Da ieri molte aziende rischiano di andare fuori legge perché, in base alla nuova classificazione, molti rifiuti diventano da non pericolosi a pericolosi. Gestori e produttori di rifiuti ne sentiranno le conseguenze e il sistema di smaltimento dei rifiuti rischia di bloccarsi. Ma vediamo cosa sta succedendo.
La norma che ha provocato tutta questa confusione è in contrasto con i regolamenti (il n. 1357/2014) e le decisioni (la n. 955/2014) dell’Europa, che entrano in vigore dal primo giugno 2015.
Nessuno è riuscito a fermarla, la norma italiana, neanche il ddl di conversione del Milleproroghe che non è stato in grado di congelarla fino al primo giugno 2015 in modo da sovrapporsi alla normativa europea. Una norma irrefrenabile quindi? Pare di si. A parte gli scherzi: in sede di conversione del Milleproroghe, la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha respinto gli emendamenti perché incompatibili con la normativa UE. Ma nessuno in Europa ha adottato una normativa simile a quella italiana (che è la 116/2014). Nessuna spiegazione, seppur promessa, è stata data in proposito. Perchè quegli emendamenti sono stati respinti?
La norma in questione incide sui rifiuti non pericolosi con “codici a specchio” (“a specchio” significa che possono essere pericolosi o no) che si troverebbero a diventare pericolosi quasi sempre (si tratta del 66% della produzione totale di rifiuti speciali, 85 milioni di tonnellate). Perché? Per “precauzione”, semplicemente per questo motivo: molti rifiuti fino a ieri classificati come “a specchio”, “per precauzione” rischiano di diventare pericolosi.
Le modalità per valutare la pericolosità dei rifiuti non considerano il contesto di provenienza e le materie impiegate. In più impongono la ricerca dei composti peggiori: cioè, si introduce un giudizio soggettivo e si prescinde dal giudizio tecnico.
Anche se diventano pericolosi solo per precauzione (un principio che non ha senso in sede di legislazione), per i nuovi rifiuti pericolosi vale lo stesso il sistema sanzionatorio. I nuovi pericolosi non saranno nemmeno più gestibili dagli impianti che li hanno gestiti fino a oggi.
È un problema di costi e di gestione impiantistica: presto gli impianti per i rifiuti pericolosi saranno pieni. Allora, ne vedremo delle belle.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento