La richiesta contenuta nel parere della Commissione Industria del Senato sulla proposta di modifica della Direttiva 2010/31/UE sull’attestato di prestazione energetica in edilizia è sostanzialmente centrare gli obiettivi europei sul risparmio energetico, senza però aumentare i costi per cittadini e imprese.
Secondo la nuova direttiva, ancora in bozza, per l’Attestato di prestazione energetica (APE) ci sono tre novità, che la Commissione ha criticato.
Attestati di prestazione energetica: le tre novità
1. Un nuovo APE dopo ogni lavoro
Primo, la bozza prevede che sia realizzato un nuovo APE dopo ogni installazione o miglioramento dell’impianto. La Commissione chiede che questo obbligo sia limitato ai casi in cui l’intervento possa incidere davvero sulla prestazione energetica.
2. Confronto con APE precedenti
Secondo. Gli APE dovranno consentire la valutazione dei risparmi energetici ottenuti con i bonus e le detrazioni dallo Stato. La banca dati in cui verranno registrati gli attestati dovrà permettere di tracciare il consumo effettivo di energia degli edifici. La Commissione obietta che il calcolo del risparmio energetico ottenuto con un intervento non si deve basare sul confronto dell’APE precedente e di quello successivo ai lavori perché potrebbero essere stati utilizzati metodi diversi. Gli APE si basano sul consumo stimato in condizioni standard.
3. Contratti di rendimento energetico
Terzo. La Commissione ha sottolineato anche la necessità di introdurre contratti di Rendimento energetico – EPC (Energy performance contract), e incentivare l’utilizzo di risorse per misure su interi edifici, anziché sulle sole singole unità abitative. L’obiettivo è centrare gli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici.
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