La riforma del catasto e la revisioni dell’IMU sono state nei giorni scorsi oggetto d’esame del Governo Monti.
Secondo alcune indiscrezioni sull’Imposta Municipale Unica (introdotta dal decreto sul federalismo fiscale e anticipata dalla Manovra Salva Italia) l’esecutivo potrebbe integrare delle esenzioni facendola applicare solo agli immobili non istituzionali degli enti pubblici e a quelli d’interesse storico e artistico, prima esenti, i primi, o beneficiari,i secondi, di un’aliquota agevolata.
Ricordiamo che con il decreto Liberalizzazioni è prevista peri Comuni la possibilità di ridurre fino allo 0,38% l’aliquota sugli edifici destinati alla vendita, ma rimasti nel magazzino dell’impresa costruttrice con validità fino ad un’eventuale locazione dell’immobile e non comunque di durata superiore a tre anni.
L’onere del bonus ricadrebbe solo sugli enti locali, rendendo quindi difficile l’attuazione della misura, poichè resta invariata la quota di gettito da destinare allo Stato.
Perplessità anche sull’applicazione dell’Imu sulle seconde case, con il nuovo regime normativo conviene mantenere le abitazioni vuote perché non si pagherebbe più l’Irpef sui redditi fondiari.
Dopo l’annuncio fatto alcuni mesi fa dal premier Monti durante i lavori sulla Manovra Salva Italia, ora il governo pare stia definendo la riforma del Catasto, allineando le rendite ai valori di mercato.
La revisione si dovrebbe basare, per la valutazione degli immobili, non più sui vani ma su altri parametri come la superficie e la localizzazione.
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