Imprese e innovazione sostenibile: Clivet al convegno di UnionCamere

Clivet, azienda Italiana che si occupa di progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi in pompa di calore, presenta il proprio modello vincente di innovazione basata sulla green economy con soluzioni che possono riscaldare e condizionare gli edifici risparmiando fino al 50% di energia rispetto ai sistemi che utilizzano la tradizionale tecnologia a combustione.

Lunedì 2 luglio, nella splendida cornice di Villa Emo, ha avuto luogo la conferenza “Imprese ed innovazione sostenibile”, l’evento organizzato da Regione Veneto e Unioncamere Veneto sul tema di grande attualità dell’impresa sostenibile quale unica strada per orientare il business verso la green economy, generando valore non solo nei beni e servizi offerti, ma anche nel loro impatto sociale con il mondo e con le persone.
Questo convegno, che si inserisce nel quadro del Progetto CSR Veneto, è volto a dimostrare come sia possibile trovare vie innovative alla competitività con un approccio gestionale attento all’equilibrio economico e agli effetti sociali, culturali e ambientali e come solo le aziende che colgono questo trend abbiano la possibilità di uscire velocemente dalla crisi, aprendo una nuova strada fatta di crescita e sviluppo economico ed occupazionale.

Clivet con la propria esperienza di oltre 20 anni di innovazione, ha chiaramente dimostrato come reinterpretare il mondo del riscaldamento e del condizionamento attraverso la tecnologia green delle pompe di calore possa non solo dare grande sviluppo all’Azienda, ma anche contribuire in maniera sostanziale alla limitazione dei consumi di energia primaria ed all’aumento dell’impiego di energia rinnovabile. In questo modo si può contribuire in maniera sostanziale al raggiungimento degli obiettivi assegnati all’Italia dall’Unione Europea di diminuzione dell’uso di energia primaria, aumento del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, abbattimento delle emissioni di CO2.

I sistemi in pompa di calore, hanno infatti performance irraggiungibili per i sistemi tradizionali, poiché consumano in media la metà in termini di energia primaria ed utilizzano dal 75% al 100% di energia rinnovabile. La continua innovazione tecnologica ha reso inoltre tali sistemi competitivi anche economicamente rispetto ai sistemi tradizionali con un costo di ciclo vita decisamente favorevole ai primi.
Per tutte queste ragioni è opinione ormai diffusa che, lo sviluppo di questa tecnologia, porterà ad un cambiamento nello scenario energetico con ripercussioni sull’impiantistica per il comfort all’interno degli edifici, che vedranno sempre più i sistemi in pompa di calore prendere il posto degli impianti tradizionali che oggi utilizzano combustibili fossili (come i sistemi a combustione con caldaie).

Clivet in questo campo ha saputo distinguersi, credendo nello sviluppo di unità ad altissima efficienza ancora prima che il mercato le chiedesse e fornendo non solo prodotti efficienti, ma sistemi completi pensati per ottenere i migliori risultati durante tutto il ciclo di vita dell’impianto.
La presentazione effettuata a Villa Emo ha dato un grande segnale e stimolo a tutti i presenti mostrando come gli obiettivi economici Aziendali possano essere in perfetta sinergia con i principi della green economy e la piena riuscita sociale dell’impresa.

Spiega Jaques Gandini, direttore Marketing e Applicazioni Impiantistiche di Clivet, che ha partecipato come relatore alla conferenza: “La green economy è ormai una realtà consolidata ed il nuovo paradigma previsto è quello di offrire soluzioni efficienti ed in linea con la sostenibilità del mondo che ci circonda. Clivet nel settore del riscaldamento e della climatizzazione sta dimostrando con impegno e passione che è possibile coprire tutte le esigenze di comfort per il riscaldamento, il condizionamento, il rinnovo e la purificazione dell’aria, la produzione di acqua calda sanitaria, consumando dal 30% al 60% in meno rispetto ai sistemi a combustione. Si tratta di un cambio tecnologico radicale che coinvolge l’Azienda, i propri clienti e tutta la filiera distributiva con ingenti risorse da dedicare alla ricerca, alla comunicazione ed alla formazione.” Gandini conclude: “Si tratta di una strada difficile dove la parola cambiamento è all’ordine del giorno e dove stanno emergendo mercati con una crescita a doppia cifra su cui le aziende dovranno puntare con grande determinazione. In questa chiave Clivet si distingue come azienda fortemente innovativa, che ha saputo guadagnare una leadership a livello Europeo in numerosi settori applicativi: dai centri commerciali, agli hotel, ai cinema multisala, agli ospedali, alle industrie, fino ad arrivare al residenziale. Siamo dunque molto contenti di essere stati invitati a questa importante conferenza e contiamo che la nostra esperienza possa fornire utili spunti a chi ha deciso di intraprendere questa strada”.

Approfondimento: sistemi in pompa di calore
Gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo di energia primaria a livello nazionale e buona parte di questa energia (in una abitazione privata ad esempio può valere anche l’80%) viene utilizzata per la produzione di acqua calda sanitaria, il riscaldamento ed il condizionamento degli spazi adibiti alle persone. Riscaldare e condizionare gli ambienti risparmiando energia è quindi un fattore che condizionerà le costruzioni edilizie negli anni a venire.
Oggi si preme molto sull’aumento degli isolamenti in edilizia al fine da limitare i fabbisogni di riscaldamento e condizionamento, ma non tutti sanno che è possibile dimezzare ulteriormente i consumi di energia e le emissioni di CO2, rispetto alle soluzioni tradizionali a combustione che utilizzano fonti fossili, grazie alla tecnologia della pompa di calore che sfrutta dal 75% al 100% fonti rinnovabili.

