Sicurezza sui luoghi di lavoro. Pro e contro della gestione “social” del cantiere

Tante sono le piattaforme utilizzate, alcune completamente gratuite (da adattare), e come qualsiasi altra cosa, anche in questo caso, ci sono tanti pro, altrettanti contro e non pochi rischi 

Circa l’ineluttabile evoluzione tecnologica, non è possibile non dedicare uno spazio nel Nuovo manuale del coordinatore per la sicurezza (CSE e CSP) nei cantieri edili , di Danilo G.M. De Filippo, all’utilizzo, ormai consolidato (forse, abusato), delle piattaforme “social” per la gestione della cantieristica.

In questo articolo, estratto dal manuale sopra citato, vedremo quali sono pro e contro legati all’utilizzo delle piattaforme social che sono state inizialmente approcciate dalle direzione lavori ma, col passare del tempo hanno, ovviamente, stimolato anche l’appetito dei Coordinatori per la Sicurezza che, con un occhio al principio dell’alta vigilanza, si ritrovano costantemente alla ricerca di metodologie sempre (troppo) smart per la gestione dei cantieri.

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Il presupposto è che, con l’utilizzo di piattaforme social esistenti o create ad hoc (ce ne sono moltissime), il nostro CSE possa risparmiare tempo (che, si sa, è denaro), potendo gestire più cantieri in modalità remota.

Tante sono le piattaforme utilizzate, alcune completamente gratuite, ma da adattare (WhatsApp, Messenger, Facebook Group e Facebook Workplace) e moltissime altre a pagamento (per cui non ne faremo il nome), espressamente calibrate alle esigenze.

Che dire? Come qualsiasi altra cosa, anche in questo caso, ci sono tanti pro, altrettanti
contro e non pochi rischi anche se, ad onore del vero, il periodo pandemico ha rappresentato un momento di test importante, specie rispetto alle necessità di doversi riunire in remoto e di scambiarsi documentazione tracciabile. E taluni processi culturali quando si mettono in moto, proseguono, inesorabili, la loro corsa.

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Quali sono i più evidenti vantaggi?

  1. Sicuramente possiamo parlare di un incremento nell’efficienza dei controlli (sull’efficacia è un altro discorso). Indubbiamente viene a semplificarsi il processo decisionale, fornendo la possibilità di coordinare, in tempo reale, tutti i soggetti che quotidianamente transitano dal cantiere (imprese, subappaltatori, lavoratori autonomi, fornitori e, perché no, persino organi di controllo);
  2. dato che (è evidente) la vera rivoluzione digitale è passata dallo smartphone, queste applicazioni sono divenute di uso quotidiano a chiunque, ragione per la quale è possibile avere interazione con tutti e, dunque messaggiare, inviare fotografie, riprendere video, scansionare documenti o imbastire, in pochi minuti, una video-riunione tra più soggetti;
  3. non va tralasciata la facile reperibilità, anche in termini cronologici, dello scambio di informazioni tra il CSE e gli altri soggetti. Sul loro valore probatorio in sede giudiziale ci torneremo poco più avanti, ma è fuor di dubbio che, rispetto al cartaceo (che, specie in cantiere, è oggetto di ogni tipo di maltrattamento, quando addirittura non viene smarrito), la chat consente una più efficace rintracciabilità delle situazioni di scambio informazioni;
  4. un altro dei fattori più importanti è la possibilità di coinvolgere, in una stessa “conversazione” (che a quel punto è una riunione di coordinamento) il maggior numero di soggetti possibile, a partire dal committente, sino all’ultimo (in ordine cronologico) dei lavoratori autonomi che hanno o faranno accesso in cantiere.

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Quali sono gli svantaggi?

“Non è tutt’oro ciò che luccica”. È un antico proverbio metaforico divenuto molto famoso per via della sua presenza ne Il mercante di Venezia di William Shakespeare ed ha il significato di mettere in guardia dalle cose che appaiono a vista convenienti e valide, ma poi possono rivelarsi molto meno lodevoli di quanto apparivano.

