Quali sono le cause della formazione della muffa? Le cause principali sono sicuramente l’umidità alta, la scarsa aerazione dei locali, i ponti termici non risolti. Sono parametri abbastanza semplici da verificare ma troppo spesso dimenticati o sottovalutati.
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L’igrometro è lo strumento che misura l’umidità relativa ma in molti non lo conoscono nemmeno, metterne un modello semplice, da pochi euro, nelle stanze più critiche (solitamente cucina e camere da letto) aiuta a capire cosa sta succedendo in casa e ci riporta l’informazione di aprire le finestre per qualche minuto quando si supera il 60-65% di umidità in modo da riportarla velocemente intorno al 45-50%, ricreando una condizione di maggiore salubrità interna.
Per i ponti termici può essere un pochino più complesso analizzarli con attenzione, ma nella maggior parte dei casi è facile sapere dove ricercarli: travi, pilastri, serramenti e radiatori incassati sono gli elementi che generano le principali criticità. Un’indagine termografica (Fig.1) eseguita da personale qualificato è in grado di restituire questa informazione con buona precisione e consente l’adozione di adeguate contromisure.
In questo articolo, estratto dal volume Infissi e serramenti: danni e difetti , di Massimiliano Aguanno e Daniele Cagnoni, edito da Maggioli Editore, andiamo a capire i motivi che spesso sono alla base della comparsa di muffa in casa quando si modificano le condizioni interne dell’edificio.
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Le variazioni delle condizioni interne all’edificio e la muffa
Può sembrare strano, ma questo punto è quello a cui prestare la maggiore attenzione quando veniamo chiamati dai clienti che hanno muffa in casa. Si, perché magari per anni non è mai apparso niente e poi ad un certo punto la situazione degenera velocemente.
La prima domanda da porci è: “Cosa è cambiato dentro l’edificio?”. I casi più frequenti sono:
- il cambio dei serramenti,
- la nuova pittura alle pareti,
- una nuova fonte di riscaldamento integrativa (caminetti, stufe a pellet, altri elementi riscaldanti),
- un figlio piccolo appena nato,
- un nuovo lavoro che impegna più ore fuori casa rispetto a prima.
Questi eventi come possono incidere sulle condizioni interne? La risposta comune è che tutti possono contribuire ad aumentare la temperatura ma soprattutto l’umidità interna. Ricordiamoci che la muffa ha difficoltà a proliferare in ambiente secco e ventilato.
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Uso non consapevole degli spazi interni dopo la sostituzione dei serramenti
Gli stili di vita, a volte conseguenza di eventi ben precisi, influiscono sul problema ‘muffa’. Pensate a due dei casi appena citati. Quando è inverno, e arriva dall’ospedale un bimbo appena nato, si tende ad arieggiare meno. Stesso discorso se si inizia un nuovo lavoro che ci tiene lontani da casa 10 ore al giorno.
Il ricambio d’aria in casa sarà più limitato e si potrebbe alzare l’umidità relativa.
Uno dei casi più frequenti che porta ad avere la muffa in casa è proprio la sostituzione dei serramenti. In commercio ci sono materiali che sono 6-7 volte più performanti rispetto a 20 anni fa.
Appena si sostituiscono i serramenti, specialmente in inverno, la sensazione di maggior tepore è immediatamente percepibile e di conseguenza si tende ad arieggiare meno per non perdere questo vantaggio. Da un lato, certamente la bolletta energetica ne trarrà beneficio, dall’altro lato però bisogna essere consapevoli che ci sarà da modificare qualche comportamento.
I due comportamenti quotidiani che maggiormente potrebbero concorrere a creare condizioni favorevoli per la formazione di muffa sono:
- stendere i panni dentro casa
- cucinare con le finestre chiuse
L’umidità prodotta da queste due attività è molto rilevante e modifica le condizioni interne sensibilmente. Mentre prima del cambio dei serramenti poteva esserci un ricambio d’aria naturale dovuto a spifferi delle vecchie finestre, dopo la sostituzione questo fenomeno sarà praticamente azzerato.
Creare consapevolezza nei clienti è un atto dovuto da parte di tutti gli installatori; il nostro consiglio è sempre lo stesso: osservare sugli strumenti l’umidità e la temperatura e comportarsi di conseguenza. Tutto il resto sono solo sensazioni personali.
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Come intervenire nella progettazione in modo preventivo
Progettare bene significa prevenire eventi critici e pensare al comfort complessivo. Quando si effettua una riqualificazione energetica completa, ci sono strumenti e verifiche normative ben noti ai progettisti. Si verificano ponti termici, temperature superficiali interne, punto di condensa, ecc.
