Patti per il Sud, si procede: siglato quello per Messina (da 778 milioni)

Dei Patti per il Sud e della loro importanza abbiamo parlato più volte: prima a maggio, quando ne abbiamo analizzati alcuni nel dettaglio, poi lo scorso agosto, quando il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) aveva assegnato 13,4 miliardi di euro proprio a questi accordi.

I Patti per il Sud costituiscono un vero e proprio piano di investimenti per il rilancio del Mezzogiorno tramite interventi da realizzarsi nelle Regioni e nelle Città metropolitane.

Il Patto per Messina

Sabato scorso, Matteo Renzi e il Sindaco della città metropolitana Renato Accorinti hanno siglato il Patto per Messina, che prevede, complessivamente, 92 azioni e investimenti per circa 778 milioni di euro (di cui 332 provenienti dal Fsc 2014- 2020).

Gli interventi riguarderanno soprattutto le infrastrutture (342,6 milioni, oltre il 40% del totale) e l’ambiente, in particolar modo il problema del dissesto idrogeologico e quello dei rifiuti (114 milioni). I primi 61 milioni, secondo il cronoprogramma stilato, saranno spesi entro il 2017.

Infrastrutture

Per quanto riguarda le infrastrutture, gli interventi in programma serviranno a migliorare la mobilità urbana e i collegamenti con le aree interne. L’intervento più impegnativo, da oltre 95 milioni, sarà la realizzazione degli svincoli autostradali Giostra e Annunziata: il progetto, approvato addirittura nel 1997,  prevede la realizzazione di 14 viadotti principali e 2 minori, per una lunghezza di quasi 4 km. Questo rappresenterà il collegamento indiretto tra la città e il futuro Ponte sullo Stretto.

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Altri interventi comprendono invece la costruzione della piattaforma logistica intermodale di Tremestieri (con annesso scalo aeroportuale), la manutenzione straordinaria delle strade provinciali dei centri collinari e montani, lo svincolo autostradale “Ali Terme” e un’altra trentina di opere di piccole dimensioni.

Ambiente

Per quanto riguarda l’ambiente, gli interventi in programma riguardano la messa in sicurezza dei punti di maggiore criticità (tra cui la sistemazione degli argini dei torrenti Landeria, Papardo, Salemi-Gesso e Ortoliuzzo, per oltre 47 milioni), la realizzazione di piste ciclabili, il recupero di zone forestali e boschive vicino ai centri urbani, il ciclo dei rifiuti.

Altri interventi riguarderanno poi la cultura e il turismo, la riqualificazione e valorizzazione degli spazi urbani e dei borghi rurali.

Altri fondi  andranno poi alla sicurezza e alla cultura della legalità, alla costruzione del secondo Palazzo di Giustizia, a interventi minori di edilizia scolastica e sportiva e ai servizi per l’inclusione sociale nelle periferie.

Leggi il testo del Patto per Messina

Secondo il Sindaco, il Patto per Messina “è una boccata d’ossigeno pura, perché si possono iniziare a fare cose fondamentali. Abbiamo avviato un percorso bello e democratico, abbiamo diviso il territorio in quattro parti e con i 108 sindaci dell’area metropolitana abbiamo concordato la strategia, non ci sono state interferenze di alcun tipo. Ognuno ha potuto programmare la propria rinascita”.

Anche Renzi ha espresso la sua soddisfazione sul Patto, un accordo fondamentale “in cui il metodo è cambiato rispetto al passato, quando si arrivava al paradosso di dovere restituire fondi europei per mancanza di progetti”. Il Governo lo considera infatti un “un patto di responsabilità”, un vero e proprio contratto: “Ci controlliamo a vicenda, sindaci e Governo; poi i cittadini controllano entrambi. Questo significa che sui soldi che arrivano a Messina tutti possono controllare che cosa ne faranno e a che cosa serviranno”.

Redazione Tecnica

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