In vigore anche per il 2025 il Bonus Acquisti per chi compra una casa ristrutturata da impresa. L’agevolazione è stata prorogata ed è riconosciuta quando il venditore è la ditta che ha eseguito gli interventi di ristrutturazione, a patto che questi abbiano riguardato l’intero edificio.
Rispetto al passato da quest’anno la detrazione è pari al 50% se l’acquisto riguarda la prima casa e al 36% per gli altri immobili. In entrambi i casi il Bonus è riconosciuto su massimo del 25% del prezzo di vendita e su non più di 96.000 euro.
Come per il Bonus Ristrutturazioni si usufruisce in dieci rate annuali. L’agevolazione è riconosciuta comunque solo all’intestatario della proprietà dell’appartamento e non anche ad eventuali altri familiari anche se hanno partecipato al pagamento delle spese.
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Indice
Solo edifici interamente interamente riqualificati
L’agevolazione è riconosciuta esclusivamente per l’acquisto di unità immobiliari di tipo residenziale, e purché il rogito venga effettuato entro un massimo di 18 mesi dal termine dei lavori. Gli interventi di riqualificazione debbono obbligatoriamente essere stati effettuati sull’intero edificio.
Tra i lavori edilizi che costituiscono presupposto per poter richiedere il Bonus troviamo quelli di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione. Si tratta in sostanza di un’agevolazione che premia, riconoscendo lo sconto fiscale, chi acquista nuovi appartamenti che sono stati realizzati, però, senza consumo di suolo.
L’agevolazione è riconosciuta anche ai soci assegnatari di immobili in cooperativa.
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Detrazione ammessa anche sugli acconti
L’agevolazione è riconosciuta su una quota pari al 25% del prezzo di acquisto, con il limite massimo di 96.000 euro, da portare in detrazione dall’IRPF in dieci rate annuali di pari importo. È riconosciuta anche per le somme pagate a titolo di acconto prima del rogito, a fronte del compromesso registrato.
Quindi si può iniziare a detrarre la spesa a partire dall’anno nel quale è stato effettuato il pagamento del primo acconto, anche se il rogito avviene l’anno successivo. Ovviamente se la vendita non va a buon fine la detrazione si perde.
Detrazione anche per le pertinenze
Come detto il Bonus spetta solo per l’acquisto di immobili per uso abitativo. È possibile però avere l’agevolazione anche sul costo delle pertinenze se queste vengono comperate insieme all’abitazione e risulta il vincolo nel rogito. Il costo di acquisto su cui calcolare la detrazione, peraltro, comprende anche l’IVA dal momento che si tratta di un onere dovuto dall’acquirente in aggiunta al prezzo di vendita.
La detrazione è comunque cumulabile con le agevolazioni per l’acquisto della prima casa. Quindi anche per chi usufruisce del Bonus acquisti per la casa ristrutturata ha diritto all’applicazione dell’IVA al 4% quando si hanno i requisiti per usufruire dell’aliquota ridotta prevista per l’abitazione principale.
Ecco un esempio degli importi detraibili
Consideriamo un prezzo di acquisto di 200.000 euro IVA compresa.
Il costo forfetario di ristrutturazione (25% di 200.000 euro) è di 50.000 euro.
La detrazione spettante all’acquirente è pari al 50% di 50.000 euro se prima casa (25.000 euro), oppure al 36% se seconda casa (18.000 euro).
Le regole in caso di comproprietà
Il beneficio fiscale spetta a ciascun proprietario in base alla sua quota di acquisto. Così se a comperare sono due coniugi, ognuno potrà avere il 50% della detrazione entro il tetto massimo. Nel caso in cui due soggetti acquistino, uno la nuda proprietà e l’altro l’usufrutto dell’immobile ristrutturato, la detrazione deve essere proporzionata ai rispettivi valori della nuda proprietà e dell’usufrutto.
