Screening energetici ed efficientamento del patrimonio edilizio pubblico storicizzato

A seguito del recepimento delle normative europee sull’efficienza energetica, l’Italia ha definito un piano strategico per il miglioramento del comportamento energetico del proprio patrimonio edilizio. Per raggiungere gli obiettivi 2020 è necessario, però, che il rinnovamento parta in primis dal buon esempio della Pubblica Amministrazione, soprattutto attraverso screening energetici estesi e interventi mirati. Questo tipo di patrimonio, tuttavia, presenta anche un numero elevato di organismi edilizi variamente storicizzati e ad oggi spesso esclusi con lecite deroghe dai programmi di intervento, ma che, per consistenza numerica, ruolo e valore architettonico, si ritiene debbano rientrarvi a tutti gli effetti.

Alcuni degli edifici dell’Università degli Studi di Ferrara, il cui parco edilizio complessivo è oggetto di un’indagine globale di screening energetico
Screening energetici e azioni di efficientamento di edilizia pubblica: Alcuni degli edifici dell’Università degli Studi di Ferrara, il cui parco edilizio complessivo è oggetto di un’indagine globale di screening energetico.
Il campus universitario di Ferrara è di tipo “diffuso”, collocato soprattutto all’interno del perimetro della città murata, ed è formato da 48 edifici (per un totale di quasi 160.000 m2) di differenti tipologie edilizie, tra le quali quelle rappresentate da numerosi edifici storici. L’Università di Ferrara, attraverso il gruppo di lavoro “Unife Sostenibile” e l’adozione di un Piano della Sostenibilità si sta impegnando sensibilmente per diventare sempre più un “campus sostenibile” (www.sostenibile.unife.it).

È necessario, infatti, un cambio di mentalità quando si operi nel campo degli edifici sottoposti a tipologie di vincolo che autorizzerebbero una deroga quasi automatica all’applicazione dei requisiti normativi: un efficientamento attento e calibrato sulla fabbrica storica non significa un atto di violenza, di sopraffazione meramente tecnico-prestazionale, bensì un’azione di più attenta conservazione e valorizzazione del bene, compreso il restauro dell’originario funzionamento ambientale dell’organismo edilizio. Si tratta, tuttavia, di privilegiare sempre il concetto di “miglioramento” anziché di “adeguamento” prestazionale.

Sala Urbana - Palazzo d'Accursio, sede istituzionale del Comune di Bologna
Sala Urbana – Palazzo d’Accursio, sede istituzionale del Comune di Bologna. Caso studio 3ENCULT
Porzioni dell’edificio sono state sottoposte a profondi screening energetici e ad interventi di efficientamento energetico. (Foto di Daniele Zappi. Per gentile concessione dell’arch. Faustini, Settore Edilizia e Patrimonio del Comune di Bologna).

È necessario dunque un inquadramento del panorama normativo europeo di riferimento e come esso sia stato recepito ed evoluto a livello nazionale, in particolare, in merito ai provvedimenti pensati per il patrimonio pubblico (soprattutto attraverso i disposti normativi D.L. 63/2013, poi convertito dalla L. 90/2013, e del d.lgs. 102/2014, come pure attraverso importanti piani settoriali: “STREPIN – Strategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale”, elaborato dall’ENEA, con il coordinamento del Ministero dello sviluppo economico e pubblicato nel Novembre 2015; “PREPAC – Piano Riqualificazione Energetica Pubbliche Amministrazioni Centrali”; “PANZEB – Piano d’Azione per gli edifici ad Energia quasi Zero”).

La conoscenza e la catalogazione della consistenza nazionale del numero e tipologia di edifici pubblici e quanti di questi possano essere considerati edifici storici, o più recenti, ma già con valori culturali da tutelare, si rivelano, inoltre, indagini imprescindibili per indirizzare correttamente le politiche attuative di efficientamento verso il miglior rapporto costi/benefici.

Due esempi di scheda “interventi” tratte dalle “Linee di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani”
“Intonaco termoisolante esterno” e “Messa in opera sul lato interno di un secondo serramento”. Due esempi di scheda “interventi” tratte dalle “Linee di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani”, MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ottobre 2015. Parte a cura di Alessandra Battisti.

