La Costa Concordia, varata il 2 settembre 2005 e naufragata prematuramente il 13 gennaio 2012, a seguito del famoso “inchino”, sta per compiere l’ultimo viaggio verso Genova, dove verrà demolita.
In questi trenta mesi le operazioni per riportare la Costa Concordia in asse sono state molto delicate.
A settembre dello scorso anno sono iniziate le operazioni di parbuckling per raddrizzare lo scafo. In questi mesi sono stati saldati dei cassoni sulle fiancate, inizialmente riempiti da acqua quindi di aria, per il sollevamento della nave dal fondale, operazione fondamentale per consentire alla nave di procedere in mare aperto in sicurezza grazie al traino di due rimorchiatori d’altura.
Questi enormi cassoni nei mesi scorsi hanno agito da zavorra mantenendo la nave in posizione stabile, ora invece hanno permesso di far riemergere la parte che sino ad oggi era sommersa.
Lo svuotamento d’acqua dei cassoni e l’immissione di aria sono controllati da un programma informatico. Il sollevamento è necessario per poter posizionare delle catene da agganciare ai rimorchiatori.
Durante il suo ultimo viaggio verso Genova, la Costa Concordia sarà affiancata da un’imbarcazione della marina francese al fine di monitorare il convoglio durante il suo passaggio vicino le coste dell’Alta Corsica. L’imbarcazione è specializzata ad affrontare emergenze di inquinamento, in quanto la Costa Concordia passerà a quasi 20 chilometri da Cap Corse, un’area in cui esiste un progetto per la creazione di un parco naturale marino.
Dal Mar Tirreno al Mare Adriatico, un’altra opera ciclopica sta per emergere dall’acqua (o forse sarebbe meglio dire sommersa). Si tratta del MOSE e anche in questo caso il gioco di “tolgo l’acqua e metto l’aria” ha un ruolo fondamentale.
Settantotto paratoie costituite da strutture scatolari metalliche connesse ai cassoni di alloggiamento in calcestruzzo: in condizioni normali di marea le paratoie si trovano nei loro alloggiamenti, riempite d’acqua; in occasione di un’alta marea (110 cm), le paratoie vengono svuotate dall’acqua, viene immessa al loro interno aria compressa e quindi si sollevano, ruotando sull’asse delle cerniere, ed emergono per fermare la marea che entra in Laguna.
Lo stato dei lavori è tale che chi fosse interessato a vedere fuori acqua cassoni, cerniere e paratoie (i tre elementi del MOSE) ha tempo fino ad ottobre, dopo di che tutto sarà sommerso (questo è quando si apprende da chi sta realizzando l’opera).
Dalla fine degli anni ’80, quando si pensava che il MOSE sarebbe stato operativo entro il 2000, i lavori sono iniziati nel 2003 e probabilmente verranno completati nel 2016.
Insomma, se la Costa Corcordia ci ha messo 30 mesi per compiere il suo ultimo viaggio, il MOSE ci sta impiegando 30 anni per emergere dalle acque.
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