Con il DPCM del 20 febbraio 2019 (GU Serie Generale n.88 del 13-04-2019) il Governo aveva approvato il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico per il ripristino e la tutela della risorsa ambientale. Dopo sessanta giorni, le amministrazioni competenti, tra cui Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell’ambiente, Ministero delle politiche agricole, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, hanno predisposto e sottoposto sia alla Cabina di Regia Strategia Italia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che ad «InvestItalia» e al CIPE, un Piano stralcio 2019 con elenchi settoriali di progetti e interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili già nel 2019.
Vediamo in dettaglio come sono state ripartite le risorse, e a quale regione spetta il maggior compenso per “risanare” il proprio territorio.
Dissesto idrogeologico: il Piano stralcio salverà l’Italia?
ll Ministro, all’atto della firma dello scorso 3 luglio, ha dichiarato: Abbiamo impresso una forte accelerazione, il piano firmato in tre mesi prevede 263 interventi, che partiranno già quest’anno.
Ai fini del Piano stralcio 2019, gli elenchi sopra citati sono stati definiti per liste regionali dai competenti Ministeri, mediante apposite conferenze di servizi, sulla base dei fabbisogni e delle proposte delle regioni interessate e delle province autonome, con il contributo e la partecipazione dei commissari per l’emergenza, dei commissari straordinari per il dissesto, e delle autorità di bacino distrettuale.
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Dalla mappa si nota l’ubicazione degli interventi:
– frane, n. 132;
– alluvioni, n. 125;
– erosione costiera, n. 6.
Sempre il Ministro, nella lettera, dichiara: Abbiamo quindi impresso una fortissima accelerazione e grazie alla proficua collaborazione con i Commissari per l’emergenza, i Commissari per il dissesto e le Autorità di bacino distrettuali in soli tre mesi abbiamo stabilito il dettaglio degli interventi più urgenti, che partiranno già quest’anno.
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Sono quindi in totale 263 interventi, tutti caratterizzati da urgenza e indifferibilità.
Si tratta – ha concluso il Ministro – delle azioni che regioni e province autonome hanno ritenuto necessarie per la sicurezza della popolazione e del territorio.
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