Renzo Piano e Casa Italia per la ricostruzione: budget e linee guida. Chi compone la squadra di lavoro?

Per la ricostruzione e l’ adeguamento sismico arriveranno risorse “importanti” nella Legge di Stabilità per il 2017. Su Casa Italia “i soldi per partire ci sono” ha detto Renzi in Senato, ieri. E ha aggiunto: “Sui costi è difficile fare stime: dipende da cosa ci metti dentro. Ma non abbiamo paura a mettere tutto quello che serve su Casa Italia. Penso ad esempio alle scuole per i ragazzi, su cui non c’è discussione”. Il Dpcm firmato dal premier è alla registrazione della Corte dei Conti. La priorità è stata posta sulla casa. Come prima cosa quindi bisogna risolvere il rischio sismico e idrogeologico delle case. Poi il tema della messa in sicurezza delle scuole.

Il primo nucleo di esperti per la ricostruzione di Casa Italia sarà composto da 17 esperti, oltre al coordinatore, il rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone. “Ho già in mente i curricula, non appena il decreto sarà registrato, li proporrò” ha detto Azzone. La collaborazione tra Renzo Piano g124 e Casa Italia ha uno scopo principale: fare interventi tecnicamente corretti e il meno possibile invasivi sulla vita delle persone.

 

Adeguamento sismico: il contributo di Renzo Piano

Sempre ieri, anche Renzo Piano ha parlato ai colleghi senatori dando loro alcune linee operative sulla prevenzione e sull’adeguamento sismico.

Ha detto Renzo Piano: “Stiamo parlando di 10 milioni di case sulla spina degli Appennini, questo patrimonio può essere messo in sicurezza con un costo limitato. Soldi che si possono trovare facilmente nel bilancio di ogni anno e che rientrano immediatamente perché sono micro-cantieri, si tratta di cominciare e di non smettere più”.

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Piano ha dato anche alcune linee guida dal punto di vista operativo per la ricostruzione. È necessario “realizzare dieci prototipi da realizzare lungo l’asse degli appennini. Bisogna sceglierli attentamente tra il patrimonio vetusto, realizzato da oltre 70 anni, e il patrimonio più recente, costruito nel dopoguerra”.

Piano ha anche parlato di cantieri leggeri, cui aveva accennato anche subito dopo il sisma in Centro Italia. “I cantieri leggeri consentono di non allontanare le persone dalle case e di abbassare i costi” ha detto. E ha proseguito: “La diagnostica – ha detto Piano – consente di passare a una cantieristica leggera”. Più la diagnosi è precisa, più i cantieri possono essere leggeri.

Renzo Piano e G124, il suo gruppo di architetti, lavoreranno in collegamento con la struttura guidata da Azzone.

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Ricostruzione e adeguamento sismico: gli obiettivi

Azzone ha spiegato come si procederà nella realizzazione degli interventi pilota a cui sta lavorando Renzo Piano. “L’obiettivo è arrivare entro sei mesi a individuare i prototipi di intervento. Contemporaneamente cominciamo a lavorare dal punto di vista amministrativo su come intervenire nella scelta. L’unica scelta che facciamo su questi prototipi è che riguardino edifici residenziali del patrimonio pubblico”.

Gli architetti guidati da Renzo Piano incroceranno tre tipi di variabili per decidere come saranno i prototipi: i materiali (pietra, cemento e laterizio), l’età del fabbricato (più o meno di 70 anni) e le dimensioni (casa monofamiliare oppure condominio). Incrociando queste variabili  si arriva a 10 progetti, dieci cantieri che diventano dieci linee guida di riferimento, seguite da dieci interventi reali.

L’ipotesi è appunto di pensare a dieci abitazioni di proprietà pubblica, distribuite sul territorio, dando la priorità ai luoghi a rischio sismico.

Uno degli obiettivi è anche quello di rendere questa tipologia di intervento un modello per il futuro, cioè trasformare il cantiere in esperienze formative, realizzare una sorta di documentari formativi che contengano la descrizione dell’intervento, le interviste ai progettisti, come coinvolgere chi abita nella struttura, come trovare forme il meno invasive possibile.

I tecnici che lavoreranno alla ricostruzione

La squadra che lavorerà all’ adeguameto sismico sarà composta da competenze di vario tipo: tecniche e di task forse. La parte di task force avrà le competenze utili  questi interventi: matematico-statistiche, “per mettere a sistema le diverse mappature che esistono nel Paese”, geologiche, di diritto amministrativo “per evitare di avere soluzioni tecnicamente bellissime ma inapplicabili”, economico-finanziarie “cerchiamo una figura che abbia competenze tecnico-finanziarie, che ad esempio conosca bene il piano Juncker o il funzionamento della Bei”,  urbanistiche, “per l’inserimento delle iniziative sul territorio”.

I contatti sono stati già avviati con i tecnici che guidano la strutture di missione per il dissesto e per l’edilizia scolastica, oltre al capo della protezione civile.

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“Ho incontrato D’Angelis e Grassi per una prima chiacchierata e una fase di avanzamento dei progetti. In settimana prossima vedrò Laura Galimberti e successivamente Curcio. L’obiettivo è cominciare a costruire una base conoscitiva”.

 

Budget per professionisti e cantieri

Si parla di due budget: quello per pagare gli esperti e quello per gli interventi di adeguamento veri e propri. Il primo è definito, il secondo no.

Prosegue Azzone: “Abbiamo definito un budget di funzionamento: massimo 60mila euro per ciascun esperto, inclusi i costi di missione. Quindi staremo entro il milione di euro. Non è previsto staff amministrativo, ci appoggiamo a strutture esistenti.

“L’obiettivo è arrivare a una struttura stabile entro 18 mesi: questa configurazione molto leggera può servire per avviare le attività, ma se un progetto deve diventare robusto ha bisogno di strutture coerenti”.

Il coordinatore Azzone non sarà pagato.

Edilizia e Terrotorio del Sole 24 Ore ha definito i budget “all’osso” (qui). La considerazione del giornale riguardava anche il budget per la ricostruzione verea e proprio, di cui potete leggere sotto e di cui ancora non sappiamo quasi nulla. Ma 60 mila euro per ogni professionista non sono pochi. Il discorso è questo: se il lavoro viene svolto bene, è giusto pagare bene (comunque meno di tanti altri ingaggi, anche pubblici). Ma il lavoro dei tecnici deve durare nel tempo ed essere più che preciso, impeccabile. Non si devono verificare problemi in futuro.

Altra cosa, come si diceva, è il budget che serve per mettere in sicurezza il Paese. “In questo momento non abbiamo fatto stime. Le cifre su quanto sarebbe necessario le sentiamo sparare con grande facilità. Bisogna prima essere sicuri di quello che si vuole fare e poi farlo. Entro i prossimi 3-6 mesi dobbiamo individuare i problemi e le risorse necessarie”.

 

Nell’immagine in apertura: The Jean-Marie Tjibaou Cultural Center by architect Renzo Piano, Nouméa, New Caledonia (Kanaky)

Redazione Tecnica

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