Riforma governo del territorio, Inu a bomba sulle forze politiche

Il Parlamento che sarà scelto dai cittadini e il governo che si formerà avranno responsabilità importanti, innanzitutto sul versante del contrasto alla crisi economica, ma anche per la necessaria riforma del gorverno del territorio, che risale a più di 60 anni fa. L’intervento del legislatore è fondamentale per supportare la riqualificazione delle città, per difendere l’ambiente, portare innovazione al piano urbanistico e mobilità sostenibile, nell’ottica della realizzazione del sistema di infrastrutture e servizi di cui le città italiane sono ancora fortemente carenti. Per una “città pubblica”.

A proposito, per esempio di mobilità sostenibile, leggete anche Auto elettriche, ecco i dettagli degli incentivi 2013.

L’Istituto Nazionale di Urbanistica ritiene che le decisioni urgenti da prendere non siano limitate al campo dell’economia: è urgente intervenire anche nel settore del governo del territorio, regolato nel nostro Paese da una legge che nell’impianto originario è degli anni Quaranta del secolo scorso. Nuove consapevolezze, a partire dall’importanza del recupero e della riqualificazione di importanti porzioni di città e territori – unica modalità questa per combattere il consumo di suolo e preservare il terreno agricolo – si sono nel frattempo fatte strada. Nuove attenzioni pubbliche hanno preso corpo nei riguardi dell’ambiente e della difesa del territorio che richiedono un aggiornamento normativo e la contestuale individuazione di nuove risorse per rilanciare l’azione amministrativa nel governo del territorio.

L’Inu ha rivolto quindi un appello alle forze politiche del Parlamento che verrà e ai membri del governo sul punto di insediarsi: si approvi una riforma dei “principi fondamentali del governo del territorio”, un atto ormai costituzionalmente obbligatorio dopo il nuovo Titolo V.
L’Inu chiede una legge fatta di pochi articoli, ma tale da rendere più solide e giuridicamente fondate le leggi regionali, da definire più spedite e trasparenti procedure di formazione dei piani urbanistici, che richiami i principi del governo cooperativo, che consenta un efficace contrasto all’eccessivo e insostenibile consumo di suolo e che, al contempo, incentivi in modo determinante il processo di riqualificazione e rigenerazione urbana. Una legge che innovi in modo ancora più deciso di quanto non sia stato fatto nel recente passato la forma strutturale del piano, abbandonando definitivamente la via regolativa, puntando a documenti programmatici.

Una legge dunque che consenta l’innovazione del piano urbanistico, che rimane lo strumento più efficace per guidare i processi di trasformazione urbana e territoriale e per governare la metropolizzazione delle città. La struttura del piano va resa più semplice ed essenziale, adeguata alle esigenze della contemporaneità.

Nuove parole chiave devono trovarvi spazio:
– il contrasto della dispersione insediativa e del conseguente consumo di suolo;
– la mobilità sostenibile;
– il riciclo urbano;
– un concetto di rete ecologica in grado di valorizzare le aree a maggiore potenziale ambientale;
– sviluppo e utilizzo di ‘energia alternativa che faccia funzionare il sistema urbano e territoriale.

Accanto a questo tipo di riforma è fondamentale trovare lo spazio per dotare i centri urbani delle risorse fondamentali per costruire “la città pubblica”, vale a dire il sistema di infrastrutture e servizi di cui le città italiane sono ancora fortemente carenti, e in generale per garantire un efficiente sistema di governo del territorio. In tempi di tagli agli enti locali e di spending review il problema della penuria di risorse è quanto mai ingigantito: è compito della politica farvi fronte. L’Inu propone una riforma della fiscalità locale che abbia l’obiettivo di incentivare la rigenerazione e la riqualificazione urbana, per favorire processi di inclusione sociale, e una graduale fiscalizzazione della rendita fondiaria per finanziare le infrastrutture urbane.

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