Lana di roccia o di vetro: livello di pericolo, rimozione e smaltimento

Le fibre artificiali vetrose sono la lana di vetro, lana di roccia e altri materiali simili: sono pericolosi per la salute?

Davide Galfrè 03/05/17

Intuita la gravità del problema amianto, nonostante all’epoca fossa ancora utilizzabile, sul finire degli anni ’80 si è provato a sostituirlo con materiali altrettanto performanti, ma senza tutte quelle stesse caratteristiche negative: sono state così messe in commercio le fibre minerali vetrose e le fibre ceramiche refrattarie, più comunemente conosciute come lana di vetro, lana di roccia e altri materiali simili. Ora, non si vuole sparare a zero su tali materiali, ma unicamente fare chiarezza su quali siano i materiali davvero pericolosi per la salute e quali, invece, no.

Fibre artificiali vetrose: perchè sono pericolose

Moltissimi studi medici hanno evidenziato come anche questa tipologia di materiale potesse causare gravissimi problemi di salute, pertanto sono state emanate diverse discipline normative volte a garantire la sicurezza di chi lavora con tali materiali e di chi occupa dei locali realizzati con gli stessi. Gli studi evidenziano che i rischi per la salute deriverebbero:
– dalle dimensioni delle fibre (il diametro della fibra deve essere maggiore di 6 micrometri),
– dal loro grado di solubilità nei liquidi (importante in tal senso è la lunghezza della fibra superiore a 20 micrometri),
– dal contenuto di sostanze chimiche dette ossidi alcalino terrosi (devono essere contenuti in quantità inferiori al 18%).

Tale distinzione è fondamentale soprattutto per chi utilizza un materiale fibroso per opere edilizie (per esempio il cappotto o l’isolamento di tubazioni) per capire se possa causare danni in futuro alla salute degli occupanti dell’edificio e la conseguenza diretta è la classificazione del materiale medesimo tramite la nota R e la nota Q che sono riportate nella scheda tecnica del materiale. Quando nell’ambito di un cantiere si utilizzano materiali nella cui scheda tecnica non è presente la nota R e/o la nota Q, allora ci si trova di fronte a materiali potenzialmente pericolosi sia per l’installatore del materiale sia per il futuro occupante dell’edificio.

Tutte le volte, invece, in cui nell’ambito di una ristrutturazione o manutenzione di un edificio si ha a che fare con materiali fibrosi è importante ricordare che si tratta di materiali pericolosi almeno quasi quanto l’amianto. Il Testo Unico della Sicurezza – D.Lgs. 81/2008 – ha dedicato gran parte del Titolo IX ai materiali contenenti amianto, mentre non sono state indicate misure precauzionali per la lavorazione e rimozione di altri materiali fibrosi, ma ciò non significa che si possa lavorare per la loro rimozione, o comunque in presenza di questi ultimi, senza le dovute precauzioni.

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Le operazioni di rimozione

Se, durante lavori cantieristici, ci si accorge della presenza di materiali fibrosi è opportuno valutare la possibilità di una eventuale rimozione; se questa fosse possibile, non sarà necessario incaricare una ditta abilitata con iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali in Categoria 10, ma basta che la l’impresa valuti i rischi chimici presenti durante l’attività lavorativa, formi ed informi i lavoratori interessati dotandoli degli adeguati dispositivi di protezione individuale e tratti il materiale in modo tale da renderlo più innocuo possibile per la salute dei lavoratori, prestando attenzione a non inquinare completamente tutto il cantiere tramite manovre avventate.

Smaltimento dei rifiuti

Avvenuta la rimozione, i rifiuti (costituiti dal materiale rimosso, ma anche da tutti i materiali utilizzati per confinare l’area) devono essere trattati come rifiuti pericolosi e, di conseguenza, opportunamente “verniciati” ed imballati e trasportati da ditta iscritta alla Categoria 5 dell’Albo dei Gestori Ambientali e trasportata in discarica autorizzata.
Se, al contrario, la rimozione non fosse possibile, è importante stabilizzare il materiale fibroso tramite le apposite vernici ed agire con un incapsulamento o confinamento, in base alle possibilità tecniche offerte dal luogo di lavoro.

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Bonifica Amianto: le procedure per gli interventi e le detrazioni

L’ebook è una guida operativa alle pratiche necessarie e alle detrazioni fiscali relative agli interventi di bonifica dell’amianto da abitazioni, uffici, capannoni e manufatti edilizi in genere. Nell’opera sono illustrate le istruzioni per la corretta procedura da seguire per le opere di rimozione dell’amianto e per lo sfruttamento delle detrazioni fiscali o degli incentivi previsti per il settore.Vengono illustrate tutte le formalità da rispettare nei confronti delle ASL per la predisposizione del cantiere (predisposizione del piano di lavoro, notifica, notifica preliminare, coordinatori, ultimazione dei lavori) e quelle nei confronti dei Comuni e degli enti locali.L’ebook tratta dettagliatamente anche la fiscalità relativa alla bonifica dell’amianto, esaminando l’inquadramento IVA, la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali del 50% IRPEF per le ristrutturazioni, il credito d’imposta del 50% per i titolari di reddito di impresa con l’indicazione, passo per passo, di come spedire le domande per accedere alle agevolazioni. Un capitolo è dedicato ai fondi messi a disposizione dagli incentivi e ai bandi (Bandi ISI INAIL).L’opera è corredata da quattro casi pratici e da una rassegna riepilogativa della normativa di riferimento.Davide Galfré, Geometra, svolge la libera professione nel cuneese con passione e tenacia.

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Davide Galfrè

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