Nuovo Codice Appalti a un passo dalla pubblicazione in G.U.: ultimi ostacoli

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Nuovo Codice Appalti a un passo dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: dopo i pareri e le correzioni emesse da Regioni, Comuni, Consiglio di Stato e Camere, ora il passaggio decisivo e finale presso il Consiglio dei Ministri. L’ultimo ostacolo sulla strada del Codice Appalti che poi transiterà per le tappe formali della bollinatura della Ragioneria e della firma del Presidente della Repubblica.

L’esame del Cdm dovrebbe essere effettuato nelle prossime ore (impegni istituzionali del presidente Renzi permettendo): ma quali sono i nodi più complessi che si presentano a quest’ultima “chiusa” sul percorso del nuovo Codice Appalti?

1. Massimo ribasso
Il primo nodo da districare è quello relativo ai criteri di assegnazione degli appalti, con la cancellazione dell’istituto del massimo ribasso, ovverosia la possibilità di assegnare le commesse esclusivamente sulla base del prezzo offerto dalle imprese. In base al parere espresso dal Parlamento questa possibilità deve essere cancellata dall’ordinamento, mantenendola soltanto per i microappalti sotto i 150mila euro.

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2. ANAC
Un altro politicamente sensibile è quello inerente al ruolo dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). A quest’ultima spetta innanzitutto il compito di proporre le linee guida di attuazione del codice in sostituzione del vecchio regolamento appalti. Con il seguente obiettivo: rimpiazzare l’ipertrofia normativa con una regolamentazione flessibile (la cosiddetta soft law) capace di rispondere velocemente alle sollecitazioni del mercato. Per molti, in seno alla stessa struttura tecnica del governo, non è chiaro però che posto occuperanno queste linee guida a livello di gerarchia normativa. Secondo il Consiglio di Stato queste linee guida non possono che essere un regolamento come un altro (vincolante, ma da sottoporre a un iter che rischia di irrigidirne notevolmente il grado di flessibilità). Inoltre il nuovo Codice affida all’ANAC numerosi nuovi compiti, a risorse che restano tuttavia invariate. Camere e Consiglio di Stato chiedono in questo senso al Governo di precisare come sarà possibile farvi fronte senza una iniezione di fondi.

3. La transizione dal vecchio al nuovo sistema
Da comprendere anche le questioni relative alla transizione dal vecchio al nuovo sistema: il nuovo Codice degli Appalti entrerà in vigore il 18 aprile (la settimana prossima), con l’ANAC che necessita di almeno 3 mesi per emanare il vademecum attuativo. Nel periodo di interregno continuerà ad applicarsi il vecchio regolamento con il rischio di creare un caos applicativo per imprese ed amministrazioni.

Redazione Tecnica

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