Sicurezza cantieri, Federarchitetti vede nero

Ieri si è tenuta a Roma la Terza Giornata nazionale per la sicurezza nei cantieri, organizzata dal sindacato dei liberi professionisti di settore. La fotografia scattata da Federarchitetti al convegno è preoccupante: i professionisti sono spesso esclusi dai processi decisionali, in molti tra i lavoratori immigrati sono privi di formazione, gli infortuni mortali sono in aumento nonostante la crisi. La manifestazione si è tenuta alla Casa dell’Architettura che, per l’occasione, ha ospitato anche la mostra dell’Anmil (Associzione nazionale tra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) “NO! Contro il dramma degli incidenti sul lavoro”.

 

“La legislazione italiana è tra le più avanzate al mondo – ha dichiarato Giancarlo Maussier, Presidente di Federarchitetti Roma – eppure, tra gli operai, soprattutto stranieri, che rappresentano la stragrande maggioranza delle maestranze in edilizia, gli incidenti sono in aumento”. Secondo gli ultimi dati dell’Inail, infatti, gli infortuni che hanno riguardato lavoratori immigrati sono stati circa 120mila. E nonostante la crisi, l’Italia centrale e la stessa Capitale hanno registrato una crescita generale degli incidenti (+1,7 a Roma, secondo le rilevazioni Eures). “In tempi di crisi delle costruzioni, sono cifre che hanno riflettere”, ha commentato il presidente Maussier.
Per raccontare il complesso rapporto tra il professionista in cantiere e gli operai stranieri, Federarchitetti ha presentato “C’era un rumeno a Roma”, video prodotto dal sindacato, che racconta il problema della sicurezza in edilizia mettendo sullo stesso piano lo sguardo del coordinatore della sicurezza e quello del lavoratore immigrato. Al video ha collaborato anche l’Anmil, che ha messo a disposizione una serie di immagini di forte impatto emotivo.
Sulla mancanza di formazione degli operai stranieri, che è alla base di molti infortuni, Federarchitetti ha proposto un progetto pilota di formazione, da gestire in collaborazione con le ambasciate competenti, destinato agli immigrati che cercano lavoro in edilizia. Troppo spesso, infatti, gli operai non conoscono né la lingua né le regole della sicurezza.
Federarchitetti ha inoltre stigmatizzato l’assenza ingiustificata dei coordinatori della sicurezza da tutti i tavoli decisionali, locali e nazionali. “Siamo noi liberi professionisti ad attuare le norme sulla salvaguardia dei lavoratori – ha puntualizzato il leader di Federarchitetti Roma – Ecco perché chiediamo di valorizzare il ruolo del coordinatore della sicurezza, quindi del professionista, all’interno di tutte le istituzioni e gli enti in cui si decide in materia di sicurezza”. Un caso esemplare è quello del CTP Roma, il Comitato Territoriale Paritetico, organismo preposto alla sicurezza di cui, per consuetudine, fanno parte soltanto le associazioni dei costruttori ed i sindacati dei lavoratori. Identica la situazione a livello nazionale: la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, istituita presso il Ministero del Lavoro per elaborare misure di prevenzione e protezione per i lavoratori, non ha al suo interno rappresentanti delle professioni tecniche, anche se le norme prevedono al suo interno la presenza delle parti sociali coinvolte.

Al dibattito, moderato dal presidente di Federarchitetti Roma Maussier, hanno partecipato, tra gli altri, Aldo Olivo, segretario dell’Ordine degli Architetti di Roma, Paolo Grassi, presidente di Federarchitetti, Luigi Abate, presidente della Commissione Sicurezza sui luoghi di lavoro della Regione Lazio, Davide Bordoni, assessore alle Attività Produttive del Comune di Roma, Maria Giovannone, amministratore delegato e responsabile Anmil Sicurezza, Maurizio Carrozzi, ispettore del lavoro presso l’AslRmD, Pio Certelli dell’Ufficio Consulenza Tecnica Inail, e Adina Lovin, incaricato d’affari dell’ambasciata di Romania in Italia.

Redazione Tecnica

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