Abbiamo già fatto la disamina dei pregi sull’uso di app social in cantiere, cerchiamo adesso di evidenziare quelli che possono essere i limiti e i difetti:

  1. abbiamo detto che l’ampia “quotidianità” di utilizzo rappresenta un punto di forza ma, se ben riflettiamo, questo fattore potrebbe anche trasformarsi in motivo di debolezza:
    • quante volte ci è capitato di avere le chat intasate da innumerevoli messaggi?
    • Quanta importanza, in quel caso, riusciamo a dare ad ognuno di questi?
    • Non tendiamo forse a leggere con superficialità il contenuto di ogni messaggio, pur di passare al successivo?
  2. Un altro problema può essere rintracciato nella “fiducia” che riponiamo nella chat: “Ho inviato il messaggio. Deve leggerlo!”. Sappiamo tutti che, sotto questo aspetto, non esiste nessuna garanzia e, anzi, oggi proliferano le applicazioni che consentono di visualizzare determinati messaggi senza che il mittente ne abbia garanzia. Il rischio è di dare per scontato che il destinatario esegua una determinata operazione “solo” perché gli è stato comunicato in chat.
  3. Altro argomento rilevante è il valore probatorio della messaggistica. Sappiamo che la giurisprudenza si è pronunciata molte volte sull’argomento, in particolare con la sentenza del 25 ottobre 2017, n. 49016 della Corte di Cassazione, V sezione penale, nella quale si è affrontato il problema della validità legale e, in particolare, a fini probatori delle conversazioni effettuate e registrate tramite la chat di WhatsApp. Nel dispositivo di sentenza, la Cassazione riconosce ed ammette astrattamente che la conservazione delle chat di WhatsApp effettuata da uno dei partecipanti alla conversazione è una forma di registrazione e di documentazione di un fatto storico e che, per questo motivo, può, in linea di massima, essere validamente acquisita in processo come prova documentale. L’art. 234 del codice di procedura penale infatti stabilisce, al comma 1, che “È consentita l’acquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o qualsiasi altro mezzo”.
    Dall’altro lato, però, la Suprema Corte evidenzia che la validità probatoria della trascrizione degli scambi di messaggistica è concretamente subordinata al ricorrere di un requisito particolare, ossia all’acquisizione processuale anche del supporto telematico o figurativo contenente la conversazione (in quello specifico caso, il telefono cellulare).
    Ne consegue quanto sia importante conservare le chat sul dispositivo e
    non attraverso stampe o “screenshot”.
  4. Altro problema è quello che, basandosi su ciò che viene acquisito attraverso le foto e i filmati condivisi in chat, ci si può trovare davanti ad una realtà deformata e cioè dinnanzi ad una visione parziale dello stato del cantiere da cui potrebbe derivarne un’errata percezione dei rischi esistenti. Ricordiamo, infatti, che, pur accettando il principio dell’“alta vigilanza”, il coordinatore è comunque tenuto all’effettuazione di sopralluoghi dai quali può e deve evincere il mantenimento delle tutele prevenzionistiche.

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Nuovo manuale del Coordinatore per la sicurezza (CSE e CSP) nei cantieri edili

Quest’opera, aggiornata alle ultimissime modifiche ed integrazioni al d.lgs. n. 81/2008, si pone idealmente come ampliamento ed evoluzione del precedente testo pubblicato negli anni passati dalla casa editrice. Il nuovo manuale del coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili (CSE e CSP) è uno strumento completo e articolato, frutto dell’esperienza sul campo dell’Autore, che si rivolge ai professionisti della sicurezza in cantiere con un taglio pratico che, al rigore dei contenuti tecnici e giuridici, si accompagna a una trattazione scorrevole, immediatamente fruibile e user friendly, anche per avvicinarsi di più alle esigenze “social” dei tecnici che, sempre più spesso, si augurano di trovare riscontri immediati ai molti dubbi e alle difficoltà che il ruolo di CS propone. Il libro tratteggia con chiarezza i ruoli e le responsabilità e descrive con accuratezza la documentazione di cantiere, le modalità di redazione del PSC, il tutto reso estremamente operativo grazie alla analisi di casi concreti e agli indispensabili riferimenti giurisprudenziali. Completano l’opera un capitolo interamente dedicato alla gestione del cantiere con l’ausilio delle nuove possibilità offerte dalla tecnologia digitale e dalle piattaforme “social” (gestendo, ad esempio, diversi cantieri in modo rapido, efficente ed efficace) e un utilissimo prontuario delle violazioni. Danilo G. M. De Filippo Ingegnere meccanico, da sempre impegnato nella materia della sicurezza sui luoghi di lavoro, è stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Ispettore Tecnico del Lavoro, appartenente all’Albo dei formatori per l’INL, è anche docente esterno ed autore di numerosi testi e pubblicazioni in materia di sicurezza sul lavoro oltre ad essere parte attiva nell’organizzazione di eventi per la più ampia diffusione della prevenzione degli incidenti sul lavoro.

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Foto:iStock.com/Morsa Images

Redazione Tecnica

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