In Sindacati hanno messo sul piatto la necessità di un Contratto nazionale Unico per i cnatieri edilizi. I motivi? Sulla qualità del lavoro, delle imprese e del prodotto, il ricorso ad altri contratti ha effetti negativi. Per i lavoratori comporta una perdita del salario, la mancanza di sicurezza e problemi di accesso all’Ape sociale. I sindacati hanno presentato le loro proposte per arginare il fenomeno del dumping contrattuale di Ccnl.
Contratto nazionale unico per i cantieri edili
Bisogna intervenire sulla rappresentanza delle organizzazioni firmatarie dei contratti ed emanare una legge ad hoc, a supporto dell’accordo interconfederale sui perimetri contrattuali, che preveda l’applicazione del contratto dell’edilizia in cantiere. Vanno rilanciati gli enti paritetici riconosciuti dal Ministero del Lavoro, che potrebbero censire e governare le tipologie di lavoratori presenti in cantiere a qualsiasi titolo, i contratti di subappalto, noli, forniture e pose in opera, oltre che verificare che sia avvenuta la formazione adeguata.
Altre priorità da inserire:
– la parificazione dei contributi Inps,
– la definizione di un unico contratto per tutte le imprese edili,
– la reintroduzione del Durc per cantiere,
– l’applicazione del corretto rapporto tra manodopera impiegata, tipo di lavorazioni e costo dell’opera,
– un’autorità terza che individui il contratto da applicare,
– l’introduzione della Patente a punti per aprire un’impresa o come sistema premiale,
– il limite al primo livello per il subappalto.
È quanto emerso nel corso dell’iniziativa Stesso Lavoro Stesso Contratto, organizzata dai sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil alla presenza dell’onorevole Cesare Damiano e dei senatori Maurizio Sacconi e Federico Fornaro. I sindacati hanno presentato il testo della proposta di legge ai politici presenti.
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