Nella prefazione del documento in italiano denominato Scala Macrosismica Europea 1998 – EMS-98 le scale macrosismiche vengono definite “un’importante ed efficace interfaccia tra la sismologia e l’ingegneria”.
Sono passati 21 anni dalla pubblicazione della versione inglese della scala EMS-98, utilizzata quale indispensabile strumento di misura equivalente tra la scala del danneggiamento e la scala dell’intensità della scossa per eventi sismici pari o superiori al grado 5.
La scala ha trovato impiego a seguito degli eventi sismici che si sono manifestati lungo il territorio italiano. Umbria-Marche nel 1997, L’Aquila nel 2009, 2012 in Emilia Romagna e poi quelli del 2016-17 in centro Italia sono state alcune delle situazioni relativamente alle quali, l’uso della scala è stato un banco di prova che ha permesso di ottenere riscontri definendo pregi e difetti sui limiti della scala.
Rispetto alla prima versione, risalente al 1992, sono state introdotte innovazioni consolidate poi nell’edizione del 1998, tra le quali:
- la definizione operativa di intensità macrosismica;
- l’introduzione della nozione di vulnerabilità sismica come superamento delle tradizionali tipologie costruttive;
- la compilazione di una guida all’utilizzo della scala stessa.
L’applicabilità in ambito internazionale della scala EMS-98 ha semplificato l’individuazione delle tipologie edilizie e la loro tassonomia, rendendo più agile l’operatività sul campo.
I curatori della pubblicazione in lingua italiana sono Andrea Tertulliani (INGV), Raffaele Azzaro (INGV) e Giacomo Buffarini (ENEA) che hanno sottolineato quanto sia importante questa traduzione, seppur giunta in ritardo. Difatti in Italia la scala EM-98 è più usata rispetto ad altri paesi, pertanto la traduzione della terminologia tecnica è fondamentale affinché tutti i tecnici possano utilizzare uno strumento ampiamente condiviso tra sismologi e ingegneri.
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EM-98, MSK, MCS. In che modo si differenziano le scale?
Come descritto all’interno del documento, la scala d’intensità EM-98, come la scala MSK che l’ha preceduta, è parte di una famiglia di scale d’intensità che derivano dalla scala a dieci gradi di De Rossi e Forel, largamente usata per via della sua semplicità. Mercalli la modificò, ed in seguito fu estesa a dodici gradi da Cancani per poi essere definita da Sieberg come la scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS).
La MCS può essere considerata la madre non solo della scala MSK/EM-98, ma anche delle numerose versioni della scala Mercalli Modificata. La differenza tra le scale a dodici gradi sta nel grado di complessità impiegato nella formulazione mentre sono approssimativamente equivalenti in valori reali.
Il carattere che differenzia la scala EM-98 dalle altre scale d’intensità è legato ai dettagli con i quali all’inizio vengono definiti i diversi termini usati, in particolare, i tipi di costruzione, i gradi e l’entità del danno, che ora sono considerati individualmente. Inoltre, la EMS-98 dà la possibilità di classificare l’edificato secondo diverse classi di vulnerabilità, relative a edifici che rispondono all’azione sismica in maniera differente.
Le illustrazioni sono il punto forte della Scala Macrosismica Europea. In fatti è la prima scala di intensità che utilizza i disegni per mostrare in modo grafico e preciso il significato dei diversi livelli di danno e le fotografie di esempio nella Sezione 5 possono essere usate sul campo come confronto con casi reali di strutture danneggiate migliorando così la standardizzazione dell’utilizzo della scala.
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EM-98. Come avviene la classificazione del danno?
Le due macro categorie, rispetto alle quali, avviene l’individuazione dell’edificio sono: muratura e cemento armato, in quanto il modo in cui un edificio si deforma sotto il carico di un terremoto dipende dal tipo di struttura.
Per entrambe le categorie di strutture, viene eseguita una classificazione del danno sulla base di 5 gradi:
- danno da trascurabile a leggero (nessun danno strutturale, leggero danno non strutturale);
- danno moderato (leggero danno strutturale, moderato danno non strutturale);
- danno da sostanziale a grave (moderato danno strutturale, grave danno non strutturale);
- danno molto grave (grave danno strutturale, danno non strutturale molto grave);
- distruzione (danno strutturale molto grave).
I gradi da 1 a 5 dovrebbero idealmente rappresentare un incremento lineare dello scuotimento, in realtà, come specificato nella linea guida EMS-98 ciò avviene solo in maniera approssimata e la loro formulazione è fortemente influenzata dalla necessità di descrivere dei livelli di danno che possano essere facilmente distinti dall’operatore.
La distinzione tra danno strutturale e non strutturale è necessaria così come la distinzione tra danno al sistema primario (portante/strutturale) e danno agli elementi secondari (non strutturali, come tamponature o pareti divisorie) che è consigliabile avvenga attraverso un esame degli edifici sia dall’esterno sia all’interno.
Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc
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