Bando nazionale piccoli Comuni: 144 progetti finanziati, UNCEM critica le esclusioni

Vediamo nello specifico alcuni dettagli del bando e anche alcune critiche sollevate dall’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) per via dell’esclusione di Unioni di Comuni e Unioni montane, o anche Comunità montane

Il 6 agosto 2024 il Dipartimento Casa Italia ha annunciato l’arrivo in Gazzetta del DPCM 2 agosto 2024, che approva la graduatoria dei progetti ammissibili al finanziamento nell’ambito del “Bando pubblico per il finanziamento dei progetti per il piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni”.

Questo bando, che mira a sostenere e valorizzare le comunità locali meno popolose, ha attirato una vasta partecipazione, confermando l’interesse e la necessità di interventi specifici per i piccoli Comuni italiani.

Vediamo nello specifico alcuni dettagli del bando e anche alcune critiche sollevate dall’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) per via dell’esclusione di Unioni di Comuni e Unioni montane, o anche Comunità montane.

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Indice

Dettagli del bando

Il bando pubblico, che fa parte di una più ampia strategia nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni, ha raccolto 2.638 istanze, relative a 3.359 Comuni, di cui 2.261 presentate da Comuni singoli, 305 da Comuni in convenzione e 72 da Unioni di Comuni.

Questo dimostra l’importanza dell’iniziativa, che ha visto una partecipazione significativa da parte delle amministrazioni locali, spesso in difficoltà nel reperire le risorse necessarie per realizzare progetti di sviluppo e riqualificazione.

La Commissione di valutazione, istituita ai sensi dell’articolo 7, comma 1, del Bando, ha lavorato con rigore per selezionare i progetti più meritevoli.

Dei 2.638 progetti presentati, 1.179 sono stati ritenuti meritevoli di finanziamento. Questo rappresenta circa il 45% delle domande totali, un dato che sottolinea l’alto livello qualitativo delle proposte ricevute. Tuttavia, le risorse disponibili al momento permettono di finanziare immediatamente solo 144 progetti, per un totale di circa 172 milioni di euro.

Le critiche di UNCEM

Nonostante il passo avanti rappresentato dalla pubblicazione del DPCM, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) ha sollevato critiche riguardo ai risultati del Bando.

In particolare, UNCEM ha sottolineato che, sebbene 144 progetti siano stati finanziati con 172 milioni di euro, su oltre 2.638 progetti candidati, quasi 1.500 progetti sono stati esclusi dalla graduatoria. Il numero totale di progetti ammissibili è infatti di 1.179, lasciando un gran numero di Comuni senza il sostegno necessario.

UNCEM ha espresso preoccupazione, chiedendosi se l’esclusione di così tanti progetti sia indicativa di una carenza di capacità progettuale da parte delle amministrazioni locali: “I Comuni dunque non sono più capaci a progettare? Tutto da buttare? Ce lo chiediamo e aspettiamo risposte”.

Una delle critiche più rilevanti di UNCEM riguarda la mancata ammissione di Unioni di Comuni, Unioni montane e Comunità montane tra i progetti finanziati.

Questa esclusione, secondo UNCEM, “tradisce completamente lo spirito della legge 158/2017 da cui nasce il bando”, che è stata concepita per promuovere la collaborazione tra enti locali nella programmazione economica e progettuale. L’articolo 13 della legge, infatti, sottolinea l’importanza di una programmazione condivisa e integrata, mentre il bando, nella sua applicazione, sembra favorire un approccio individualistico, in contrasto con la logica cooperativa che dovrebbe caratterizzare le iniziative per i piccoli Comuni.

Risorse finanziarie e prospettive future

Il fabbisogno complessivo richiesto dai 1.179 progetti ammissibili ammonta a circa 842 milioni di euro, una cifra che supera di gran lunga le attuali disponibilità finanziarie.

Il Ministero dell’Interno, che gestisce le risorse del Bando, ha messo a disposizione circa 172 milioni di euro (171.779.202), sufficienti per finanziare soltanto una parte dei progetti selezionati.

La graduatoria dei progetti ammissibili rimarrà valida per tre anni dalla data della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Questo significa che, se nel corso dei prossimi anni dovessero diventare disponibili ulteriori risorse finanziarie, sarà possibile finanziare progressivamente i progetti inclusi nella graduatoria ma attualmente non finanziabili per mancanza di fondi.

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Redazione Tecnica

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