Pompe di calore e “Rinnovabili termiche”
La tecnologia delle pompe di calore fa parte delle rinnovabili termiche e tra esse è una delle tecnologie più promettenti, poiché consente un elevato utilizzo di energia rinnovabile (dal 75% al 100%) ed offre risparmi di energia primaria nell’ordine del 30-60% (a seconda delle applicazioni), oltre ad un sostanziale contributo all’abbattimento della produzione di CO2.
Questi elementi sono alla base dei valori indicati nel PAN (“Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili dell’Italia” presentato a Bruxelles il 29 luglio 2010) dove il Governo Italiano ha previsto circa il raddoppio del contributo delle pompe di calore (da 1273 kTep nel 2010 a 2900 kTep nel 2020) agli obiettivi Italiani in fatto di rinnovabili termiche da qui al 2020.
I segni concreti del recepimento e dell’incentivazione di questa tecnologia diventano ora di grande attualità anche per le Regioni in quanto il 2 aprile 2012 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministeriale 15/03/2012 (burden sharing) con cui vengono assegnati alle Regioni i target per le rinnovabili che esse devono recepire nei loro piani energetici entro 3 mesi e vengono previste misure di intervento nei confronti delle amministrazioni nel caso in cui non raggiungano gli obbiettivi loro assegnati.

Pompa di calore e “Rinnovabili elettriche”
L’importante contributo delle pompe di calore non si ferma alle rinnovabili termiche, infatti questa tecnologia ha grande valenza e convenienza per il sistema Paese anche rispetto alle rinnovabili elettriche come ad esempio il fotovoltaico e l’eolico.
Le pompe di calore, tra tutte le tecnologie rinnovabili a livello nazionale (come presentato durante la Seconda Conferenza Nazionale sulle Rinnovabili Termiche del 19 aprile 2011 a Roma, da parte dell’ingegner Molocchi degli Amici Della Terra) contribuiscono alla produzione nazionale di energia da fonte rinnovabile per circa il 16%, beneficiando di meno del 4% dei fondi di incentivazione governativa, mentre le rinnovabili elettriche, prendendo anche solo solare fotovoltaico ed eolico, considerate nel loro insieme, contribuiscono per il 12% di energia rinnovabile, utilizzando però oltre il 57% dei fondi di incentivazione.
Le pompe di calore hanno dunque un potenziale di utilizzo di energia rinnovabile molto elevato e, se potessero beneficiare di maggiori livelli di incentivazione, certamente favorirebbero un più veloce sviluppo dell’impiego di fonti rinnovabili per il sistema Paese con un utilizzo molto efficiente delle incentivazioni rispetto ad altre tecnologie con potenziali meno promettenti.

L’Unione Europea promuove le Pompe di Calore
L’Unione Europea, al fine di ridurre i consumi di energia primaria e limitare le emissioni di CO2 in atmosfera, nel 2009 ha emanato un’importante Direttiva (2009/28/CE del 23 aprile 2009) che promuove l’uso dell’energia da fonti rinnovabili (RES, Renewable Energy Sources), con la quale l’energia solare indiretta contenuta in aria, acqua e terra sfruttata dalle pompe di calore è riconosciuta come fonte di energia rinnovabile. Questo elemento ha portato i sistemi in pompa di calore ad essere considerati al pari delle altre tecnologie, tipo il solare, le biomasse, l’eolico e l’energia delle maree, assegnando loro la posizione di primo piano, che già da tempo meritavano in virtù dei risparmi energetici ottenibili con il loro impiego.
Il mercato Europeo già da alcuni anni infatti considera la pompa di calore una soluzione eccellente per il riscaldamento degli edifici, con sviluppi molto interessanti in Germania, Francia e nei paesi nordici  come la Svezia dove oltre l’80% del mercato vede sistemi in pompa di calore al posto delle tradizionali caldaie.
Nei paesi del sud Europa ed in particolare in Italia, dove beneficiamo di temperature medie stagionali ben superiori al nord Europa, la tecnologia della pompa di calore prevede efficienze anche superiori, dunque ancora più convenienti.

E in Italia?
Anche in Italia si stanno facendo grandi passi nella direzione di un ampio impiego dei sistemi basati sulla tecnologia della pompa di calore. Nella legge finanziaria le pompe di calore beneficiano di un credito d’imposta del 55% e con il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, meglio noto come Decreto Romani, la direttiva RES è stata recepita a livello italiano.

Decreto Legislativo n. 28/2011, meglio noto come Decreto Romani
In base a questo decreto dal 31 maggio 2012 è richiesta una copertura mediante fonti rinnovabili del 50% del fabbisogno di energia termica per la produzione di acqua calda sanitaria. Per il riscaldamento ed il raffreddamento, il Decreto prevede invece una crescita graduale della copertura del fabbisogno complessivo dell’immobile con fonti rinnovabili, fino a raggiungere nel 2017 il 50% (20% quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013; 35% quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016; 50% quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è rilasciato dal 1° gennaio 2017).
Oltre agli edifici nuovi, sono sottoposti all’obbligo di consumi termici rinnovabili anche gli edifici esistenti aventi superficie utile superiore a 1.000 metri quadrati soggetti a ristrutturazione integrale, (nonché gli edifici esistenti soggetti a demolizione e ricostruzione).
I sistemi tradizionali per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, basati sulla tecnologia della combustione sono in una condizione di grande difficoltà per garantire questo tipo di requisiti.
Le pompe di calore invece, sfruttando dal 75%  al 100% di energia rinnovabile, sono destinate ad avere uno sviluppo esponenziale nei prossimi anni, offrendo una grande opportunità al nostro Paese sia dal punto di vista della riduzione dell’impatto ambientale che economica.

Per informazioni
www.clivet.com

Redazione Tecnica

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