L’erba sintetica dei campi sportivi è tossica?

Colpa dei granuli di gomma riciclata, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA)? Ce lo dice la valutazione ECHA (European Chemicals Agency) che suggerisce alcuni interventi per rendere i campi gioco più sicuri, specie quelli al coperto

Oggi i campi da calcio artificiali sono costituiti da tappeti di fili di erba sintetica, polietilene o polipropilene (PE o PP) mantenuti in posizione verticale da un “intaso” di sabbia e granuli elastici di varia natura, tra questi anche la gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso, o PFU.

La presenza della gomma garantisce un migliore confort di gioco e una maggiore durata dell’erba sintetica. L’utilizzo di gomma riciclata da PFU contribuisce inoltre all’abbattimento degli impatti ambientali, riducendo il consumo di materie vergini derivanti da risorse non rinnovabili e migliorandone l’impronta ecologica. Un sistema virtuoso che va nella direzione di quell’economia circolare (legge 221/2015) che l’Unione europea promuove come soluzione per uno sviluppo economico sostenibile per il futuro del pianeta.

Qual è il problema allora sollevato sulla probabile tossicità della gomma dei campi sportivi sintetici? È una preoccupazione reale? Vediamo cosa dice in merito l’ECHA (European Chemicals Agency), che ha pubblicato uno studio ad hoc richiesto dall’Unione europea.

Erba sintetica dei campi artificiali: la gomma da PFU per l’intaso dei campi artificiali è sicura?

La gomma riciclata da PFU ha la stessa composizione chimica dei pneumatici nuovi, derivando da un semplice processo di frantumazione degli stessi, senza aggiunta di alcun additivo, né di sostanze di alcun tipo. La frantumazione dei PFU in Italia, avviene in circa 20 impianti dislocati lungo la penisola, che operano seguendo capitolati che impongono una serie di vincoli relativi alla qualità delle fasi di lavorazione (ingresso del materiale, stoccaggio, triturazione, insaccamento).

L’utilizzo di intasi derivanti da riciclo di PFU è stato più volte contestato in passato per il sospetto che alcune sostanze considerate tossiche contenute in componenti della gomma vulcanizzata (come gli IPA, Idrocarburi Policiclici Aromatici) potessero migrare dai granuli di gomma ai giocatori, attraverso contatto con la pelle, o attraverso inalazione.

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Lo studio è durato due anni e si è sviluppato attraverso tre fasi:
– il campionamento dei pneumatici e l’analisi in merito al contenuto di IPA;
– i test di laboratorio relativi alla potenziale cessione di IPA dal granulo nero ai fluidi biologici;
– le prove su campi intasati con granuli nobilitati (i granuli protetti dalla tradizionale coloratura poliuretanica utilizzata in Italia, normalmente di colore verde o marrone) per verificare l’effettiva esposizione dei giocatori negli impianti sportivi con erba artificiale tipicamente installati in Italia.

Il piano di campionamento ha permesso la caratterizzazione chimica e tossicologica della gomma riciclata da diverse tipologie di PFU. Presso 5 impianti di riciclo sono stati classificati quasi 4000 PFU in base all’età e al paese di provenienza del pneumatico. 70 campioni di granuli e polverini di provenienza nota sono stati consegnati a 4 laboratori italiani ed esteri per eseguire una caratterizzazione completa della gomma. È stato quindi possibile confrontare la composizione della gomma riciclata da pneumatici prodotti in Europa o in paesi extra-europei, prima e dopo il 2010, data di introduzione del divieto di utilizzo degli olii aromatici (responsabili del contenuto di IPA) nella produzione di nuovi pneumatici.

C’è rischio migrazione degli IPA dai granuli di gomma da PFU?

I test di migrazione nel sudore e in surfattanti polmonari (simulanti delle sostanze presenti negli alveoli polmonari) su gomma non nobilitata (nera) hanno evidenziato la scarsa biodisponibilità di tali sostanze, che rimangono intrappolate all’interno della gomma vulcanizzata e quindi non sono assorbite dal corpo umano, né per contatto dermico né per inalazione. Nei test di migrazione degli IPA in sudore artificiale i valori massimi di cessione misurati sono equivalenti a fattori di migrazione molto inferiori a 0,01% del contenuto di ciascuna sostanza, valori che permettono di definire come altamente improbabile la migrazione degli IPA della gomma per semplice contatto dermico.

