Firmato l’accordo di best practice tra le Casse di previdenza di ingegneri, architetti, geometri e periti industriali. Obiettivo: efficientamento e maggiore qualità del lavoro.
Si può lavorare insieme, senza essere un’unica cassa. Occorre firmare un protocollo di intesa che aiuti a lavorare meglio e a dare ognuno le proprie best practice. Paola Muratorio, presidente di Inarcassa, è convinta e vuole andare in questa direzione, che rappresenterebbe una buona soluzione per tutti: architetti, ingegneri, geometri e periti industriali. In occasione della firma, avvenuta ieri, del protocollo d’intesa tra Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti), Cipag (Cassa italiana previdenza e assistenza geometri) e Eppi (Ente di previdenza dei periti industriali).
Gli obiettivi
Efficienze e obiettivi comuni: questo lo scopo dell’accordo. L’intesa punta a “politiche di efficientamento sui costi che potranno perseguire non solo una riduzione ma accompagnare il processo di eccellenza attraverso una sempre maggiore qualificazione della spesa”.
Inoltre, l’accordo mira a “massimizzare i risultati in termini di qualità ed economicità a favore di tutti i professionisti tecnici facendo leva sulle eccellenze maturate dalle singole casse”. Si tratta di un sistema per mettere in atto strategie in difesa di ingegneri, architetti, geometri e periti industriali.
“I liberi professionisti sono una categoria che viene sempre esclusa dal lavoro. L’aumento delle partite Iva è l’alternativa alla carenza di lavoro per i giovani. Non è il modello dell’apprendistato la forma d’accesso al mondo del lavoro” (leggi le ultime novità su finte partite Iva e lavoro dipendente contenute nel ddl della riforma del lavoro). Piuttosto, bisognerebbe “trovare delle giuste opportunità per il lavoro. Sono, infatti, pochi i giovani che hanno delle possibilità”. Occorre “avere una visione più ampia del settore del lavoro, cominciare a parlare dell’Università e identificare i lavori che hanno reali opportunità e non indirizzare i giovani dove non ci sono sbocchi”.
L’appello alla Fornero
Infine, il Presidente ha lanciato un appello al ministro del Welfare: “La Fornero dovrebbe pensare al lavoro non solo dei dipendenti ma anche dei liberi professionisti. Dobbiamo guardare in una maniera un po’ più strategica e più ampia tutti i temi del lavoro, a partire dalle università, identificando quelle università che possono offrire ancora degli sbocchi di lavoro. Credo che questa sia la cosa fondamentale che se potessi andrei a dire al ministro Fornero”.
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