Di particolare interesse, per il corretto orientamento degli operatori coinvolti nel processo, sono due linee guida italiane: il “Progetto A.T.T.E.S.S. – Edilizia storica e sostenibilità ambientale. La qualità delle prestazioni energetico-ambientali nella manutenzione dell’architettura storica. Linee guida” e le “Linee di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani”, MiBACT, ottobre 2015. Come pure significativi nella stessa direzione sono i risultati di due progetti europei: “3ENCULT– Energia Efficiente per il Patrimonio Culturale Europeo” e “EFFESUS- Energy Efficiency for EU Historic Districts’ Sustainability”.

Progetto di ricerca “Unife sostenibile. Screening energetico del patrimonio edilizio dell’Ateneo di Ferrara e proposte preliminari per la fase di programmazione degli interventi di retrofit”
Efficientamento energetico patrimonio edilizio pubblico. Progetto di ricerca “Unife sostenibile. Screening energetico del patrimonio edilizio dell’Ateneo di Ferrara e proposte preliminari per la fase di programmazione degli interventi di retrofit”, Centro Ricerche Architettura>Energia, Dipartimento di Architettura, Unife. Responsabili scientifici: proff. Pietromaria Davoli, Giacomo Bizzarri e Andrea Rinaldi. Gruppo di lavoro: V. Belpoliti, G. Bizzarri, M. Calzolari, E. Cattani, P. Davoli, S. Pitzianti, A. Rinaldi. Obiettivo della ricerca è mettere a punto uno strumento di analisi speditiva a supporto della programmazione degli interventi di retrofit.
Il sistema è stato elaborato partendo dalla suddivisione degli edifici dell’Ateneo in sottogruppi (clusters), omogenei per caratteristiche tipologiche e tecnologiche. Per ciascuno sottogruppo è stato individuato un edificio rappresentativo (nell’immagine sono mostrati i primi tre), di cui è stata svolta una simulazione energetica estremamente dettagliata. I risultati delle simulazioni sono stati confrontati con i dati di consumo reali. La correzione del modello analitico, in base al confronto con i consumi reali, ha permesso di ottenere un modello di calcolo sufficientemente corretto ed estendibile a tutti gli atri edifici del cluster attraverso una parametrizzazione dei dati più rilevanti. Questo permette di ottenere il dato di prestazione energetica globale dell’intero complesso di edifici attraverso un calcolo speditivo e semplificato, utile sia per l’analisi dello stato di fatto, sia per lo studio di diverse strategie di retrofit (cfr. Davoli P., Belpoliti V., Boarin P., Calzolari M., Metodi innovativi per la riqualificazione sostenibile del patrimonio edilizio esistente. Un percorso trasversale dall’housing sociale al costruito tutelato, in “Techne”, n. 8/2014, Ricerca e progetto. Trasferimento di conoscenze, pp. 181-189).

Altrettanto strategico è individuare o elaborare appositamente strumenti di indirizzo e di supporto all’azione di efficientamento degli edifici antichi. Alcune di queste metodiche e i relativi tool già sono disponibili o in fase di approfondimento. E ciò sia sul fronte dell’analisi del comportamento energetico della singola costruzione attraverso metodi di calcolo e di simulazione che si avvicinino sempre più ai consumi reali dell’edificio storico (tenendo quindi in considerazione tutta una serie di fattori che i modelli di simulazione correnti cosiddetti “semplificati”, pensati per la nuova costruzione o per edifici esistenti recenti, non riescono a valutare correttamente), sia su quello di idonee procedure che possano restituire valutazioni speditive di grandi patrimoni al fine di consentire efficaci programmazioni preliminari sulla tipologia e la convenienza dei diversi scenari di intervento (dalla soft alla deep renovation).

Articolo di Marta Calzolari * e Pietromaria Davoli **
Assegnista di ricerca e Ph.D. di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Ferrara. Svolge attività di ricerca all’interno della sezione “architettura” del Centro Ricerche Architettura>Energia.
** Professore Ordinario e Ph.D. di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. Direttore del Centro Ricerche Architettura>Energia.

 

Redazione Tecnica

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