Nello specifico, la delibera entra nel merito del protocollo di intesa tra Provincia e due atenei universitari per lo svolgimento di attività di ricerca sul tema della gestione, classificazione, valutazione, controllo e monitoraggio di ponti, viadotti e opere d’arte esistenti sulla rete stradale provinciale.
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Tale protocollo era stato segnalato all’ANAC dall’OICE che aveva evidenziato come nel protocollo – peraltro neanche reso pubblico per un “errore del sistema informatico” – mancassero i requisiti delineati dalla giurisprudenza e dalla normativa per definire lecito l’accordo e, in particolare, la presenza in ogni sua parte di un obiettivo comune fra i due soggetti pubblici.
Vediamo nel dettaglio quali sono le considerazioni rilasciate in merito dall’anticorruzione.
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ANAC dà ragione all’OICE: le attività su ponti e viadotti non hanno nulla a che fare con la ricerca
ANAC dà ragione all’OICE: le attività su ponti e viadotti non competono alla ricerca e pertanto vanno messe sul mercato in quanto costituiscono servizi di ingegneria e architettura.
Inoltre, la collaborazione è sì finalizzata al comune interesse pubblico di miglioramento della sicurezza, ma per le attività di monitoraggio dei ponti e viadotti, per le ispezioni visive, il censimento delle opere e la produzione di report periodici, l’interesse pubblico appartiene soltanto alla Provincia e quindi queste attività andavano messe sul mercato.
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Il Direttore Generale OICE, Andrea Mascolini, commenta:
“Siamo particolarmente lieti che l’Autorità abbia accolto le nostre argomentazioni, entrando nel merito del contenuto dell’accordo e chiarendo che determinate attività, costituiscono servizi di ingegneria e architettura che nulla hanno a che fare con i compiti di ricerca e formazione tipici delle Università e quindi, se non di interesse comune sono da mettere sul mercato; l’escamotage di avvalersi di strutture specializzate e lavoratori esterni altro non è che un sistema di elusione dell’obbligo di gara, spesso molto usato. D’altro canto sul tema degli accordi collaborativi fra PP.AA. più di dieci anni fa attivammo un contenzioso a livello europeo su un caso simile che coinvolgeva un ateneo salentino e che portò alla definizione dei limiti che la stessa Anac ha utilizzato per questa vicenda e che tante volte, ci segnalano i nostri associati, vengono violati. Nessuna avversione da parte nostra verso questi accordi ma non devono servire ad eludere il ricorso al mercato che, in generale, è sempre strumento che assicura qualità dei servizi resi attraverso la candidatura di più operatori economici. E questo vale soprattutto in un campo così delicato come è quello del monitoraggio dei ponti dove le competenze dell’ingegneria organizzata e non, sono fondamentali”.
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Foto:iStock.com/Drazen_
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