Con la delibera del 12 novembre, ARERA (Autorità per l’energia e l’ambiente) ha dato l’avvio alla regolamentazione sperimentale in materia di ammodernamento delle colonne montanti vetuste degli edifici.
Il contributo previsto servirà a promuovere il rinnovo dei vecchi impianti elettrici interni ai condomini, per migliorarne sicurezza ed efficienza. Il rimborso verrà eseguito al condominio per i lavori edili effettuati, e potrà arrivare fino a 1.200 euro ad appartamento, e fino a 900 euro a piano.
Quali altre informazioni e direttive contiene la delibera? Quanto durerà questa “fase sperimentale”? Vediamo tutto in dettaglio.
Condomini: rimborso per rinnovare gli impianti elettrici, come funziona?
L’obiettivo principale del provvedimento è facilitare l’accordo tra gli amministratori di condominio e i distributori di energia elettrica per rinnovare le colonne montanti più vecchie, garantendo la sicurezza degli edifici e predisponendo le colonne stesse a eventuali richieste di aumento di potenza.
Negli ultimi anni infatti, visto il successo delle pompe di calore per scaldare o raffreddare, e delle piastre a induzione in cucina, la domanda di incremento di potenza è cresciuta notevolmente.
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La delibera anche per questo è particolarmente importante per i condomini dotati di vecchi impianti elettrici, che stanno valutando ristrutturazioni o la centralizzazione dei contatori, considerando che il rimborso varierà anche in funzione del livello di pregio delle finiture dell’immobile.
Quali interventi saranno rimborsati?
Si parla di lavori eseguibili sulla linea in sviluppo prevalentemente verticale che attraversa parti condominiali, cioè i cavi che giungono fino ai contatori elettrici dei singoli appartamenti (o al pannello comune se i contatori sono raggruppati in un’unica area).
Quanto durerà la fase sperimentale?
Tre anni, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, per l’ammodernamento degli impianti realizzati prima del 1970 o nella fascia tra il 1970 e il 1985 se ritenuti critici.
Come sarà erogato il contributo?
Sarà erogato se i lavori edili saranno svolti direttamente dal condominio, differenziato in relazione al tipo di finitura presente, e starà in un range tra i 400 e i 600 euro per piano, e dai 700 ai 900 euro per utenza.
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Tali cifre possono subire un aumento (da 700 a 900 euro per piano e da 1000 a 1200 euro per utenza) se in occasione dei lavori sulla colonna montante il condominio propenderà per la centralizzazione di tutti i misuratori in un unico vano.
Il contributo è in questo caso maggiorato poiché vanno considerati i lavori di posa dei nuovi collegamenti elettrici tra i contatori centralizzati e gli appartamenti, collegamenti che resteranno di proprietà del condominio. Si aggiungono poi 100 euro al metro (fino ad un massimo di 1500 euro) per l’eventuale parte di cavo che deve collegare la colonna montante al confine di proprietà.
La rete elettrica a fine lavoro sarà così più sicura, e i condomini potranno attivare anche potenze fino a 6 kW.
Qual è l’iter per la domanda di rimborso?
ARERA specifica che sarà necessaria un’informativa preliminare, con cui il distributore prospetti la sottoscrizione di un accordo sui costi, tempi e modalità per l’ammodernamento delle colonne.
Le imprese avranno tempo fino al 30 giugno 2020 per definire una versione sperimentale di contratto-tipo.
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Il condominio dovrà conservare la documentazione sui costi sostenuti perché siano riconosciuti i rimborsi, che saranno erogati direttamente dal distributore. I controlli, necessari per evitare eventuali abusi, saranno eseguiti a campione.
ARERA istituisce anche un censimento nazionale del “parco colonne montanti vetuste” e “potenzialmente ammodernabili”, obbligatorio per ogni distributore. Lo scopo è quello di poter disporre di una valutazione puntuale dei potenziali investimenti e dell’impatto in tariffa.
Scarica la delibera di ARERA del 12 novembre 2019 e l’Allegato alla delibera.
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