Pergole con strutture fisse in edilizia libera sì, ma solo se rientrano tra le schermature solari. Niente scorciatoie per allargare la casa con un ambiente in più da godere tutto l’anno, per costruire una tettoia a protezione delle auto o per realizzare un gazebo in giardino.
Con l’approvazione di una serie di emendamenti al decreto Salva casa, atteso a giorni in Aula alla Camera, si amplia la lista delle opere che si possono installare senza la necessità di richiedere permessi al Comune, con l’inserimento delle pergole a struttura fissa, ossia stabilmente ancorate al suolo, ma con una serie di specifici paletti.
Le pergole “liberalizzate”, infatti, sono esclusivamente quelle che fanno parte della categoria delle opere di protezione dal sole e quindi rientrano sostanzialmente nella categoria delle schermature solari.
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Indice
Pergole come schermature solari
Il testo originario del decreto Salva-Casa aveva già previsto il definitivo inserimento nell’ambito dell’edilizia libera di tutte le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici che presentano una struttura di tipo “precario”.
Nell’elenco rientravano infatti tende da sole, tende da esterno, tende a pergola con telo retrattile anche impermeabile, tende a pergola con elementi di protezione solare mobili o regolabili, senza nessuna specifica però in relazione alle modalità di realizzazione della struttura stessa.
Leggendo l’elenco, in sostanza, nella versione originaria del decreto restavano comunque fuori le coperture appoggiate su una struttura portante di tipo fisso e non precario, come appunto nel caso delle pergole bioclimatiche.
Diversamente dalle pergole in quanto tali, che sono strutture precarie e non ancorate stabilmente al suolo e per questo possono esser realizzate in edilizia libera, quelle qualificate come “bioclimatiche” possono essere anche ti tipo stabile, ossia ancorate al suolo e all’edificio, in pratica più tettoie che pergole.
Edilizia libera solo per le schermature solari
La differenza in questo caso è data dalla tipologia di copertura che deve essere sempre fatta di lamelle orientabili per garantire la protezione dal sole durante l’intero arco della giornata, ossia appunto a svolgere la funzione di ombreggiare la casa, e garantire un risparmio energetico. L’ombreggiatura consente il mantenimento di una temperatura meno elevata all’interno in maniera del tutto naturale e quindi contribuisce a ridurre l’uso del climatizzatore. E proprio su questa funzione interviene la modifica al Salva-Casa.
L’emendamento, infatti, punta a consentire la realizzazione “libera” non di tutte le tipologie di pergole e pergolati con struttura fissa, ossia di fatto simili alle tettoie, ma solo di quelle che rientrano, appunto, tra le schermature solari. Come si legge nel testo, rientrano nell’edilizia libre esclusivamente le tende a pergola con elementi di protezione solare mobili o regolabili anche con strutture fisse necessarie al sostegno e all’estensione dell’opera.
No alle pergole e gazebo per avere un ambiente in più
Semplificazione limitata, quindi, e per strutture che hanno uno scopo specifico.
Lo stesso testo infatti precisa ancora in maniera inequivocabile che la realizzazione in edilizia libera è sempre e comunque limitata alle strutture di tipologia addossata o annessa agli immobili o alle unità immobiliari, che in ogni caso non possono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e di superfici.
Inoltre le pergole bioclimatiche devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e devono armonizzarsi alle preesistenti linee architettoniche.
Con una serie di precisazioni di questo genere non si può di certo “approfittare” della liberalizzazione per realizzare gazebo in giardino destinati a fungere da stanza in più per gli ospiti o tettoie che si trasformano in giardini d’inverno grazie alla chiusura con le pareti a vetro. Semplificazioni sì, scorciatoie per ampliare casa senza permessi e senza oneri invece no.
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