Ieri pomeriggio 6 operai sono rimasti coinvolti in un grave incidente di sicurezza sul lavoro a Milano: intossicati da esalazioni tossiche durante la pulizia “di routine” di un forno interrato (di circa due metri) alla Lamina, ditta che produce acciaio e titanio a Rho. 3 di loro sono morti per arresto cardiaco poco dopo essere stati portati all’ospedale di Monza e al Sacco di Milano. Il quarto operaio è in condizioni gravissime, gli altri due sono meno gravi e sono all’ospedale Santa Rita. Un capo squadra dei pompieri, arrivato tra i primi sul posto per il soccorso, è rimasto lievemente intossicato: ora è all’ospedale Niguarda per accertamenti. Aggiornamento del 19 gennaio: purtroppo, è morto anche il quarto operaio coinvolto.
Incidente a Milano, tre morti: cos’è successo
Nella zona dei forni per il riscaldamento c’erano il responsabile della produzione Arrigo Barbieri, 57 anni, e l’elettricista esterno Marco Santamaria, 42 anni: giù, a circa due metri di profondità, stanno riparando un guasto o effettuando una normale manutenzione: ecco perchè hanno disattivato l’allarme. A un certo punto è successo qualcosa, forse a causa dell’azoto che scorre nei tubi gialli. Santamaria e Barbieri hanno perso i sensi sul fondo della struttura.
Il primo ad arrivare è stato Giancarlo Barbieri, fratello maggiore di Arrigo, che è sceso dentro al forno, ma si sente subito male. Tutti gli altri accorrono sul posto, si affacciano alla ringhiera e vedono chiaramente cosa sta succedendo in basso. In due, Alfonso Giocondo e Giampiero Costantino, cercano di trarre in salvo Giancarlo Barbieri prendendolo per le braccia ma non ci riescono, perché scivola all’indietro. I due escono. In quel momento arriva un altro operaio, Giuseppe Setzu, che va giù per salvare i colleghi. Nel frattempo, i responsabili della ditta hanno già chiamato i soccorsi. Sul fondo della fossa ci sono quattro corpi che non si muovono, in arresto cardiocircolatorio. Marco Santamaria muore pochi minuti dopo il ricovero al Sacco. Arrigo Barbieri e Giuseppe Setzu muoiono poco dopo. L’unico ancora in vita è Giancarlo Barbieri, in condizioni gravi.
I soccorsi hanno tardato ad arrivare, almeno mezz’ora, stando ai racconti di un operaio della fabbrica. L’azienda è stata subito sequestrata dai carabinieri su disposizione dei pm Tiziana Siciliano e Gaetano Ruta. Sul tipo di sostanza tossica esalata sono in corso gli accertamenti dei vigili del fuoco del nucleo NBCR (nucleare, biologico, chimico e radiologico). Per ora, l’unica cosa che possiamo dire è che i vigili del fuoco non hanno rilevato presenza di monossido di carbonio nei locali.
Cosa produce l’azienda Lamina
La Lamina è specializzata dal 1949 nella produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio. In particolare produce nastri inossidabili incruditi usati per le molle industriali.
Lo racconta uno degli operai della ditta: la Lamina è sempre stata attenta alla sicurezza, con controlli costanti. A proposito di sicurezza sul lavoro, il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato: “La legislazione italiana sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è considerata una buona legislazione e il sistema dei controlli interviene su 200.000 imprese ogni anno. Serve, però, anche un impegno permanente di tutti i soggetti interessati ed una peculiare attenzione da parte degli imprenditori perché non dovrebbe mai accadere che un lavoratore perda la vita mentre svolge la sua attività”.
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