Aggiornamento dell’1 marzo 2024: come avevamo anticipato, a seguito della Legge di Bilancio 2024 la ritenuta d’acconto sui bonifici dei pagamenti relativi agli interventi agevolati con Bonus Edilizi (quelli che obbligatoriamente sono da effettuare con bonifico parlante) subisce una rilevante modifica.
La ritenuta sul pagamento – ovvero l’importo trattenuto da banche e Poste Italiane, a vantaggio dello Stato – dal 1° marzo 2024 passa dall’attuale 8% all’11%.
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Come si legge nella nota del Fisco relativamente ai commi 88-90 della Legge di Bilancio per il 2024: “La normativa di nuovo conio aumenta dall’8% all’11%, a decorrere dal 1° marzo 2024, la ritenuta d’acconto d’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta ed estende, a decorrere dal 1° aprile 2024, la ritenuta d’imposta dovuta sulle provvigioni inerenti a rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari anche agli agenti di assicurazione e ai mediatori di assicurazione”.
Aumento ritenuta bonifici: il no delle associazioni di categoria
Come sottolinea il presidente di ANFIT Marco Rossi, “Da anni l’associazione ANFIT chiede che venga eliminata la ritenuta d’acconto dell’8% che oggi viene effettuata sui bonifici per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico. E questo riguarda anche la sostituzione dei serramenti, con il risultato di sottrarre liquidità alle nostre aziende. Ora il Governo vorrebbe addirittura aumentare di 3 punti percentuali questa ritenuta. Lo riteniamo inaccettabile“.
“Ci si trova di fronte a un accanimento, neanche più giustificato dall’esigenza di evitare l’evasione perché, da quattro anni a questa parte, c’è la fatturazione elettronica. Si tratta, in sostanza, di un drenaggio di liquidità da parte dell’Erario. Grazie a tale prelievo forzoso le imprese dovranno anticipare di fatto l’intero loro margine di guadagno o anche più”. E conclude: “Inoltre la disposizione contribuirà a favorire ulteriormente alcune aziende straniere non aventi un’organizzazione stabile e una soggettività giuridica in Italia che fruiscono delle agevolazioni e che non sottostanno alla ritenuta in questione”.
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ANFIT comunica quindi che si impegnerà a “intervenire su tutti i tavoli di trattativa con l’Esecutivo perché questa situazione insostenibile venga sanata”. Oltre a ANFIT contro il provvedimento hanno preso posizione anche CNA, Confartigianato, UNICMI, Acmi e Assites.
“Auspicavamo – rilevano Confartigianato e CNA – che finalmente in questa Legge di Bilancio la ritenuta dell’8% sui bonifici venisse almeno ridotta, se non addirittura eliminata, come sollecitiamo ormai da anni.” Nel ribadire la contrarietà all’aumento di 3 punti percentuali, le due Confederazioni hanno già annunciato iniziative per chiedere l’intervento del Parlamento.
UNICMI, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro Edilizio e dei Serramenti, ha scritto al Viceministro dell’Economia e Finanze Maurizio Leo evidenziando la propria preoccupazione su questo provvedimento, e richiedendone l’applicazione a tutte le imprese indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla presenza di una banca italiana di appoggio. “In alternativa, ovvero in caso di impossibilità giuridica di applicazione della ritenuta di acconto a tutti, Unicmi ha richiesto l’esclusione dell’accesso alle detrazioni a quei prodotti commercializzati da soggetti che eludono i doveri fiscali a carico delle imprese italiane”.
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Sulla stessa linea d’onda anche ACMI, Assocostruttori Chiusure e Meccanismi Italia, secondo cui la ritenuta d’acconto “non solo non va aumentata ma andrebbe abolita o, per un’equa concorrenza, si dovrebbero escludere dall’accesso alle detrazioni gli operatori che possono eludere gli oneri legislativi a carico delle imprese che sono tenute a pagarla”.
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