Dichiarazione IMU scadenza spostata: chi deve farla? Chi no?

Spostata dal 30 giugno al 31 dicembre la scadenza della dichiarazione IMU. La devono fare tutti? Vediamo.

Lisa De Simone 19/07/19
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Più tempo da quest’anno per presentare la dichiarazione IMU e meno soggetti obbligati. Grazie agli emendamenti introdotti al decreto Crescita, infatti, è stata introdotta una complessiva semplificazione degli adempimenti fiscali e burocratici compresa, appunto, la dichiarazione IMU e TASI.

Dichiarazione IMU: scadenza spostata da giugno a dicembre

Per prima cosa, dunque, viene spostata in avanti dal 30 giugno al 31 dicembre la scadenza della dichiarazione. Questa deve essere presentata dell’anno successivo a quello in cui si sono verificati i fatti che incidono sul pagamento o sul diritto ad utilizzare determinate agevolazioni. A essere tenuti alla dichiarazione sono gli stessi soggetti obbligati al pagamento dell’imposta.

In quali casi NON c’è l’obbligo?

Non c’è obbligo di dichiarazione in caso di acquisto, o vendita o eredità dell’abitazione perché si tratta di tutte informazioni disponibili per il Comune in quanto presenti nei registri pubblici.

In quali casi c’è obbligo di presentazione?

La comunicazione al Comune è invece obbligatoria quando si tratta di situazioni che non risultano da atti pubblici. In dettaglio la dichiarazione è obbligatoria nei seguenti casi:

  • riconoscimento dell’immobile come di interesse storico o artistico;
  • immobili dichiarati inagibili e di fatto inutilizzati;
  • coniugi proprietari di due immobili nello stesso Comune per la casa scelta come abitazione principale;
  • assegnazione provvisoria di case in cooperativa;
  • immobili di proprietà di appartenenti alle Forze armate;
  • terreni agricoli divenuti area edificabile se non posseduti da coltivatori o imprenditori del settore;
  • area divenuta edificabile a seguito della demolizione del fabbricato;
  • immobili non produttivi di reddito in quanto utilizzati dalle imprese commerciali e immobili strumentali utilizzati da professionisti e lavoratori autonomi;
  • fabbricati classificabili nella categoria catastale D sprovvisti di rendita, interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati;
  • immobili per cui si è verificato l’acquisto o la cessazione di un diritto reale per effetto di legge (es. usufrutto legale dei genitori);
  • immobili posseduti, a titolo di proprietà odi altro diritto reale di godimento, da persone giuridiche, interessate da fusione, incorporazione o scissione;
  • casa assegnata dal giudice a seguito di separazione o divorzio che si trova in un Comune diverso da quello nel quale è stato celebrato il matrimonio o diverso da quello di nascita;
  • concessione di un immobile con un contratto di leasing.

La presentazione della dichiarazione vale anche ai fini della TASI.

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Lisa De Simone

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