Il viaggio verso l’abolizione della babele dei formulari che sovrintendono alle procedure dei lavori in casa continua: i tanto sbandierati moduli unici semplificati idonei ad accelerare e semplificare le procedure per la presentazione della SCIA e del permesso di costruire sono infatti stati introdotti negli scorsi mesi, prima attraverso l’intesa Stato–Città-Regioni e poi mediante lo strumento normativo del Decreto Legge 90/2014.
Ma l’unificazione dell’apparato documentale, fondamentale per creare un sistema semplice ed omogeneo, stenta fino ad ora a decollare: ad oltre 3 mesi dall’annuncio infatti il processo di uniformazione non ha raggiunto neanche la metà del suo cammino.
Soltanto quattro Regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Marche, leggi qui l’articolo in proposito) hanno aperto le “danze” per il recepimento dei modelli. Nel resto d’Italia i tecnici sono più o meno tutti all’opera, ma tra tavoli di coordinamento, passaggi burocratici e numerosi atti regionali e comunali nessuno può esplicitare con certezza quando il lavoro sarà completato.
Il problema relativo al recepimento alloggia a valle: infatti le norme a livello nazionale come detto esistono. Ma a livello dei territori, anche dopo il raggiungimento dell’accordo con gli enti locali, difficilmente la Regione si azzarda ad imporre scadenze, lasciando alla buona volontà comunale la scansione delle urgenze dei tempi relativi all’adeguamento.
Nel frattempo Toscana, Veneto, Liguria, Campania e Calabria sembrerebbero sul punto di disciplinare anch’esse le procedure di semplificazione in materia: “Il processo di adeguamento sul territorio va accelerato – afferma Silvia Paparo, a capo dell’unità di semplificazione della Funzione pubblica – ma la normativa cambia da Regione a Regione e quello che si può fare da una parte con un titolo abilitativo non si può fare da un’altra”. L’obiettivo dell’unità di semplificazione consiste ovviamente nel giungere a un’adozione al 100%: “Cercheremo di verificare questo obiettivo tramite un monitoraggio costante” fanno sapere.
In questa direzione il Decreto Sblocca Italia non ha portato il suo contributo: il Regolamento unico edilizio che avrebbe dovuto essere una delle misure più importanti in esso contenute è stato stralciato all’ultimo momento. E insieme ad esso sono andate in frantumi (almeno per il momento) le possibilità per contribuire ad una più profonda semplificazione della materia. Con la delusione palpabile di professionisti tecnici e costruttori.
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