Gli Architetti al Governo: il Piano Città, quando lo facciamo ripartire?

Dopo aver espresso parere positivo sulla proroga delle detrazioni per l’edilizia (Bonus Mobili, detrazione 50% per ristrutturazioni, detrazione 65% per efficienza energetica) il Consiglio Nazionale degli Architetti ha pubblicato un comunicato stampa contenente un appello al Governo Letta affinché faccia ripartire il Piano Città.

Piano Città, dove eravamo rimasti?
In febbraio era stato pubblicato il Decreto con le risorse per i 28 Comuni scelti. Dopo la selezione delle proposte di riqualificazione urbana su 457 progetti ricevuti, il Piano città (vai alla pagina dedicata) era di seguito entrato nella sua fase operativa con la firma dei primi tre Contratti di Valorizzazione Urbana: a L’Aquila, Potenza e Lecce.
A piccoli passi, con gli ultimi comuni che si sono aggiunti alla lista (Verona, Matera, Pieve Emanuele e Pavia), erano saliti a 10 (su 28, appunto) i Comuni pronti a partire. Ma poi?

È a questo punto che si è attivato il CNAPPC e il suo Presidente Leopoldo Freyrie, inviando la lettera a Letta. Il CNAPPC è critico nei confronti di quello che si è fatto (e non si è fatto) sino a ora. Leggiamo di seguito le lettera.

“Dopo la rapida e positiva approvazione dei bonus per l’edilizia, è indispensabile che il suo Governo – verificando le risorse disponibili e facendo tesoro degli errori della passata legislatura – riavvii e dia nuovo impulso al Piano Città. L’importante iniziativa dell’allora Ministro Corrado Passera, non ha infatti raggiunto il suo principale obiettivo politico, ovvero che l’investimento statale venisse moltiplicato grazie ai fondi europei e in partnership con l’iniziativa provata: questo perché essa ha, via via, perso le caratteristiche di un Piano Città per ridursi a un mero aiuto ai Comuni per concludere opere già avviate”.

“Un Piano Città invece, pur nell’urgenza della situazione che stiamo vivendo” continua Leopoldo Freyrie “dovrebbe selezionare progetti capaci di attrarre risorse e di incidere sulle aree urbane in condizioni di grave criticità ambientale e sociale, coinvolgendo – attraverso il coordinamento interministeriale – tutti i soggetti che possono contribuire a fare del Piano Città una vera strategia a lungo termine, capace di attivare risorse ogni anno, ma all’interno di un progetto complessivo di Rigenerazione Urbana Sostenibile”.

“Un ripensamento razionale dell’articolazione e dell’organizzazione del Piano dovrebbe tenere conto che entro aprile 2014, in ottemperanza alla Direttiva 27/2012, l’Italia deve presentare la propria strategia a lungo termine di ristrutturazione e rigenerazione del parco nazionale di edifici sia pubblici che privati, da declinarsi in un piano triennale, finalizzato principalmente al risparmio energetico, ma destinato a modificare profondamente le nostre città.”

E conclude Freyrie: “Come sempre gli architetti italiani offrono la loro completa collaborazione, le loro idee, le analisi sulla condizione delle città che sono state già svolte e presentate alla politica, le loro proposte a breve e lungo termine. Al Governo chiediamo rapidità e lungimiranza, regole chiare ma poca burocrazia, ma soprattutto la messa a frutto del lavoro che noi con altri, come Legambiente, ANCI, Unioncamere, Confcommercio, abbiamo già realizzato e stiamo realizzando per aiutare il Paese e le sue città”.

Redazione Tecnica

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