La vera difficoltà in questo caso è trovare soluzioni che siano applicabili in cantiere e per questo torniamo a parlare di collaborazione preventiva tra progettista ed imprese esecutrici, che a nostro avviso dovrebbero lavorare fianco a fianco sin dalle prime bozze di progetto.
Per la parte dei serramenti, particolare attenzione è da riservare alla progettazione del nodo primario e del nodo secondario. Una riqualificazione energetica può essere vanificata da nodi di posa carenti.
Nei progetti di riqualificazione si dà molta importanza all’involucro e si dimensionano correttamente gli impianti. In modo particolare, quando si parla di rischi di formazione di muffa, un impianto di trattamento dell’aria è quasi sempre previsto e fortemente consigliabile. Gli impianti di ventilazione meccanica controllata hanno un ruolo chiave, soprattutto quando l’involucro è particolarmente performante.
Quando invece si tratta di interventi minori, con la sola sostituzione degli infissi e senza modifica dell’involucro, bisogna alzare ulteriormente il livello di attenzione.
In questo caso i problemi su cui concentrarsi sono questi:
- ponti termici intorno ai serramenti
- barriere al vapore per le condense interstiziali
- 4° lato controtelaio
- controllo umidità relativa che si alzerà dopo l’intervento
I ponti termici vanno attenuati; il principio è sempre lo stesso, cercare di rendere coerente tutto il nodo serramento con le prestazioni richieste.
Le barriere al vapore vanno applicate correttamente per impedire la formazione di condense interstiziali.
Il 4° lato del controtelaio a volte è impossibile da applicare; in questo caso bisogna attenuare il più possibile il passaggio di calore da soglia e davanzale con delle interruzioni termiche; l’intervento per l’attenuazione del passaggio di calore è il taglio del marmo passante.
Il controllo dell’umidità relativa che tenderà ad alzarsi dopo l’intervento si può risolvere con un impianto VMC (ventilazione meccanica controllata). Questi tipi di impianto sono fondamentalmente di due tipi: centralizzato e decentralizzato. Le differenze sono molte, ma limitiamoci a considerarli entrambi efficienti e funzionali allo scopo. La vera differenza è tra avere un controllo centrale con un’unica macchina voluminosa da mettere dentro casa in un vano tecnico, oppure avere più macchine piccole posizionate in punti diversi di casa (tipo degli split dei condizionatori).
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Infissi e serramenti: danni e difetti
Questo libro parla delle patologie dei serramenti e degli infissi, delle pratiche errate che le causano e di come prevenirle e risolverle sia in fase di progettazione che in cantiere, durante la posa in opera. L’opera si rivolge ai progettisti, ai direttori dei lavori, alle imprese edili e agli operatori di cantiere, offrendo una guida pratica completa, corredata da 150 immagini commentate, che illustrano le patologie edili legate ai serramenti, provenienti per lo più dall’esperienza degli Autori. Il manuale tratta, nelle oltre 200 pagine che lo compongono, di normative e gestione del foro finestra con un focus sulle caratteristiche dei prodotti e su come è cambiata la posa in opera dei serramenti con la UNI 11673. Sono approfondite le tipologie di serramento combinate con oscuranti e accessori e la loro gestione sia in caso di nuova installazione che in sostituzione. Ma non solo. Il libro affronta gli interventi di installazione e sostituzione, i problemi che possono verificarsi e come è possibile prevenirli. Gli Autori analizzano anche gli “errori comuni”, proponendo check-list dedicate a progettazione e installazione e “leggende metropolitane” che orbitano intorno al mondo dei serramenti, sfatando qualche mito e confermando altri. Il cuore del manuale è ovviamente dedicato alle patologie del serramento: cosa le causa e come è possibile evitarle. Completa l’opera una analitica disamina del controtelaio, dei materiali e dei loro difetti per sapere cosa serve per avere serramenti garantiti, del vetro (tipologie e caratteristiche termo-acustiche) e dell’installazione, ossia delle corrette pratiche di posa in opera dei serramenti. Gli Autori sviluppano tutto ciò con esempi pratici e indicazioni specifiche per sostituzioni e nuove installazioni. Massimiliano Aguanno Amministratore di Lema Serramenti, Geometra, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi, Operatore termografico II livello – UNI 9712, Posatore certificato EQF4 – UNI 11673 e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”. Daniele Cagnoni Titolare di Diemme Infissi, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi, Professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”.
Massimiliano Aguanno, Daniele Cagnoni | 2022 Maggioli Editore
31.00 € 29.45 €
Foto:iStock.com/Andrei310
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