In previsione dell’elezione del nuovo Consiglio d’indirizzo GBC, abbiamo intervistato il Professor Giuliano Dall’O’ e il Professor Massimo Giacchetta, candidati consiglieri.
I motivi della candidatura
Nell’ottica di comporre un Consiglio di competenze, è importante fare affidamento su profili di contenuto. È importante mettere in evidenza i percorsi di tutti i candidati, per conoscere più da vicino i campi tecnici in cui si muovono e in cui potranno muoversi. Quale percorso l’ha condotta alla candidatura per GBC?
GD. Le mie attività di ricerca all’interno del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano mi hanno portato in modo naturale ad affrontare le tematiche dell’efficienza energetica degli edifici, dell’uso delle fonti energetiche rinnovabile e più in generale della sostenibilità ambientale. I protocolli di certificazione ambientale, come quelli proposti da GBC, contengono tutti gli oggetti dei miei interessi e molto di più. Mi ha affascinato soprattutto il pragmatismo con il quale il mondo LEED ha affrontato il tema della sostenibilità in edilizia, dalla scala di edificio alla scala urbana, fornendo degli strumenti attraverso i quali è stato in grado di diffondere una cultura che ha avuto il privilegio di contaminare il settore immobiliare. Il tema della sostenibilità, è vero, è stato un po’ il cavallo di battaglia di molti portatori di interesse, il valore aggiunto di LEED-GBC è stato quello di promuovere una visione concreta facendo in modo che la questione ambientale non sia un “must” caduto dall’alto ma un modello di crescita nel quale convergono gli interessi di tutti per un obiettivo comune. Mi affascina l’internazionalità di questi modelli e la serietà con la quale vengono governati i processi di certificazione. Mi affascina l’idea che, finalmente, in questi processi spesso impegnativi si valorizzi il percorso. Il mio interesse scientifico si è concretizzato con tre pubblicazioni su riviste indicizzate che hanno riscontrato un discreto successo, proprio sul mondo LEED-GBC. Due anni fa il mio Dipartimento, su mio suggerimento, è diventato socio di GBC Italia, la mia candidatura testimonia una volontà di impegno ancora maggiore nel promuovere un modello in cui credo.
MG. Il percorso che mi ha portato alla candidatura di Gbc nasce dalla mia esperienza di imprenditore nel campo delle costruzioni e delle bonifiche ambientali e dal mio ruolo alla guida di Cna Genova, in veste di Presidente Provinciale per due mandati. Questo incarico mi ha portato a comprendere la necessità di lavorare a 360 gradi sui temi innovativi delle costruzioni green e a creare un progetto mirato su questi temi: Casabita. Casabita è un’Associazione, della quale sono Presidente, composta da imprese, professionisti e committenti che ha come obiettivo principale la riqualificazione del patrimonio edilizio ligure, composto da più di 300.000 edifici, l’89% destinato a uso residenziale. Il 90% di queste abitazioni ha una efficienza energetica molto bassa e la spesa per abitazione è superiore alla media nazionale e del Nord-ovest e gran parte di questa spesa è assorbita dalle utenze energetiche.
Le sfide Green
Oggi è fondamentale utilizzare tecnologie di costruzione che garantiscano efficienza energetica e consumi ridotti. Come interpreta la sua azienda le sfide green dell’edilizia?
GD. Il Dipartimento al quale ho l’onore di appartenere, è il Dipartimento ABC, acronimo di Dipartimento di architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito. L’area disciplinare alla quale appartengo, la Fisica Tecnica Ambientale, sviluppa da sempre importanti interessi nel settore dell’efficienza energetica nel mondo delle costruzioni, sia alla scala di edificio che alla scala urbana. Il contributo tecnico-scientifico, in un momento storico che grazie alle politiche europee può essere considerata una vera rivoluzione è fondamentale per diversi motivi: per valutare fini a che punto ci possiamo spingere con le tecnologie innovative sia edilizia che impiantistiche, per proporre modelli di calcolo che siano davvero in grado di simulare il comportamento energetico degli edifici ma soprattutto la verifica, attraverso monitoraggi sistematici, che gli edifici si comportino effettivamente come dovrebbero. E poi c’è il tema importante della formazione, perché progettare energeticamente un edificio a energia quasi zero o un edificio a energia zero non è semplice, richiede competenze professionalità e strumento. Ma soprattutto un continuo aggiornamento perché l’evoluzione tecnologica è inarrestabile.
MG. Casabita lavora per la promozione di un cambiamento culturale basato sui temi del risparmio energetico e del comfort abitativo che arrivi a coinvolgere tutti i soggetti coinvolti (imprese, professionisti, aziende produttrici, settore immobiliare, enti locali e istituzioni) e che tenga conto soprattutto delle caratteristiche e specificità del territorio nel quale si trova ad operare, partendo dalla dimensione della singola unità abitativa. Questo può avvenire solo attraverso il recupero del territorio con il riutilizzo degli insediamenti esistenti, la rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico e, soprattutto, privato con la trasformazione delle imprese, dei professionisti, dei committenti (proprietari, amministratori) attraverso processi di formazione, certificazione, aggregazione che permetta a questi soggetti di essere protagonisti e consapevoli del cambiamento epocale cui ci troviamo di fronte.
Cosa dovrà fare GBC
Da anni si parla di edilizia sostenibile. Dal 2008, GCB Italia diffonde la cultura del costruire consapevole. Nel corso degli anni, integrando in una proposta organica realtà imprenditoriali nazionali e locali, è stato fatto tanto. Quali sono, secondo lei, le attività che il Consiglio deve intraprendere in futuro?
GD. GBC Italia ha fatto un grande lavoro in questi anni e negli ultimi, in particolare, si è dovuto confrontare con la più grande crisi del settore immobiliare. Ho recentemente curato la pubblicazione “Leadership in Green Building, i progetti certificati LEED in Italia” ed ho avuto modo di toccare con mano tutto ciò che concretamente è stato fatto. Io stesso sono rimasto stupito nel constatare come l’Architettura contemporanea italiana si Architettura LEED. Io credo che il Consiglio debba avere sempre presente questa immagine che poi è una immagine concreta e che debba fare il massimo sforzo per valorizzare ciò che si è fatto e allo stesso tempo per promuovere una diffusione ancora maggiore di questi modelli di Architettura. Questa è la strada. Pragmatismo, pragmatismo e pragmatismo.
MG. Penso che sia fondamentale continuare il lavoro già iniziato per la promozione culturale legata alla consapevolezza del costruire sostenibile, utilizzando tutti i canali possibili per rendere questo concetto sempre più “fruibile” da parte di tutti coloro che gravitano attorno alla filiera delle costruzioni. Penso sia necessario sensibilizzare in misura sempre maggiore le Istituzioni in modo che si aprano continui tavoli di discussione e di messa in atto di politiche sempre più chiare e mirate in questa direzione. Il mio contributo sarà quello di lavorare alla proposta di politiche di indirizzo volte a migliorare la professionalità e visibilità del lavoro e delle prospettive per la filiera non soltanto delle imprese artigiane, che in Liguria sono più di 10 mila nei settori edile, impiantistico, serramentistico ma anche dei professionisti, nell’ottica del lavoro svolto in stretta sinergia fra queste due realtà.
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