Attenzione, però, in caso di acquisto in comproprietà di immobile ristrutturato da parte di due coniugi, se la moglie è a carico e quindi non ha la possibilità di avere la detrazione non può averla per intero il marito. Questo tipo di agevolazione, infatti, è riconosciuta agli acquirenti pro-quota, ossia in base alla quota di possesso. Poiché il marito ha acquistato solo il 50%, non può avere la detrazione al 100% anche se la moglie è a carico.
Allo stesso modo se il marito ha pagato metà della spesa ma l’immobile è intestato solo alla moglie, non è possibile dividere comunque la detrazione al 50%. L’agevolazione, infatti, come abbiamo visto, non è rapportata alla spesa di ristrutturazione ma al prezzo pagato dall’acquirente, e spetta esclusivamente a chi risulta proprietario al rogito. In questo caso non fa differenza chi ha pagato le spese.
Bonus Mobili anche in questo caso
In compenso a chi acquista un immobile ristrutturato da impresa spetta anche il Bonus mobili, ossia la detrazione per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare l’immobile ristrutturato, riconosciuta di qui a fine anno su un massimo di 5.000 euro di spesa.
Poiché la norma prevede che per ottenere il Bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i mobili, nel caso di acquisto dell’immobile da imprese, come chiarito dall’Agenzia delle entrate, per data di inizio lavori deve intendersi quella di acquisto o di assegnazione.
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Interventi locali su edifici esistenti
Questo manuale tecnico-pratico aiuta il progettista (architettonico, impiantista e strutturale) che si accinge a effettuare un intervento di tipo “locale” su un fabbricato esistente. Frutto dell’esperienza pluriennale degli Autori nell’ambito della progettazione sul costruito esistente, l’opera, lungi dall’essere un mero elenco di istruzioni pratiche da seguire pedissequamente, tratta il tema degli interventi locali con taglio operativo sempre tenendo in considerazione che questa tipologia di interventi deve agire sul fabbricato senza snaturarne il funzionamento originario, a garanzia della sicurezza di persone e cose. Nel manuale si individuano le opere che rientrano nella categoria “intervento locale” in accordo con le NTC 2018, meglio esplicitate dalla Circolare applicativa n. 7/2019. Sono proposte anche alcune tipologie di intervento che possono perseguire le finalità indicate dal Legislatore. L’opera tratta anche gli interventi tipologici catalogati in funzione della tipologia strutturale dell’edificio esistente (costruzioni sismo-resistenti in muratura, calcestruzzo armato o acciaio), fornendo indicazioni sulla scelta dell’intervento ottimale in base al sistema costruttivo. Completano la trattazione preziosi consigli operativi sulle accortezze da avere nella preparazione dei dettagli costruttivi. I capitoli finali affrontano la progettazione degli interventi locali con la redazione dei modelli di calcolo globale e offrono una rassegna di interventi “a prima vista” locali ma che in realtà comportano effetti peggiorativi sulla costruzione, il tutto corredato da spunti quantitativi e analitici; infine sono proposti due casi studio di interventi locali su un fabbricato in c.a. prefabbricato e su una porzione di casolare in muratura con l’applicazione delle detrazioni previste dal Sismabonus. Francesco CortesiIngegnere, libero professionista nell’ambito della progettazione e direzione dei lavori strutturali di nuovi fabbricati e di interventi sugli edifici esistenti. Attualmente si occupa di interventi di recupero su edifici danneggiati dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016. Laura LudovisiIngegnere, svolge l’attività di libero professionista, come progettista strutturale, direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza, interessandosi in modo particolare del consolidamento e recupero di edifici esistenti. Tra i lavori svolti si annoverano progetti di miglioramento sismico di edifici danneggiati dal sisma (Umbria 1997, L’Aquila 2009, Emilia-Romagna 2012, Centro Italia 2016). VOLUMI COLLEGATI:La progettazione strutturale su edifici esistenti, F. Cortesi, L. Ludovisi, V. Mariani, I ed. 2018Metodi pratici per il rinforzo di elementi strutturali, S. Ferretti, I ed. 2018
Francesco Cortesi, Laura Ludovisi | Maggioli Editore 2019
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