Incendio Valencia: cosa non ha funzionato?

Quali sono le cause? Cosa non ha funzionato? Presto per dirlo, intanto riportiamo le dichiarazioni rilasciate dalla vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri tecnici industriali di Valencia, Esther Pchades e dalla presidente degli Ingegneri di Milano, Carlotta Penati

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Ansa.it riporta che il bilancio della tragedia, causata dal rogo che ha interessato un edificio di 14 piani, a Valencia è salito a dieci morti dopo che le squadre di emergenza, insieme alla scientifica e ai vigili del fuoco, hanno completato la prima ispezione degli edifici colpiti dal rogo. L’annuncio è stato fatto dalla prefetta Pilar Bernabé, lo scorso 24 febbraio, presso il centro di coordinamento delle emergenze di Valencia.

Tra i feriti ci sono anche cinque vigili del fuoco. Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha dichiarato che la priorità attuale è la ricerca delle vittime e garantire la sicurezza degli operatori impegnati nei servizi di emergenza. Le sue parole sono giunte direttamente dal luogo dell’incendio a Valencia, dopo un incontro con tecnici e il Centro di coordinamento delle emergenze. Il racconto riassume il tragico evento che si è consumato nella giornata di venerdì 22 febbraio 2024.

Quali sono le cause? Cosa non ha funzionato? Presto per dirlo, ma di seguito riportiamo le dichiarazioni rilasciate dalla vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri tecnici industriali di Valencia, Esther Pchades e dalla presidente degli Ingegneri di Milano, Carlotta Penati.

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Indice

Un caso assimilabile alla Torre dei Moro a Milano

La vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri tecnici industriali di Valencia, Esther Pchades, che effettuò una perizia sul grattacielo, ha attribuito la voracità delle fiamme al rivestimento di uno strato di poliuretano fra gli elementi alluminio che ricoprivano la facciata, un prodotto “altamente infiammabile, che ha provocato l’espansione delle fiamme a tutto il palazzo in meno di mezz’ora”, ha dichiarato alla tv valenziana A’ Punt. Tuttavia la presenza del materiale in facciata è stata poi smentita.

Il caso potrebbe essere ricondotto a quello della Torre dei Moro a Milano, pertanto l’indiziato non è il cappotto termico ma il rivestimento della facciata. Ricordiamo che per il caso Torre dei Moro la Commissione Tecnica interna a Cortexa, riunitasi per un confronto sul caso, arrivò ad una conclusione: il Cappotto non c’entrava con la propagazione dell’incendio e l’associazione FIVRA ribadiva l’importanza nella scelta di materiali incombustibili per progettare e ottenere facciate sicure.

Non sempre i materiali isolanti sono idonei all’antincendio

Il Corriere della Sera – Milano riporta le osservazione della presidente degli Ingegneri di Milano, Carlotta Penati, che sottolinea la necessità di un approccio più completo nella progettazione degli edifici, nonostante la rigorosa normativa antincendio in Italia.

Penati ha poi evidenziato che, al momento l’attenzione è focalizzata sull’efficientamento energetico degli edifici ma non sempre i materiali isolanti sono idonei anche dal punto di vista antincendio. L’importanza di verifiche trasversali su più settori emerge come chiave per una sicurezza completa.

Penati precisa che il rischio può essere ridotto, ma non annullato, e la pianificazione iniziale è fondamentale. Nessun materiale è intrinsecamente adatto o inadatto; la scelta dipende dalla struttura e dal sistema edificio in cui viene impiegato.

Redazione Tecnica

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