Il nuovo Ponte di Genova firmato Renzo Piano, i disegni. In arrivo un concorso per la rigenerazione del quartiere

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Aggiornamento del 18 dicembre 2018: La proposta di Renzo Piano illustrata in questo articolo, pur con qualche modifica (probabilmente verrà ridotto il numero dei piloni inizialmente previsti), verrà realizzata da Salini Impregilo-Fincantieri. A quanto pare, Renzo Piano non sarà direttamente coinvolto nella progettazione, che sarà invece guidata da Italferr. I dettagli qui.

Venerdì scorso, 7 settembre 2018, è stato presentato da Renzo Piano e dal presidente della Liguria Giovanni Toti – insieme al sindaco di Genova Marco Bucci e agli amministratori delegati di Autostrade e Fincantieri Giovanni Castellucci e Giovanni Bono – il progetto del nuovo viadotto che potrebbe andare a sostituire il Ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto scorso. Dopo la vicenda, l’architetto Piano è stato infatti interpellato dalla Regione e, insieme al suo Building Workshop, si è subito messo al lavoro per elaborare una proposta di nuovo ponte.

Proposta che, puntualmente, dopo un primo accenno all’idea dei 43 lampioni per ricordare le vittime del crollo, è arrivata. In questi giorni infatti Renzo Piano e il suo team sono riusciti a sviluppare un’idea più concreta e dettagliata di un ponte che dovrà “durare mille anni”, con tanto di plastici complessivi e di dettaglio (uno dei quali, alla fine dell’incontro di venerdì, è stato anche maldestramente distrutto da Castellucci).

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Il ponte pensato da Renzo Piano è un ponte in acciaio, con un passo più breve tra i pilastri di sostegno – che saranno quindi più numerosi di quelli del Ponte Morandi, ma decisamente più snelli – e più corsie: il progetto prevede infatti 4 corsie (da 3,45 metri) e 2 ulteriori corsie di emergenza. Nelle sue forme il viadotto ricorderà una nave, perché “c’è qualcosa di Genova”, ha spiegato l’architetto.

Il nuovo ponte, nell’idea di Piano, “Deve infiammare il nostro immaginario. Il ponte deve confortare la città, una strana nave che attraversa il Polcevera. Sarà di acciaio e di un colore chiaro, vicino al bianco, come fosse una nave. Non una bellezza cosmetica, ma essenza, come è giusto che sia a Genova. Il ponte deve celebrare in modo sottile, ma non retorico, il fatto che la città è stata teatro di una tragedia“. Il progetto, inoltre, tiene conto delle future manutenzioni: tutte le parti in acciaio sono facilmente raggiungibili per effettuare la necessaria manutenzione senza costi proibitivi.

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Schizzo di Renzo Piano © Renzo Piano
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Schizzo di Renzo Piano © Renzo Piano
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Renzo Piano in riunione con un suo collaboratore. Ph. Shunji Ishida

Ecco come dovrebbe apparire il nuovo ponte:

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Nuovo ponte di Genova, cosa succederà

L’idea di Renzo Piano dovrebbe essere tradotta in progetto definitivo ed esecutivo da un team di progettazione composto dai membri del suo studio, dai tecnici di Autostrade e di Fincantieri. “Questo cantiere dev’essere un cantiere di coesione (…). Costruire è sempre un gesto di pace, di solidarietà, spero che sarà anche un motivo di fierezza”, ha aggiunto Piano.

Secondo le prime previsioni, il nuovo ponte, così progettato, potrebbe essere pronto, indicativamente, in un anno o un anno e mezzo. Alcune fasi della demolizione del ponte Morandi (su cui ancora non ci sono dettagli precisi) potranno quindi avvenire in contemporanea alla ricostruzione.

Non sappiamo come andranno a finire le cose, ma per ora sembra quindi che l’idea di restaurare e reintegrare il ponte (di cui abbiamo parlato qui) abbia avuto poco seguito. E a questo punto sembra anche che non verrà indetto alcun concorso di progettazione per la ricostruzione del ponte (anche se la proposta di Piano potrebbe anche essere vista come un “diagramma da sviluppare ed organizzare entro parametri da definire attraverso concorsi, da lui stesso suggeriti”, come osserva l’ingegner Gabriele Del Mese, fondatore di Arup Italia).

