Prevenzione incendi, in cosa consiste l’approccio da ingegnere

L’applicazione dell’approccio ingegneristico nel Codice di prevenzione incendi d.m. 3 agosto 2015

Quando si applica l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio si prendono in considerazione i metodi, le ipotesi e i limiti indicati nei capitoli M.1, M.2 e M.3 del Codice e le procedure previste dalla normativa vigente. I capitoli M.1, M.2 e M.3 contengono: M.1, metodologia per l’ingegneria della sicurezza antincendio; M.2, scenari di incendio per la progettazione prestazionale; M.3, salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale. Sono argomenti di cui si parla nel libro “L’approccio ingegneristico nel codice di prevenzione incendi” (giugno 2018) di cui di seguito vediamo parte del capitolo 4. Intanto, per iniziare, qui trovi il Decreto 3 agosto 2015. Però, per comprendere al meglio la metodologia, è consigliabile leggerne le fasi e gli obiettivi:

Metodologia per l’ingegneria della sicurezza antincendio

L’applicazione dei principi dell’ingegneria della sicurezza antincendio consente, analogamente alle altre discipline ingegneristiche, di definire soluzioni idonee al raggiungimento di obiettivi progettuali mediante analisi di tipo quantitativo. Per gli aspetti della progettazione antincendio prestazionale non esplicitamente definiti nel capitolo, possiamo fare riferimento alla regola dell’arte internazionale.

Fasi della metodologia

La metodologia di progettazione prestazionale si compone di due fasi:
prima fase: l’analisi preliminare. Qui sono formalizzati i passaggi che conducono ad individuare le condizioni più rappresentative del rischio al quale l’attività è esposta e quali sono le soglie di prestazione cui riferirsi in relazione agli obiettivi di sicurezza da perseguire;
seconda fase: l’analisi quantitativa. Impiegando modelli di calcolo, si esegue l’analisi quantitativa degli effetti dell’incendio in relazione agli obiettivi assunti, confrontando i risultati ottenuti con le soglie di prestazione già individuate e definendo il progetto da sottoporre a definitiva approvazione.

Prima fase: analisi preliminare

La fase di analisi preliminare si compone delle seguenti sotto-fasi necessarie per definire i rischi da contrastare e, di conseguenza, i criteri oggettivi di quantificazione degli stessi necessari per la successiva analisi numerica. Seppur di natura qualitativa, è una fase estremamente importante perché è quella maggiormente condivisa con il titolare dell’attività e il Comando dei Vigili del fuoco attraverso il funzionario incaricato.

Definizione del progetto

In questa sotto-fase definiamo lo scopo della progettazione antincendio. Infatti è necessario identificare e documentare almeno i seguenti aspetti:
destinazione d’uso dell’attività;
– finalità della progettazione antincendio prestazionale;
eventuali vincoli progettuali derivanti da previsioni normative o da esigenze peculiari dell’attività;
– pericoli di incendio connessi con la destinazione d’uso prevista;
condizioni al contorno per l’individuazione dei dati necessari per la valutazione degli effetti che si potrebbero produrre;
– caratteristiche degli occupanti in relazione alla tipologia di edificio ed alla destinazione d’uso prevista.

Un fattore che in questa fase può essere considerato è sicuramente l’impatto economico delle opere di adeguamento. È infatti stato chiarito, in più occasioni, che si può ricorrere all’approccio ingegneristico con l’obiettivo di contenere i costi, a patto di non ridurre il livello di sicurezza minimo previsto dalla normativa.

Identificazione degli obiettivi di sicurezza antincendio

Dopo aver stabilito lo scopo del progetto, in particolare la destinazione e le modalità di impiego dell’attività, specifichiamo gli obiettivi di sicurezza antincendio, tra quelli previsti nel Codice, in relazione alle esigenze dell’attività in esame e alle finalità della progettazione. Con gli obiettivi di sicurezza antincendio si specificano qualitativamente, ad esempio, il livello di salvaguardia dell’incolumità degli occupanti, il massimo danno tollerabile all’attività e, al suo contenuto, la continuità d’esercizio a seguito di un evento incidentale (business-continuity).

Definizione delle soglie di prestazione

Il passo successivo consiste nella traduzione degli obiettivi antincendio in soglie di prestazione (performance criteria). Si tratta di soglie di tipo quantitativo e qualitativo rispetto alle quali si può svolgere la valutazione oggettiva di sicurezza antincendio. Con la scelta delle soglie di prestazione si rendono quindi quantitativi gli effetti termici sulle strutture, la propagazione dell’incendio, i danni agli occupanti, ai beni ed all’ambiente.

