Il consumo di suolo in Italia, che avanza al ritmo di 20 ettari al giorno, ha gravi ripercussioni economiche e ambientali. Una delle conseguenze più critiche è la perdita dell’“effetto spugna”, ossia la capacità dei terreni di assorbire e trattenere l’acqua, regolando così il ciclo idrologico. Nel 2023, questa riduzione ha comportato un costo di oltre 400 milioni di euro all’anno.
A ciò si aggiungono i danni derivanti dalla perdita di servizi ecosistemici, quali la diminuzione della capacità di stoccaggio del carbonio, la regolazione climatica e la riduzione della produzione agricola, che rappresentano ulteriori costi per il Paese.
II dati sono contenuti nel rapporto SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che offre una panoramica dettagliata sull’andamento del fenomeno a livello nazionale, presentando in questa edizione le stime aggiornate per regioni, province e comuni italiani relative al 2023. A supporto del rapporto, l’EcoAtlante si configura come uno strumento interattivo e informativo, che permette non solo di esplorare l’ambiente italiano, ma anche di accedere e scaricare mappe dettagliate sul consumo di suolo, personalizzandole secondo le proprie esigenze.
Vediamo di seguito nel dettaglio alcuni degli aspetti più rilevanti analizzati nel rapporto SNPA 2024, presentato il 3 dicembre 2024 nella sede ISPRA di Roma.
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Piano e Progetto di Area Verde
Il volume, giunto alla V edizione, è un manuale di pianificazione e di progettazione delle aree verdi, intese nel loro significato più completo e in una visione unitaria che spazia dalle aree naturali al verde agricolo, dal verde urbano alle aree di frangia metropolitana, al verde con funzione di recupero ambientale.Il processo di pianificazione viene strettamente legato a quello di progettazione: quando si realizza un intervento occorre, infatti, rispondere prima alle domande “che cosa”, “dove” e “perché” (pianificazione) e successivamente decidere “come” (progettazione); e ciò vale sia per la realizzazione di un giardino privato, sia per la creazione di un parco pubblico, sia per il recupero ambientale di un’area.Chiariti gli elementi di base e forniti i metodi di valutazione per la pianificazione, il volume propone un percorso progettuale, integrato da proposte, esempi e tabelle utili alla progettazione. Un capitolo viene interamente dedicato ai principi di composizione degli spazi aperti. Data l’importanza della tecnologia GIS e CAD nella prassi progettuale, ne viene fornita un’illustrazione ed una sintesi.Viene proposto uno schema di “Regolamento tipo per le aree verdi in ambito comunale”, di sicura utilità sia per il tecnico pubblico sia per il progettista incaricato.Questa nuova edizione, aggiornata nei contenuti, è stata ulteriormente arricchita con il tema dell’urbanistica verde dove si analizzano i temi dell’urbanistica (densità edilizie, standard, unità urbanistiche elementari, azzonamenti, modelli insediativi, viabilità, altezza degli edifici, spine verdi), valutandoli in tale ottica e fornendo indicazioni operative al riguardo. Inoltre sono state inserite le linee guida per la progettazione e una serie di raccomandazioni operative per alcune tipologie significative di spazi aperti, quali le università, gli ospedali e gli spazi per la produzione.Completano la nuova edizione ulteriori aggiornamenti sulle greenways e sui percorsi verdi urbani, il tutto facilmente reperibile tramite un essenziale indice analitico degli argomenti.Alessandro ToccoliniIngegnere e architetto, già professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano. È, altresì, presidente dell’Associazione Italiana Greenways, socio ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria, dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio.
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Indice
Un fenomeno in rallentamento, ma ancora preoccupante
Nonostante una lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti, il consumo di suolo in Italia rimane sopra la media decennale. Nel 2023 sono stati consumati 72,5 km², un’area equivalente alla somma delle superfici edificate di città come Torino, Bologna e Firenze.
Questo fenomeno è solo parzialmente mitigato dal recupero di aree naturali, che nel 2023 ha interessato poco più di 8 km², prevalentemente provenienti dal ripristino di cantieri. La situazione evidenzia la necessità di politiche più efficaci per limitare ulteriormente la cementificazione.
Il rapporto SNPA 2024 ha identificato Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM) come i comuni “Risparmia suolo” del 2024, dove le trasformazioni della copertura del suolo sono state minime o assenti. Questi comuni rappresentano esempi positivi in un contesto nazionale ancora segnato da un consumo eccessivo di territorio.
Distribuzione e tendenze regionali
Nel 2023, il consumo di suolo è avvenuto per l’88% su terreni considerati utili, con un aumento delle impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km².
Le regioni che hanno registrato i maggiori incrementi sono Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815) e Lombardia (+780). Al contrario, la Valle d’Aosta (+17 ettari) e la Liguria (+28 ettari) hanno contenuto il fenomeno al di sotto dei 50 ettari. A livello comunale, Roma, pur mostrando una riduzione nel consumo di suolo rispetto agli anni precedenti, rimane tra le città con i valori più alti insieme a Uta (CA) e Ravenna.
Impatti su aree critiche
Il consumo di suolo continua a interessare zone a rischio idraulico e franoso. Nel 2023, sono stati artificializzati oltre 1.100 ettari in aree a pericolosità idraulica media e quasi 530 ettari in zone a rischio frana, di cui 38 in aree a pericolosità molto elevata. Questi dati sottolineano l’urgenza di proteggere i territori più fragili per evitare ulteriori disastri ambientali e sociali.
Un altro contributo significativo al consumo di suolo è attribuibile all’espansione dei poli logistici, che nel 2023 hanno occupato 504 ettari. Questo fenomeno è trainato dall’industria e dall’e-commerce, che insieme rappresentano circa l’80% del consumo associato alla logistica, concentrandosi soprattutto nel Nord Italia.
Le prospettive future
Per ridurre il consumo netto di suolo e invertire la tendenza, è necessario un impegno politico e normativo incisivo. L’Italia dovrebbe adottare una legislazione nazionale che promuova il riuso delle aree già urbanizzate, la rigenerazione urbana e il ripristino degli ecosistemi degradati, come richiesto dal recente regolamento europeo Nature Restoration Law. Questa legge prevede di azzerare la perdita netta di aree verdi urbane e di copertura arborea entro il 2030, con un incremento graduale a partire dal 2031.
Nonostante alcuni segnali positivi, il consumo di suolo in Italia rimane un problema rilevante. La perdita di suolo, oltre a compromettere l’ambiente, genera costi economici significativi, che si sommano a quelli legati alla gestione delle emergenze climatiche e al degrado del territorio.
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