Crisi energetica gas: MiTE dichiara stato di preallarme. Europa punta al raddoppio TAP

Lo stato di preallarme non implica alcun cambiamento nella nostra quotidianità, ma comporta una maggiore attenzione da parte delle Autorità competenti circa la situazione attuale legata al conflitto Russia-Ucraina

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Il Ministero della Transizione Ecologica, Autorità Competente per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale, il 27 febbraio 2022 ha pubblicato un comunicato stampa attraverso il quale, ha dichiarato lo stato di preallarme per quanto riguarda la crisi energetica che potrebbe mettere a rischio stoccaggio e forniture di gas naturale dell’Italia.

Una situazione legata al conflitto tra la Federazione Russa e l’Ucraina che interessa il territorio attraversato dagli impianti che garantiscono gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano.

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Il MiTe precisa che il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato, secondo il Regolamento UE 2017/1938 da cui derivano gli attuali piani di azione preventiva e di emergenza.

Alla luce di tale scenario è in atto la predisposizione di misure eccezionali preventive al fine di incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle consuete procedure adottate.

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Che significato ha lo stato di preallarme?

Nel comunicato si legge che nonostante il conflitto, la situazione delle forniture al momento è adeguata a coprire la domanda interna, tuttavia la dichiarazione dello stato di preallarme è necessaria perché consente alle autorità preposte lo svolgimento di un monitoraggio costante della situazione energetica nazionale.

Nella scala procedurale, segue lo stato di preallarme, quello di allarme e di emergenza. Il Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale si fonda sui livelli di crisi stabiliti dal Regolamento UE 2017/1938, così come si legge nell’Allegato 2 al decreto ministeriale 18 dicembre 2019.

Il livello di preallarme sussiste quando esistono informazioni concrete, serie ed affidabili secondo le quali può verificarsi un evento che potrebbe deteriorare significativamente la situazione dell’approvvigionamento e che potrebbe far scattare il livello di allarme o il livello di emergenza.

Quindi in poche parole, lo stato di preallarme non implica alcun cambiamento nella nostra quotidianità, ma comporta una maggiore attenzione da parte delle Autorità competenti circa la situazione che potrebbe degenerare nel caso estremo di interruzione della fornitura (stato di allarme).

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Quali sono le prossime azioni per garantire l’approvvigionamento del gas?

L’obiettivo prossimo dell’ Italia è quello di predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali e per poter garantire l’approvvigionamento e contenere l’aumento dei prezzi si cercano accordi con antri Paesi.

Tra le soluzioni alternative c’è quella che punta ad un incremento della capacità del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP) che collega la frontiera greco-turca all’Italia (precisamente a Melendugno in provincia di Lecce).

Il Primo Ministro Draghi durante l’informativa alle Camere del 1° marzo 2022 ha appunto parlato della possibilità di ottimizzare i flussi dei gasdotti non a pieno carico, come il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia e in particolare il TAP che trasporta il gas dall’Azerbaijan.

Luca Schieppati, managing director di TAP, ha spiegato durante un’intervista a Il Sole 24 Ore, che: “nel breve termine, l’obiettivo è raggiungere il pieno utilizzo dell’attuale capacità di Tap, pari a 10 miliardi di metri cubi, cui può aggiungersi il 5% della capacità a breve termine del gasdotto, mediante le aste sulla piattaforma Prisma. Tale quantità di gas potrebbe essere disponibile per fine anno. Sul medio-lungo periodo, poi Tap ha ridotto a un anno i tempi del market test per velocizzare il più possibile il processo di consultazione teso a sondare l’interesse del mercato all’espansione”.

Ricordiamo che il market test è la procedura regolata dalle autorità europee, che consentirebbe di aumentare da 10 a 20 i miliardi di metri cubi l’anno di gas azero fino a Melendugno.

Schieppati ha poi dato delle tempistiche sui primi contratti: “In base alla consultazione pubblica e alle eventuali richieste che TAP riceverà nella fase vincolante di luglio, ove sia confermata la sostenibilità economica dell’investimento in base alla capacità complessiva richiesta, saremo pronti a firmare a ottobre 2022 i contratti di trasporto. E, a seconda delle quantità dei volumi richiesti, da un minimo di 1,5 miliardi di metri cubi di gas a un massimo di 10 miliardi, TAP dovrà realizzare l’espansione della capacità in un periodo non inferiore ai 4 anni rendendo disponibile l’arrivo del gas da luglio 2026“.

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