Una nuova strategia quadro a livello europeo in materia di energia è stata adottata questa settimana dalla Commissione europea. Obiettivo principale è elaborare una disciplina efficace anche per perseguire l’ambiziosa (ma necessaria) lotta ai cambiamenti climatici.
La strategia definisce, attraverso cinque articolazioni programmatiche correlate, gli obiettivi di quella che viene definita Unione dell’energia e descrive in dettaglio le azioni che la Commissione Juncker intraprenderà per realizzarla, tra cui:
– nuovi atti legislativi per rifondere e riqualificare il mercato dell’elettricità;
– la garanzia di maggiore trasparenza nei contratti di fornitura di gas;
– una sostanziale evoluzione della cooperazione regionale come passo decisivo verso un mercato integrato;
– nuove norme per garantire l’approvvigionamento di energia elettrica e di gas,
– maggiori finanziamenti dell’UE a favore dell’efficienza energetica o un nuovo pacchetto per le energie rinnovabili;
– attenzione particolare alla strategia europea di R&I nel settore dell’energia;
– una relazione annuale sullo “stato dell’Unione dell’energia”.
Ma come si configura la situazione attuale in materia di energia nel territorio dell’Unione Europea? In questo momento il 55% dell’energia viene importata, mentre il 90% del parco immobiliare risulta inefficiente. Inoltre le infrastrutture energetiche sono ormai desuete e non esiste ancora un mercato interno dell’energia.
A tal riguardo risulta ineludibile un dibattito costruttivo che conduca ad una disciplina unitaria della materia. Proprio dai dati appena citati è nata la discussione in seno alla Commissione Europea: quest’ultima, finalmente, ha aperto (lo scorso 4 febbraio) i lavori per la stesura definitiva del documento che raccoglie tutte le proposte in materia di strategia energetica dell’Unione Europea e che presentato dalla Commissione nella giornata di ieri 25 febbraio.
Per un’escursione in ambito italiano in materia leggi il recente articolo Il risparmio energetico non è più un’opzione: 2 scadenze decisive in arrivo.
Gli obiettivi che si propone di raggiungere l’Unione Europea attraverso l’unificazione dei mercati energetici frammentati dei paesi membri sono essenzialmente quattro:
1. Diversificare le fonti energetiche attualmente a disposizione degli Stati membri;
2. Aiutare i paesi dell’UE affinché siano meno dipendenti dalle importazioni di energia;
3. Puntare alla leadership europea nel settore delle rinnovabili;
4. Lottare contro il riscaldamento globale.
Questi quattro obiettivi soggiacciono all’onnicomprensivo cappello della volontà di realizzare la transizione verso un’economia a basso impatto ambientale.
Ma quali effetti avrà l’Unione energetica a livello europeo? Ecco una rapida ma esaustiva rassegna di tali importanti conseguenze:
– Verrà creata una clausola di solidarietà con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da singoli fornitori facendo pieno affidamento ai paesi vicini, soprattutto in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento energetico. In tale direzione gli accordi conclusi dai paesi dell’UE per acquistare energia o gas da paesi terzi saranno caratterizzati da una maggiore trasparenza;
– Il mercato dell’elettricità sarà riorganizzato al fine di renderlo più interconnesso, più rinnovabile e più reattivo. Gli interventi dello Stato nel mercato interno saranno sostanzialmente rivisti e i sussidi che hanno ripercussioni negative sull’ambiente gradualmente eliminati;
– L’efficienza energetica sarà collocata al primo posto: tale fondamentale concetto sarà ripensato in maniera radicale e sarà considerato una fonte di energia a sé stante, in grado di competere alla pari con la capacità di generazione;
– Una transizione verso una società a basse emissioni di anidride carbonica costruita per durare: l’energia prodotta a livello locale, anche da fonti rinnovabili, dovrà essere assorbita nella rete in modo agevole ed efficiente; si promuoverà la leadership tecnologica dell’UE, sviluppando la prossima generazione di tecnologie dell’energia da fonti rinnovabili e raggiungendo una posizione di leadership nell’elettromobilità, mentre le imprese europee aumenteranno le esportazioni e saranno competitive a livello globale.
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