Il nuovo allarme viene dal direttore dell’ABI – Associazione Bancaria Italiana – Giovanni Sabatini che, il 16 marzo 2023 in audizione alla Camera sulla nuova Direttiva EPBD Case Green, ha palesato preoccupazioni sulle conseguenze che le nuove misure potrebbero causare sui mutui degli immobili energivori. Il rischio è che le banche blocchino l’erogazione dei mutui per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili che non siano già appartenenti alla classe energetica prevista.
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Vediamo nel dettaglio quali sono state le osservazioni dell’ABI che ha sottolineato quanto siano ambiziosi gli obiettivi fissati, difficilmente raggiungibili per il nostro Paese nelle tempistiche definite, considerato il livello di partenza (in termini di efficienza energetica degli immobili) più basso rispetto ad altri Paesi europei con condizioni climatiche più estreme.
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Adeguamento del parco immobili ipotecati
Per ABI occorre modificare le disposizioni relative al “portafoglio ipotecario” bancario.
La Direttiva EPBD Case Green prevede che le banche debbano migliorare l’efficienza energetica degli immobili ipotecati, ancorché non ne siano proprietarie e, quindi, non siano in grado di realizzare o imporre gli interventi di riqualificazione energetica.
Per ABI se non dovessero essere apportate modifiche su questo punto, le banche sarebbero
necessariamente obbligate a selezionare quali finanziamenti concedere e sarebbero più orientate verso immobili che hanno migliori performance energetiche, riducendo così le possibilità di accesso al credito per l’acquisto/riqualificazione degli immobili di minore qualità.
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Difficoltà per i proprietari meno abbienti
In audizione è stata messa in luce l’entità degli investimenti da realizzare che sarebbe tale da causare impatti molto rilevanti, soprattutto sui proprietari degli immobili meno abbienti. Per ABI, anche immaginando interventi di sostegno pubblico, non tutti i proprietari di casa avrebbero le disponibilità finanziarie o sarebbero in grado di contrarre mutui (o ulteriori finanziamenti) per interventi di ristrutturazione energetica.
Inoltre, le banche potrebbero riscontrare difficoltà nell’erogazione dei finanziamenti ipotecari a soggetti con più basso “merito creditizio”.
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Ok all’acceso dei database APE ed ENEA
ABI è invece d’accordo con la misura che consentirebbe anche alle banche l’accesso ai database pubblici sugli Attestati di Prestazione Energetica (APE) degli edifici e al database SIAPE dell’ENEA. Ciò consentirebbe l’acquisizione di informazioni utili per stimare in modo più corretto il valore di mercato degli edifici, favorire lo sviluppo del mercato dei “mutui verdi”, conoscere il grado di performance energetica degli immobili a garanzia dei finanziamenti.
>> Scarica la Direttiva EPBD Case Green (testo in inglese) <<
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