Il CNI interviene sul tema della verifica della sicurezza infrastrutture esistenti, inviando una lettera al Ministro delle Infrastrutture Toninelli, in cui rimarca l’esigenza assoluta di un protocollo nazionale serio di valutazione e classificazione delle infrastrutture, indispensabile per definire le modalità di controllo e i successivi interventi necessari, sulla base di procedure condivise dei dati su un’unica piattaforma nazionale.
Sicurezza infrastrutture: non servono controlli sommari
Gli ingegneri sostengono che il tema della sicurezza delle opere d’arte che compongono la rete delle infrastrutture può essere risolto esclusivamente partendo da un’accorta e specifica diagnostica accompagnata da relative verifiche e controlli da eseguirsi rispettando le conoscenze tecniche e scientifiche. Ma soprattutto puntualizzano che non possono essere messi sul campo controlli sommari e criticano il comportamento di quegli enti e amministratori che tendono a preoccuparsi della prevenzione solo in occasione di tragedie. Tale atteggiamento ansioso, che si è materializzato nel richiedere in pochi giorni informazioni sullo stato delle opere, è destinato al mancato ottenimento dei risultati attesi, anzi finisce con l’incrementare la sensazione di approssimazione alimentando anche la sfiducia nei confronti delle istituzioni.
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Sicurezza infrastrutture: serve un piano di conoscenza su tutto il territorio
Secondo il CNI non sono necessari provvedimenti urgenti ma atti organici che consentano di realizzare un progetto di conoscenza su tutto il territorio tramite l’opera di tecnici validi e competenti nei vari settori interessati.
Cosi prosegue il CNI nella nota: “Servono responsabilità ed azioni tecniche adeguate, e sarebbe sbagliato scambiare per emergenza quello che, al contrario, dovrebbe essere un impegno costante di ogni amministrazione centrale e periferica: conoscere, censire, mantenere, prevenire, stabilire criteri di intervento e priorità, ottimizzare le tipologie di intervento, acquisendo dati e informazioni omogenei utilizzabili a livello nazionale”
Sicurezza infrastrutture: attività professionali ad alto tasso di specializzazione non sono gratuite
Oltre al comportamento di alcune Amministrazioni che di fatto declassificano a semplice e frettoloso controllo visivo quello che il CNI invece auspica debba essere un approfondito progetto di conoscenza, gli ingegneri criticano la richiesta di una loro prestazione professionale gratuita, giustificata dal momento di emergenza senza tenere conto che ciò che serve realmente è la pianificazione di atti tecnici complessi che andrebbero eseguiti con continuità.
Si tratta di prestazioni professionali altamente specializzate e complesse che vanno svolte in tempi adeguati alla loro complessità e non possono essere richieste gratuitamente, perché comportano un’alta dose di impegno, competenza e assunzione di responsabilità da parte dei professionisti incaricati. Inoltre devono essere precedute da indagini preventive e esigono adeguate coperture finanziarie.
Per questi motivi, nella convinzione che una corretta cultura della prevenzione e della manutenzione delle infrastrutture potrà scaturire solo da iniziative ben ponderate, il CNI assicura che metterà in atto tutto ciò che è necessario per difendere i propri professionisti nell’ottica di tutelare gli interessi e la sicurezza di tutti i cittadini.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ribadisce infine l’importanza basilare dell’elaborazione di un protocollo nazionale di valutazione e classificazione delle opere d’arte infrastrutturali, già proposto nella nota indirizzata al Presidente del Consiglio Conte qualche giorno fa, per meglio definire le procedure di vigilanza e successivi interventi risolutivi da condividere in maniera trasparente su un’unica piattaforma nazionale.
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Metodi pratici per il rinforzo di elementi strutturali
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Santino Ferretti | 2018 Maggioli Editore
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