Pertanto Coldiretti dice no all’agrivoltaico di facciata e spiega che la speculazione energetica non deve fare perdere terreni agricoli. Difatti il concetto di fotovoltaico, come spiegato nelle linee guida MITE, sposa l’idea di preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione, garantendo, al contempo, una buona produzione energetica da fonti rinnovabili.
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Il monito viene lanciato dall’associazione in seguito all’approvazione di una delibera da parte della regione Piemonte che consente l’installazione dei soli impianti agrivoltaici nelle aree agricole ritenute di elevato interesse agronomico. Vediamo meglio nel dettaglio cosa prevede la delibera regionale e la posizione assunta da Coldiretti.
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La delibera sui campi fotovoltaici della regione Piemonte
La regione Piemonte con la delibera del 31 luglio 2023 n. 58-7356 fornisce indicazioni sull’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole di elevato interesse agronomico. La delibera dispone di installare solamente impianti agrivoltaici sulle seguenti aree:
- areali individuati dai disciplinari delle produzioni agricole vegetali a Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.), ad Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.), a Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) e Garantita (D.O.C.G.);
- terreni agricoli e naturali ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo costituiti dai territori riconosciuti come appartenenti alla I e II classe.
Al documento è collegato l‘allegato A che riporta le “Indicazioni sull’installazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole di elevato interesse agronomico del territorio della regione Piemonte” con evidenza delle definizioni e delle caratteristiche di cui devono essere dotati gli impianti agrivoltaici.
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Impianti agrivoltaici: Comitato Elettrotecnico Italiano pubblica la specifica CEI PAS 82-93
Coldiretti: no all’agrivoltaico di facciata
Coldiretti, attraverso un comunicato, denuncia la corsa all’accaparramento di terreni per l’installazione di centrali a pannelli fotovoltaici in tutte le campagne torinesi, un fenomeno che sta facendo aumentare i prezzi dei terreni e sottrae campi agli agricoltori che li hanno sempre coltivati in affitto. Per l’associazione il rischio è che la nuova speculazione energetica trasformi i terreni agricoli in distese di pannelli che non produrranno più cibo, per questo motivo non accetterà che le produzioni alimentari di eccellenza e quelle di cui c’è grande carenza nei mercati mondiali come mais e grano siano sacrificate per fare posto a coltivazioni inesistenti.
Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, ha così commentato il nuovo provvedimento della regione Piemonte: “la delibera esprime anche il “principio di continuità” della produzione agricola cioè il mantenimento di almeno il 70% del valore della produzione agricola negli ultimi cinque anni produttivi. Dobbiamo, quindi, vigilare che la produzione agricola nei campi fotovoltaici sia effettivamente mantenuta e che non sia utilizzata solo come stratagemma di facciata per mascherare la vera ragione per cui stiamo assistendo alla corsa all’acquisto dei terreni per realizzare centrali fotovoltaiche: la speculazione energetica attirata dagli incentivi”.
Mecca Cici spiega: “Sotto i pannelli si dovrà fare agricoltura vera, produttiva e redditizia. Non vogliamo vedere distese di impianti dove la “parte agricola” sia giustificata da produzioni che esistono solo sulla carta. L’agrivoltaico non deve farci perdere nemmeno un ettaro di coltivazioni vere”.
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