Tali soglie di prestazione saranno utilizzate nella seconda fase della progettazione per discriminare in modo oggettivo le soluzioni progettuali che soddisfano gli obiettivi antincendio da quelle che invece non raggiungono le prestazioni richieste. Ai fini della progettazione per la salvaguardia della vita si stabiliscono le soglie di prestazione per la vita (life safety criteria). Si tratta delle soglie impiegate per definire l’incapacitazione degli occupanti esposti al fuoco ed ai suoi prodotti. Nel capitolo Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale del Codice sono riportati esempi di valori numerici utilizzabili per tali progettazioni. Per definizione, gli occupanti raggiungono l’incapacitazione quando diventano inabili a mettersi al sicuro autonomamente. A tale condizione segue, in breve tempo, il decesso del soggetto.

Individuazione degli scenari di incendio di progetto

Gli scenari di incendio rappresentano la schematizzazione degli eventi che possono ragionevolmente verificarsi nell’attività in relazione alle caratteristiche del focolare, dell’edificio e degli occupanti. La procedura di identificazione, selezione e quantificazione degli scenari di incendio di progetto è descritta nel capitolo Scenari di incendio per la progettazione prestazionale del Codice. È sicuramente il passo più delicato ed importante dell’analisi preliminare: la procedura di identificazione, selezione degli scenari di incendio di progetto è calibrata su sostanzialmente due norme internazionali, la ISO 16732-1 “Fire Safety Engineering – Fire risk assessment”, che descrive l’applicazione alla valutazione del rischio di incendio delle metodologie proprie dell’analisi di rischio come l’albero dei guasti e l’albero degli eventi, e l’NFPA 551 “Guide for the evaluation of fire risk assessments”.

Con l’entrata in vigore della regola tecnica verticale dal 3 aprile 2017 viene modificato l’allegato 1 del Decreto del Ministro dell’interno 3 agosto 2015: è stato aggiunto il capitolo V.6  “Attività di autorimessa” alla sezione V “Regole tecniche verticali”

Leggi anche Antincendio autorimesse, le nuove norme tecniche (in vigore dal 3 aprile 2017)

Seconda fase: analisi quantitativa

La fase di analisi quantitativa si compone di alcune sotto-fasi necessarie per effettuare le verifiche di sicurezza degli scenari individuati nella fase preliminare. Tipicamente, si procede con la seconda fase solo dopo aver condiviso in ogni aspetto la documentazione preliminare con il comando VVF di competenza. Se per attività semplici può ritenersi sufficiente un’approvazione verbale, per quelle più complesse è consigliato ricorrere al Nulla Osta di Fattibilità (NOF).

Elaborazione delle soluzioni progettuali

In questa fase è necessario elaborare una o più soluzioni progettuali per l’attività, congruenti con le finalità già definite in fase di definizione del progetto, da sottoporre alla successiva verifica di soddisfacimento degli obiettivi di sicurezza antincendio.

Valutazione delle soluzioni progettuali

Successivamente si calcolano gli effetti che gli scenari d’incendio di progetto determinerebbero nell’attività per ciascuna soluzione progettuale elaborata nella fase precedente. A tal fine si impiega un modello di calcolo analitico o numerico: l’applicazione del modello fornisce i risultati quantitativi che consentono di descrivere l’evoluzione dell’incendio e dei suoi effetti sulle strutture, sugli occupanti o sull’ambiente, secondo le finalità della progettazione. La modellazione degli effetti dell’incendio consente di calcolare gli effetti dei singoli scenari per ciascuna soluzione progettuale.

I risultati della modellazione sono utilizzati per la verifica del rispetto delle soglie di prestazione per le soluzioni progettuali per ciascuno scenario d’incendio di progetto. Le soluzioni progettuali che non rispettano tutte le soglie di prestazione per ogni scenario di incendio di progetto devono essere scartate. Avendo individuato più soluzioni progettuali impiegabili per ogni singola problematica, calcolandone gli effetti, è possibile scegliere quella più idonea.

Selezione delle soluzioni progettuali idonee

Si procede con la selezione della soluzione progettuale finale tra quelle che sono state verificate positivamente rispetto agli scenari di incendio di progetto.

Documentazione di progetto

La documentazione di progetto deve essere integrata da:

– per la prima fase (analisi preliminare): sommario tecnico, firmato congiuntamente dal professionista antincendio e dal responsabile dell’attività, ove è sintetizzato il processo seguito per individuare gli scenari di incendio di progetto e le soglie di prestazione;

– per la seconda fase (analisi quantitativa): 1) specifica relazione tecnica ove si presentino i risultati dell’analisi ed il percorso progettuale seguito; 2) programma per la gestione della sicurezza antincendio, con le specifiche modalità d’attuazione delle misure di gestione della sicurezza antincendio.

Il libro in cui trovi queste info è..

Nell’immagine di apertura Mary Jackson, matematica e ingegnere statunitense.

Redazione Tecnica

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