“Siamo in Italia” è spesso il paravento che i pavidi usano per sancire la propria sudditanza ed accettazione, se pur non di buon grado, verso tasse assurde, provvedimenti iniqui, leggi scritte in lingua bizantina da australopitechi da reparto geriatrico e norme tanto complesse da risultare non solo di difficile applicazione ma spesso anche di ostica comprensione e metabolizzazione da parte degli operatori del settore stesso.
La (grottesca) novità dell’ultim’ora riguarda purtroppo l’interdizione agli Ingegneri (e Periti) Industriali della Regione Veneto alla compilazione degli Attestati certificazione energetica (ACE).
Ammetto mio malgrado di esserne rimasto in prima istanza a dir poco sbigottito, poi indignato, ora francamente schifato da quanto ho appreso.
Possibile tanta insensatezza? Possibile che un Ingegnere Industriale non possieda il bagaglio cognitivo per poter eseguire quelle operazioni che un Geometra è abilitato a fare?
Ora, non me ne vogliano i tecnici minori, sia ben chiaro, ma mi preme giusto fare alcune considerazioni oggettive:
Il percorso di studi, per esempio, di un Ingegnere Meccanico prevede il superamento di molti (difficili) esami che risultano ben più che sufficienti per acquisire le conoscenze necessarie in ambito di energetica per l’edilizia civile; basti pensare a corsi come:
– Tecnica del Controllo Ambientale,
– Fisica Tecnica,
– Impianti Termotecnici,
– Trasmissione del Calore,
– Misure Termofluidodinamiche,
– Termodinamica.
Ciò nonostante oggi si arriva in questo caso di assoluta demenza (o follia?) ad inibire agli Ingegneri Industriali di potersi cimentare nelle certificazioni energetiche, quando invece queste non sono interdette, per esempio, ai Geometri!
La cosa più ilare è che nella stragrande maggioranza dei casi i corsi di Fisica Tecnica Ambientale (che poi è il corso indispensabile per ricevere i rudimenti e le nozioni fondamentali per operare nel settore energetico dell’edilizia civile) è quasi sempre tenuto da docenti laureati in Ingegneria Industriale (ossia meccanica ed elettrica)!!!
Forse allora, visti gli antefatti, dovremmo anche impedire che gli Ingegneri Civili, Edili e gli Architetti si cimentino nella progettazione degli impianti elettrici e degli impianti termici nella loro totalità!
Stiamo sconfinando nel ridicolo…o forse siamo di fronte all’ennesimo paradosso di natura prettamente e squisitamente (per non dire schifosamente) giurisprudenziale.
La questione, in realtà, risulta assai fumosa in termini puramente interpretativi anche a livello nazionale: la certificazione energetica degli edifici, allo stato attuale, è infatti regolamentata dal noto d.lgs. 115/2008, il quale, al punto 2 dell’allegato III sentenzia: “Si definisce tecnico abilitato un tecnico operante (…) iscritto ai relativi ordini e collegi professionali ed abilitato all´esercizio della professione relativa alla progettazione di edifici ed impianti, asserviti agli edifici stessi, nell´ambito delle competenze ad esso attribuite dalla legislazione vigente. (…) Ove il tecnico non sia competente nei campi sopra citati (o nel caso che alcuni di essi esulino dal proprio ambito di competenza), egli deve operare in collaborazione con altro tecnico abilitato in modo che il gruppo costituito copra tutti gli ambiti professionali su cui e´ richiesta la competenza”.
Il problema è pertanto, come menzionato poco sopra, puramente di natura interpretativa: poiché la Legge non stabilisce le competenze professionali per le singole specializzazioni, ma si limita semplicemente a richiedere che “i professionisti siano iscritti agli ordini e collegi professionali” e siano “abilitati alla progettazione di edifici ed impianti”, senza però specificare in modo univoco ed incontrovertibile QUALI e QUANTI siano in effetti i titoli necessari per rientrare in queste categorie di “eletti”.
Fortuna (o caso) vuole che le normative regionali vigenti in Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna, consentano ad oggi l’iscrizione agli elenchi regionali a tutti i Periti iscritti agli albi professionali, senza fare distinzioni di specializzazione. In regione Veneto, inoltre, le competenze per la certificazione energetica vengono già riconosciute anche agli Architetti ed ai Geometri che, effettivamente, non avrebbero proprio un gran bagaglio di conoscenze tecnologiche specifiche in ambito di impiantistica e dovrebbero pertanto, sulla base di un semplice sillogismo aristotelico, essere soggetti alla collaborazione di un professionista con queste specifiche competenze. Non è così.
Non mi cimento poi nell’annoso discorso sulle competenze dei laureati triennali Vs quinquennali in quanto solleverei un vespaio senza fine … però in effetti … qualche lacuna ed incongruenza credo la troviate anche voi tutti, cari lettori.
E gli Ordini, il CNI, il CTI? Tacciono? Speriamo che qualcuno si dia una bella svegliata, perché qui stiamo affogando … e non nell’acqua a quanto pare …
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