove si possono verificare sismi molto forti, anche se raramente);
– Allargare i benefici fiscali alle spese sostenute per le diagnosi sismiche, a prescindere che siano succedute o meno da lavori di messa in sicurezza.

Sismabonus, proposte ISI per gli immobili produttivi

Gli ingegneri sismici per incentivare l’adeguamento antisismico degli immobili produttivi, ritengono necessari:

– Modificare l’importo della detrazione per gli interventi inerenti alla messa in sicurezza sismica nel settore non residenziale, stabilendo un tetto massimo calcolato in base alla superficie dell’immobile;
– Applicare un correttivo tecnico sul Decreto Ministeriale 68/2017, uniformando la normativa inerente alle garanzie finanziarie da parte dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche a quella sulla sicurezza di impianti, macchinari e scaffalature industriali/commerciali;
– Allargare la possibilità di cedere il credito di imposta pure agli interventi svolti sulle unità indirizzate ad uso produttivo.

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Sismabonus, la strategia di lungo termine

Fino ad oggi, il Sismabonus non ha soddisfatto le aspettative. Il Consiglio nazionale degli ingegneri, l’anno scorso ha sostenuto che ciò deriva da una poca consapevolezza da parte dei tecnici e dagli interventi invasivi, perciò molto costosi. Per porre rimedio a queste problematiche, gli ingegneri sismici dell’ISI, propongono di:

– Assicurare al dispositivo fiscale un periodo abbastanza lungo per il suo rodaggio e per la sua consolidazione nella sensibilità dei cittadini, garantendo certezza della conferma e stabilizzazione della detrazione;
– Rendere partecipi i cittadini in un processo di conoscenza e condivisione degli strumenti ad oggi in vigore, tramite la predisposizione di una specifica documentazione informativa da spedire ai proprietari degli immobili, evidenziandone le possibili conseguenze dal punto di vista economico e sociale;
– Promuovere le campagne di informazione strutturate dai protagonisti della filiera, come le associazioni, le casse di previdenza dei professionisti, gli ordini e i collegi professionali;
– Elaborare, in Italia, una strategia per lo sviluppo di una cultura della copertura del rischio tramite appositi strumenti assicurativi.

Dal punto di vista dell’ISI, la questione non è fare in modo che sia obbligatoria la copertura assicurativa dell’immobile, ma incentivare la diffusione all’interno del mercato di polizze assicurative in grado di collegare alla sicurezza dell’immobile un palpabile e calcolabile ritorno economico per quanto riguarda il valore dell’immobile e la certezza del danno rimborsato in caso di calamità.

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Redazione Tecnica

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