Sardegna. La Consulta boccia l’albo degli appaltatori alternativo alle SOA

La Corte costituzionale boccia le norme relative all’istituzione dell’Albo regionale degli appaltatori (il c.d. ARA), contenute nella legge della Regione Sardegna n. 14 del 9 agosto 2002, in particolare gli artt. 1 e 2. Dunque si ripristina, anche in Sardegna, l’unicità delle certificazioni SOA per la partecipazione agli appalti, gettando nel panico le piccole e micro imprese sarde (soprattutto quelle a conduzione famigliare) che hanno sfruttato in questi anni l’iscrizione all’ARA per partecipare a costi ridotti ai bandi d’appalto regionali.

 

Ci stiamo impegnando per attenuare l’impatto della sentenza della Corte costituzionale e per salvaguardare l’accesso delle imprese sarde agli appalti di interesse regionale”, ha commentato Angela Nonnis, assessore regionale ai Lavori pubblici.

 

Rimane il dubbio su come si procederà nell’immediato futuro, poiché, se la sentenza della Consulta è immediatamente operativa, è anche vero che sono tuttora in corso di aggiudicazione numerosi bandi di lavori che prevedono come requisito il possesso della certificazione SOA o l’iscrizione all’Albo regionale degli appaltatori.

 

Attiveremo ogni opportuna iniziativa, anche di tipo transitorio, a nostra salvaguardia, nelle more della prossima discussione in aula del disegno di legge sulla regolamentazione del nuovo sistema regionale di qualificazione”, conclude Nonnis, preoccupata per i riflessi devastanti che potrebbe avere sul tessuto delle micro imprese edili sarde il permanere della situazione.

Redazione Tecnica

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