Uno dei temi più interessanti affrontati ultimamente è senz’altro quello relativo alla possibilità di prendere le stazioni ferroviarie cadute in disuso in comodato gratuito. Insieme alla ristrutturazione Case Popolari rende importante nel nostro paese il tema del riuso, e quindi dello stop al consumo del territorio.
Disuso e riuso. Sono, queste, oggi, due parole chiave. La ristrutturazione e il comodato d’uso sono due interventi tecnicamente differenti (uno è un intervento edilizio e l’altro no), ma rientrano entrambi in una visione dell’edilizia che si proietta verso il futuro, visione che non sempre in Italia è così scontata: il riuso di edifici esistenti ma abbandonati e caduti in disuso. La ristrutturazione spesso comporta interventi massicci e costosi, ma va nella direzione della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, una buona strada che concilia riuso ed efficienza energetica. Il comodato d’uso è semplicemente un prestito (nel caso delle Stazioni ferroviarie ad affitto zero), proposto dalle ferrovie dello Stato per mantenere in vita e in stato decoroso le stazioni “impresenziate”, quelle cioè in cui ormai ci sono solo le biglietterie elettroniche e non i “bigliettai”. Potremmo quindi ribattezzarlo “comodato di riuso”.
L’avvento dei nuovi sistemi tecnologici per la vendita dei biglietti ha di fatto spazzato via le vecchie biglietterie, rendendo desuete le piccole stazioni. “L’automazione dei comandi e la loro attivazione out-station in un unico centro deputato ha quindi imposto una diversa utilizzazione delle risorse umane ed è questo un caso tipico di come lo sviluppo e il potenziamento tecnologico possa mettere in crisi e rivoluzionare l’organizzazione del lavoro preesistente”. L’hanno detto Fabrizio Torella e Teresa Coltellese del Cesvot, il Centro servizi volontariato della Toscana che provvederà a trasmettere le richieste al referente territoriale di RFI, che hanno scritto un documento dedicato proprio al comodato d’uso delle stazioni.
Ma parliamo delle Case popolari. Più di 20mila abitazioni popolari sono attualmente inagibili in Italia. Verranno messe a disposizione dei soggetti in lista d’attesa per l’assegnazione di alloggi sociali. I soldi stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sono 470 i milioni e servono a ristrutturarle. Le Regioni e i Comuni saranno naturalmente gli attori principali della ristrutturazione, che potrà essere manutenzione straordinaria o manutenzione ordinaria.
Case popolari: manutenzione ordinaria o manutenzione straordinaria?
Circa 67 milioni di euro saranno destinati agli interventi di manutenzione ordinaria “di non rilevante entità”. Questi interventi renderanno disponibili circa 5000 alloggi sfitti o al momento inadeguati al loro utilizzo.
400 milioni saranno utilizzati per gli interventi di manutenzione straordinaria degli alloggi (adeguamento energetico, impiantistico statico e del miglioramento sismico degli immobili): saranno recuperati quasi 19.000 alloggi di proprietà dei Comuni, ex IACP, case popolari ed ERP.
Si, ma con quali tempistiche?
Le Regioni riceveranno subito le risorse messe a disposizione dal MIT e avranno 30 giorni di tempo dal momento in cui il Ministero darà loro comunicazione del trasferimento dei fondi.
Le risorse andranno poi trasferite ai Comuni, che entro sessanta giorni dovranno concludere i lavori di manutenzione ordinaria.
Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione straordinaria, l’inizio dei lavori dovrà avvenire entro 12 mesi dalla data del provvedimento regionale di concessione del finanziamento, da adottare sempre entro 30 giorni dalla comunicazione ministeriale.
L’operazione ha risvolti positivi perchè va incontro a chi da mesi è in stato di precarietà o in lista d’attesa per ottenere un alloggio sociale. Il sociale si unisce quindi al riuso “edilizio”: prendere case non agibili e sfitte, ristrutturarle e metterle in sicurezza, renderle riutilizzabili, sicure e “socialmente utili”.
Il progetto per le Stazioni ferroviarie è è finalizzato a sviluppare azioni innovative e di sostegno sociale su tutto il territorio nazionale, offrendo inoltre alle associazioni di volontariato l’opportunità di usufruire di questi spazi, che potranno diventare, in base all’accordo, spazi fruibili d’incontro e promozione del volontariato.
Riuso e sociale. Interventi edilizi intelligenti e utili,per due motivi: 1) perchè danno casa e lavoro a chi ne ha bisogno, 2) perchè contribuiscono a diffondere la mentalità dello “stop al consumo di suolo”, che non è obbligatoria e va portata avanti con razionalità, ma quando dà simili opportunità e si collega a simili azioni non bisogna esitare.
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