Quello che sembra certo, invece, è che nei prossimi mesi sarà pubblicato un concorso internazionale per la rigenerazione del quartiere sotto il ponte (quartiere del Campasso), che dovrà essere ridisegnato con la logica del “rammendo urbano“. Lo ha dichiarato il sindaco di Genova, e commissario di governo alla ricostruzione del ponte, Bucci (aggiornamento di maggio 2019: trovi il bando qui).

Le polemiche verso il gesto di Renzo Piano, comunque, continuano a proliferare, ora unitesi alle critiche negative sull’idea progettuale dell’architetto, ritenuta banale. E nel frattempo, pare che anche Santiago Calatrava – che, c’è da dire, aveva proposto varie idee per un nuovo viadotto in sostituzione del Ponte Morandi già nel 2006, mentre lavorava a Reggio Emilia – si sia messo in contatto con la Regione Liguria e il Comune di Genova per offrire una sua idea. L’offerta, però, è stata declinata dall’amministrazione regionale: “Gli è stato spiegato che c’è Renzo Piano e che è genovese”.

Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com

Rigenerazione sociale, urbana e sostenibile

Giuliano Colombini, Architetto, Lari (PI) 1948, attivo nella progettazione architettonica e urbanistica. Ha tenuto per oltre dodici anni seminari di Igiene Ambientale, Impianti Urbani, Progettazione Ambientale, presso la Facoltà di Architettura di Firenze e la Facoltà di Architettura La Sapienza di Roma. Dal 1997 al 2017 è stato Presidente dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della provincia di Pisa. Dal 2000 al 2005 è stato Presidente della Federazione Toscana degli Ordini Provinciali degli Architetti. È stato membro della Segreteria Nazionale del Consiglio Nazionale degli Architetti e Coordinatore della Commissione Urbanistica presso il Consiglio Nazionale Architetti. Ha partecipato a numerosi convegni sui temi dell’architettura, dell’urbanistica, del governo del territorio e della trasformazione del territorio, sulle problematiche burocratiche, sociali e legisla- tive nell’ambito dell’urbanistica e dell’architettura. È stato membro di varie commissioni di concor- si di architettura e urbanistica nazionali e internazionali.Ha pubblicato saggi sull’urbanistica e sulla professione di architetto e i volumi:• Architettura nell’ambiente, Giardini, Ghezzano 1988• Le piazze; recupero del luogo urbano, Giardini, Ghezzano 1988• Ambiente e Progetto,Alinea, Firenze 1990• Quarrata – Atti del Convegno, per una conoscenza del territorio comunale.“L’uomo e l’ambiente”, Bandecchi e Vivaldi, Pontedera 1996• Riconquistare l’Italia – sconfiggere la crisi patologica, Roma Prospettive Edizioni 2009 Oggi, più che mai, ci dobbiamo interrogare sulle questioni che giocano un nuovo ruolo nei confronti dell’umanità; mai come oggi l’umanità è entrata in una spirale complessa e disumanizzante dove sistemi concatenati non possono più essere affrontati e gestiti separatamente. L’Autore avverte la necessità di affrontare la questione della “rigenerazione sociale e urbana sostenibile”, che potrebbe apparire tema esclusivamente tecnico-urbanistico, rifacendosi invece alla complessità dei sistemi, analizzando altri fattori (sociali, economici, culturali e antropologici) fortemente in crisi nel nostro Paese e che, se non risolti o quanto meno affrontati e gestiti con attenzione, non consentiranno di giungere a nessuna rigenerazione sociale e urbana sostenibile. L’autore inoltre non si limita ad osservare il concetto di rigenerazione urbana come avvenuto nel passato attraverso leggi speciali che individuavano la rigenerazione come semplice visione di recupero, riuso, o riqualificazione, del costruito, la questione è più ampia. Il riferimento va allargato riferendoci ad una rigenerazione economica, culturale e sociale. La prima importante rigenerazione dovrà riguardare proprio i comportamenti umani, in quanto il potere dell’uomo su di sé e sull’am- biente deve essere infatti rigenerato, per ritrovare la coesione sociale, ed individuare i limiti della crescita economica e consumistica. Dopo di che sarà possibile affrontare la rigenerazione sociale e urbana sostenibile nella sua complessità e valutare gli attuali meccanismi legislativi che ne impediscono la realizzazione.

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Immagine: Renzo Piano in riunione con i suoi collaboratori. Ph. Shunji Ishida

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