Anche i fattori di migrazione misurati in diversi simulanti del surfattante polmonare permettono di definire “limitata” la biodisponbilità degli IPA anche nelle condizioni più estreme.

Contemporaneamente, gli esperti di Waste and Chemicals hanno condotto una serie di 15 monitoraggi presso campi in erba naturale e campi in erba artificiale intasati con gomma da PFU nobilitata o con intasi organici per valutare l’esposizione agli IPA dei lavoratori durante la posa in opera della gomma e degli atleti durante le partite di allenamento sulle diverse superfici di gioco.

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Ciò significa che una persona esposta quotidianamente alla gomma sui campi da gioco (es. un giocatore professionista che si allena quotidianamente per 3-5 h) per un periodo rilevante della propria vita (es. per 20-40 anni), ha meno di una probabilità su un milione di contrarre una patologia anche grave a causa dell’esposizione agli IPA contenuti nell’intaso. Sia durante la posa dell’intaso (lavoratori) che durante la pratica sportiva (giocatori), il rischio da esposizione dermica è inferiore al rischio inalatorio; va tra l’altro evidenziato che durante tutti i monitoraggi effettuati, la concentrazione degli IPA misurati in aria è dipendente dal livello di inquinamento atmosferico locale.

Da tutte le analisi condotte, sia in laboratorio, sul granulo nero, sia in campo in condizioni reali, su granulo nobilitato, è emerso un quadro rassicurante che conferma l’assenza di rischi significativi per la salute dei lavoratori e degli atleti che giocano su campi sintetici con intaso in gomma riciclata da PFU. La gomma riciclata da pneumatici contiene infatti quantità molto limitate di IPA, ben al di sotto delle soglie massime considerate di sicurezza, e queste quantità di IPA hanno comunque un grado di biodisponibilità non significativo, quasi non rilevabile. I risultati sono peraltro coerenti con le numerose pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni.

Cosa dice la recente pubblicazione ECHA?

È stata pubblicata la valutazione ECHA (European Chemicals Agency) relativamente al rischio correlato alle sostanze chimiche contenute nella gomma riciclata utilizzata come riempimento nei campi sportivi in erba sintetica. Lo studio è stato avviato in seguito ad una richiesta della Commissione Europea.

Sulla base delle informazioni disponibili, ECHA ha concluso che il livello di preoccupazione dovuto all’esposizione alle sostanze chimiche pericolose contenuta nella gomma riciclata è molto basso in quanto:
– il basso contenuto di IPA nei campi sportivi realizzati in Europa;
– il contenuto di metalli è al di sotto dei limiti consentiti dalla normativa attuale sui giocattoli.

Lo valutazione dell’ECHA ha esaminato in modo critico tutte le ricerche disponibili sull’esposizione alle sostanze pericolose presenti nei granuli di gomma riciclata, tra cui idrocarburi policiclici aromatici (IPA), metalli, idrocarburi organici volatili e semivolatili, sia per contatto cutaneo, sia per ingestione o inalazione, rilevando un basso rischio per la salute, anche qualora i campi da gioco in erba sintetica siano frequentati da bambini. Lo stesso livello di sicurezza è stato riscontrato per i lavoratori che posano il materiale o provvedono alla manutenzione dei campi.

Nel caso dei metalli, i livelli riscontrati nei granuli sono inferiori a quelli ammessi nella produzione di giocattoli, mentre per le sostanze volatili, qualche preoccupazione potrebbe venire in caso di installazione indoor, anche se i rischi massimi a cui si può andare in contro sono limitati a delle irritazioni.

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Quindi? Quali conclusioni?

Pur confermando un basso rischio per la salute, a scopo precauzionale l’ECHA suggerisce alcuni interventi per rendere l’utilizzo più sicuro.

I monitoraggi effettuati confermano quanto osservato dagli studi internazionali, ossia un valore di rischio cancerogeno incrementale significativamente inferiore, di un ordine di grandezza, a quello raccomandato per la popolazione.

Le ricerche sembrano quindi disegnare un quadro rassicurante, che conferma l’assenza di rischi significativi per la salute dei lavoratori e degli atleti che giocano su campi sintetici con intaso in gomma riciclata, anche da Pneumatici Fuori Uso.

Nel caso di campi al coperto, i gestori dovrebbero assicurare un’adeguata ventilazione per evitare il ristagno nell’aria di composti volatili.

Si segnala infine che il contenuto di composti organici volativi potrebbe causare, in campi sportivi coperti, irritazione oculare o cutanea.

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