L’intonaco armato è una soluzione interessante per il consolidamento di facciate e pareti interne di edifici esistenti che necessitano di mirati interventi contenitivi in caso di cedimenti o distacchi. Un’armatura, chiamata ‘rete porta-intonaco’, garantisce al materiale un’elevata resistenza meccanica, migliorando la stabilità e l’aderenza al substrato nel rispetto delle esigenze di sicurezza e di miglioramento sismico.
L’intonaco armato offre un valido contributo in sede di ristrutturazione edilizia, specialmente se l’edificio presenta un quadro fessurativo evidente, causato da fattori differenziati di degrado o sollecitazioni che possono causare decoesioni. Grazie alla ricerca di aziende operanti nel settore, si è giunti all’utilizzo di reti porta intonaco sempre più performanti, competitive e a basso impatto.
Quali sono le caratteristiche dell’intonaco armato?
La caratteristica principale dell’intonaco armato è il posizionamento in fase esecutiva di una rete a maglie fitte tra l’intonaco ed il supporto murario, cui è demandata la distribuzione uniforme degli sforzi sull’intera superficie. Questa tecnologia, introdotta sin dagli anni Ottanta, trovava soluzioni nell’utilizzo di reti metalliche o elettrosaldate, ormai quasi del tutto sostituite da prodotti plastici o di derivazione del vetro, il tutto a beneficio della resa e della prevenzione di fenomeni ossidativi legati ad infiltrazioni ed esposizione agli agenti atmosferici.
La tecnica di rinforzo con intonaco armato in genere consiste nell’applicazione delle reti porta-intonaco sulla superficie delle murature, debitamente inglobate nell’intonaco steso con spessore limitato in relazione alle necessità progettuali. Nel caso di murature in stato di degrado o particolarmente incoerenti (murature a sacco, in pietrame e ciottoli disordinati, ecc.), la maggiore efficacia del sistema si ottiene realizzando l’intonaco armato su entrambe le facce della muratura ed utilizzando opportuni connettori.
Potrebbe interessarti: Inserimento di pareti strutturali edifici esistenti. Cosa c’è da sapere?
Cosa prevede la tecnica di applicazione?
La procedura di applicazione della tecnica di rinforzo consiste nelle seguenti fasi:
a) rimozione dell’intonaco esistente e della malta dai giunti tra gli elementi da entrambe le facce,
b) applicazione di un primo strato di intonaco (rinzaffo),
c) esecuzione di fori passanti per consentire l’inserimento dei connettori,
d) applicazione della rete su entrambe le facce, e) inserimento nei fori dei connettori ed iniezione di resina per solidarizzare i connettori,
f) applicazione di un nuovo strato di intonaco. Questa tecnica si utilizza quando il grado di sicurezza risulta insufficiente, essendo presenti tensioni superiori a quelle ammissibili.
Le reti porta-intonaco devono garantire un’azione antifessurativa coniugando leggerezza, flessibilità e sagomabilità: tutto ciò può essere raggiunto grazie a una notevole gamma di materiali. Le reti polimeriche sono estruse durante la fase di produzione con processi di stiraggio, sia longitudinali che trasversali, con le giunzioni tra le due orditure stampate in un tutt’uno senza intreccio o saldatura.
Le reti in filati di fibra di vetro sono ideali per armare un intonaco con prestazioni, oltre che contenitive, anche mirate ad un isolamento termico (cappotto): la rete è composta da fili in fibra di vetro incollati tra loro mediante l’utilizzo di una resina termoindurente. Si presenta molto resistente e leggera, facile da installare e assolutamente adattabile alle irregolarità delle superfici di ancoraggio.
Leggi anche: Interventi Sismabonus 110%: il rinforzo delle strutture voltate con FRCM
Le reti sono vendute in teli arrotolati e, a seconda delle case produttrici, si possono implementare le caratteristiche ignifughe, aggiungendo degli additivi ritardanti al fuoco, disponibili su richiesta e che ne aumentano le prestazioni tecniche. L’utilizzo del sistema di consolidamento non richiede particolari tipi di malte (si possono utilizzare soluzioni a base cementizia, calce idraulica, pozzolana ecc.), ma sarà cura del progettista individuare le malte più adatte per l’utilizzo specifico sulla base della tipologia di muratura su cui si va ad operare e della maglia di rete prescelta. In ogni caso, è buona norma far sovrapporre i teli di rete per circa 10 cm, in modo da garantire continuità alla struttura di supporto.
Vantaggi intonaco armato con reti non metalliche:
- elevata azione antifessurativa
- azione porta-intonaco
- totale inerzia chimica
- riduzione e controllo del ritiro dell’intonaco
- duttilità, leggerezza, flessibilità, sagomabilità
- buone caratteristiche meccaniche e prestazionali in ambito statico e sismico
Articolo di Andrea Cantini
Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc
Interventi locali su edifici esistenti
Interventi locali su edifici esistenti
Questo manuale tecnico-pratico aiuta il progettista (architettonico, impiantista e strutturale) che si accinge a effettuare un intervento di tipo “locale” su un fabbricato esistente. Frutto dell’esperienza pluriennale degli Autori nell’ambito della progettazione sul costruito esistente, l’opera, lungi dall’essere un mero elenco di istruzioni pratiche da seguire pedissequamente, tratta il tema degli interventi locali con taglio operativo sempre tenendo in considerazione che questa tipologia di interventi deve agire sul fabbricato senza snaturarne il funzionamento originario, a garanzia della sicurezza di persone e cose. Nel manuale si individuano le opere che rientrano nella categoria “intervento locale” in accordo con le NTC 2018, meglio esplicitate dalla Circolare applicativa n. 7/2019. Sono proposte anche alcune tipologie di intervento che possono perseguire le finalità indicate dal Legislatore. L’opera tratta anche gli interventi tipologici catalogati in funzione della tipologia strutturale dell’edificio esistente (costruzioni sismo-resistenti in muratura, calcestruzzo armato o acciaio), fornendo indicazioni sulla scelta dell’intervento ottimale in base al sistema costruttivo. Completano la trattazione preziosi consigli operativi sulle accortezze da avere nella preparazione dei dettagli costruttivi. I capitoli finali affrontano la progettazione degli interventi locali con la redazione dei modelli di calcolo globale e offrono una rassegna di interventi “a prima vista” locali ma che in realtà comportano effetti peggiorativi sulla costruzione, il tutto corredato da spunti quantitativi e analitici; infine sono proposti due casi studio di interventi locali su un fabbricato in c.a. prefabbricato e su una porzione di casolare in muratura con l’applicazione delle detrazioni previste dal Sismabonus. Francesco CortesiIngegnere, libero professionista nell’ambito della progettazione e direzione dei lavori strutturali di nuovi fabbricati e di interventi sugli edifici esistenti. Attualmente si occupa di interventi di recupero su edifici danneggiati dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016. Laura LudovisiIngegnere, svolge l’attività di libero professionista, come progettista strutturale, direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza, interessandosi in modo particolare del consolidamento e recupero di edifici esistenti. Tra i lavori svolti si annoverano progetti di miglioramento sismico di edifici danneggiati dal sisma (Umbria 1997, L’Aquila 2009, Emilia-Romagna 2012, Centro Italia 2016). VOLUMI COLLEGATI:La progettazione strutturale su edifici esistenti, F. Cortesi, L. Ludovisi, V. Mariani, I ed. 2018Metodi pratici per il rinforzo di elementi strutturali, S. Ferretti, I ed. 2018
Francesco Cortesi, Laura Ludovisi | 2019 Maggioli Editore
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento