La maggior parte dei professionisti (non sono esclusi i tecnici) è colpita dalla flessione dei ricavi, flessione che impone di ridurre costi e inefficienze. Lo dice l’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati): i redditi dei professionisti sono calati del 20% dal 2008 al 2011; i redditi dei professionisti tecnici, in particolare, sono diminuiti (tra il 2008 e il 2010) in media del 7%. Il reddito medio dei professionisti dell’anno 2010 è di 44.200 euro circa; il reddito dei tecnici è più basso della media: 23.500 circa. I tecnici, dunque, sono nel bel mezzo della bufera e pagano tantissimo la crisi del settore edilizia.
I motivi della diminuzione dei redditi dei professionisti sono diversi, risolvibili con più o meno difficoltà:
– difficoltà nell’acquisire nuovi clienti;
– difficoltà nel gestire i rapporti con i clienti esistenti;
– deprezzamento del lavoro;
– aumento della sofferenza causa calo del lavoro.
A detta di Paola Parigi, che scrive sul Sole 24 Ore del 2 luglio 2012 l’articolo “Anche negli studi è l’ora della Spending Review”, lo scenario della crisi e lo sviluppo delle tecnologie lasciano pensare che il risveglio non sarà un ritorno ai meccanismi del passato, ma verranno creati un mondo e un modo di lavorare completamente diversi.
Il budget di previsione che gli studi dovrebbe redigere tutti gli anni è lo strumento più utile ed efficace per segnalare scostamenti e permette di rendersi conto delle problematiche e di segnalare futuri cali di fatturato e redditività.
Per tutti gli studi professionali, e per tutti gli studi di progettisti e professionisti tecnici, la revisione delle spese e l’individuazione delle inefficienze saranno indispensabili per tagliare gli eccessi e focalizzare quali sono le attività fondamentali alla vita dell’attività. La revisione (dunque la “spending review”) consentirà di ridurre consumi, ottimizzare spese, rinegoziare contratti di fornitura, tagliare collaborazioni non essenziali, condividere ciò che è possibile condividere.
Prima conseguenza positiva utile di questa revisione è l’ottimizzazione del tempo: il meno lavoro porta ad avere più tempo e il tempo deve essere utilizzato il meglio possibile per quelle attività importantissime che solitamente vengono lasciate da parte perchè altri lavori sono più impellenti e urgenti (fare o rifare il sito internet, richiamare contatti “freddi” per farli tornare “caldi”, realizzare materiale di comunicazione per trovare nuovi clienti, condividere attraverso i social network le informazioni necesarie a far conoscere lo studio.
Un altro campo sul quale occorre muoversi, e occorre farlo in modo efficace e ragionato, per ottimizzare il tempo ricavato dalla diminuzione del lavoro è il recupero crediti. Par capire come muoversi, bisogna conoscere bene la natura dell’insoluto e lo stato del cliente: il modo di affrontare i clienti sarà diverso se essi non pagano e non lo potranno mai fare, se non sono in questo momento inngrado di farlo ma lo saranno in futuro, se può saldare ma non lo fa.
Il Sole 24 Ore riporta uno schema utile che indica i comportamenti da adottare per ottimizzare le spese. I punti fondamentali sono:
– prevedere il pericolo;
– avere obiettivi chiari;
– lavorare in modo veloce;
– utilizzare l’informatica e il web, realizzando anche un sito internet al passo coi tempi e sempre aggiornato con contenuti validi;
– scegliere buoni collaboratori;
– utilizzare l’home working e il tele-lavoro;
– rivoluzionare la struttura dello studio: vertice e base devono condividere problemi, obiettivi, spese e ricavi.
La risoluzione di simili problemi non è un obiettivo facile, ma occorre tenere presente che alcuni cambiamenti sono indispensabili per sopravvivere.
Fonte: il Sole 24 Ore del 2 luglio 2012
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