Il settore delle costruzioni continua a rappresentare uno dei pilastri trainanti dell’economia italiana. Secondo il rapporto INAIL di novembre 2024, nonostante la riduzione degli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, nel 2022 erano attive 537.886 imprese, con un’occupazione media di oltre 1,5 milioni di lavoratori.
Tuttavia, la crescita economica e occupazionale è accompagnata da un persistente rischio di infortuni e malattie professionali, che registrano incrementi significativi.
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Danilo G. M. De Filippo | Maggioli Editore 2024
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Indice
- Infortuni nel settore costruzioni: un quadro preoccupante
- Distribuzione geografica e demografica degli infortuni
- Crescita delle malattie professionali nel settore delle costruzioni
- Distribuzione territoriale delle malattie professionali
- Cause degli infortuni e delle malattie professionali
- Conclusione: la necessità di interventi mirati
Infortuni nel settore costruzioni: un quadro preoccupante
Nel 2023, sono stati denunciati 43.480 infortuni nel settore delle costruzioni, con un aumento del 6,4% rispetto al 2019 (40.874 casi).
Sebbene si registri una leggera diminuzione rispetto al 2022 (-2,6%), il trend resta allarmante. Gli eventi mortali sono stati 202, con un incremento del 2% rispetto al 2019, ma in calo del 4,3% rispetto al 2022.
Le attività più rischiose sono quelle relative ai lavori di costruzione specializzati, che rappresentano il 65,2% delle denunce. La costruzione di edifici incide per il 25,8%, mentre l’ingegneria civile per il 9%.
Distribuzione geografica e demografica degli infortuni
Dal punto di vista territoriale, il Nord Italia registra il maggior numero di denunce con 22.569 casi (57,4%), seguito da Centro e Sud Italia con il 21,3% ciascuno. La Lombardia è la regione con il maggior numero di infortuni (15,3%), seguita da Emilia-Romagna (11,9%) e Veneto (11,6%). Anche nei casi mortali, la Lombardia si conferma al primo posto (14,2%), seguita da Campania e Puglia (9,7%).
I lavoratori stranieri sono particolarmente vulnerabili, rappresentando circa il 30% degli infortuni totali. In particolare, la comunità albanese è la più colpita con 2.477 casi denunciati. Gli infortuni riguardano quasi esclusivamente uomini (99%) e sono più frequenti nella fascia di età 40-59 anni (53,9%).
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Crescita delle malattie professionali nel settore delle costruzioni
Un elemento critico evidenziato dal rapporto INAIL è l’aumento delle malattie professionali nel settore delle costruzioni. Nel 2023 sono state registrate 12.950 denunce, con una crescita del 42,3% rispetto al 2019 e del 23,9% rispetto al 2022.
I lavoratori dei “Lavori di costruzione specializzati” sono i più colpiti, rappresentando il 63,3% delle denunce totali. Seguono la “Costruzione di edifici” con il 28,6% e l’“Ingegneria civile” con l’8,1%.
Le patologie più comuni sono quelle muscolo-scheletriche, che rappresentano il 75,3% delle denunce totali. Tra queste, prevalgono disturbi dei tessuti molli e dorsopatie. Seguono le malattie del sistema nervoso (10,5%) e dell’orecchio (9,6%).
Distribuzione territoriale delle malattie professionali
Dal punto di vista territoriale, il Centro Italia registra il maggior numero di denunce di malattie professionali (40,7%), seguito dal Sud (25%), dal Nord-Est (15,9%), dalle Isole (10,9%) e dal Nord-Ovest (7,5%).
Le regioni con il più alto numero di denunce sono la Toscana (17%) e le Marche (13,4%), seguite dalla Puglia (9,7%). Le comunità straniere, soprattutto quelle extra-UE, mostrano un aumento significativo delle denunce (+70,9% dal 2019).
Cause degli infortuni e delle malattie professionali
Le principali cause di infortunio includono:
- movimenti del corpo con o senza sforzo (41%);
- perdita di controllo di macchine o attrezzature (23,8%);
- scivolamenti e cadute (22%).
Le malattie professionali derivano principalmente da:
- movimentazione manuale dei carichi, causando patologie muscolo-scheletriche;
- esposizione a rumori e agenti chimici, responsabile di ipoacusie e malattie respiratorie.
Conclusione: la necessità di interventi mirati
Il settore delle costruzioni, pur essendo essenziale per l’economia italiana, rimane uno dei più rischiosi per i lavoratori. È fondamentale implementare strategie di prevenzione mirate, come:
- formazione continua sulla sicurezza;
- utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale (DPI);
- controlli più stringenti nei cantieri.
Inoltre, è necessario considerare l’aspetto umano nella gestione della sicurezza, soprattutto nelle piccole imprese, dove la percezione del rischio e la gestione del tempo sono fattori determinanti per ridurre il numero di incidenti e malattie professionali.
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